10 questioni sul Sinodo chiesto dal Papa
30 gennaio 2021. Papa Francesco parla ai partecipanti all’incontro promosso dall’Ufficio Catechistico nazionale della CEI. Quasi in conclusione dice:
Ho menzionato il Convegno di Firenze. Dopo cinque anni, la Chiesa italiana deve tornare al Convegno di Firenze, e deve incominciare un processo di Sinodo nazionale, comunità per comunità, diocesi per diocesi: anche questo processo sarà una catechesi. Nel Convegno di Firenze c’è proprio l’intuizione della strada da fare in questo Sinodo. Adesso, riprenderlo: è il momento. E incominciare a camminare
(fonte)
Non è la prima volta in questi 5 anni che Francesco nomina il Convegno di Firenze e accenna a un Sinodo italiano. La mia sensazione è che il Papa avverta la stanchezza della Chiesa italiana e sia preoccupato della perdita di vitalità, soprattutto di logica missionaria.
Di fatto le parole del Papa hanno innescato un certo interesse presso alcuni cattolici; altri invece hanno messo in discussione l’effettiva necessità di un Sinodo nazionale.
Io stesso, rispondendo alla provocazione di Marco Vitale, ho azzardato
Il Sinodo italiano a cosa servirebbe, esattamente? A riproporre vecchi stilemi usurati senza incidere sulle realtà diocesane?
Facciamolo, in fretta, un paio di mesi, lo chiudiamo lì, tante scuse per il disturbo e continuiamo come prima.
— Ugo Quinzi (@QuinziUgo) February 1, 2021
In realtà trovo assai appropriata la sollecitazione di Papa Francesco e molto opportuna la celebrazione di un Sinodo nazionale. A patto che sia chiaro e condiviso in partenza ciò su cui si vuole discutere e deliberare per camminare insieme.
A questo proposito pongo qui dieci questioni che mi sembrano preminenti e sulle quali mi interesserebbe avviare un confronto.
- La Chiesa italiana è disponibile a discutere la revisione dell’esercizio dell’autorità al suo interno per renderla più evangelica e più orientata al servizio?
- La Chiesa italiana è disponibile a discutere la valorizzazione della donna ad ogni livello della vita ecclesiale, compresi compiti dirigenziali?
- La Chiesa italiana è disponibile a cercare e a trovare una via di unità nella testimonianza della fede con i fratelli e le sorelle delle Chiese e delle comunità separate?
- La Chiesa italiana è disposta ad interrogarsi e a discutere il rinnovamento della vita religiosa per giungere a riscoprire lo spirito e il carisma delle varie Famiglie religiose?
- La Chiesa italiana vuole realmente discutere una ridefinizione del ruolo e dei compiti del sacerdote soprattutto diocesano, nonché della sua formazione?
- La Chiesa italiana è disponibile ad abbandonare il matrimonio concordatario e ad istituire forme matrimoniali diverse?
- La Chiesa italiana è disposta a rinunciare a privilegi e benefici dell’Autorità civile e a discutere su come rendere più trasparente e disinteressata la gestione dei beni materiali?
- La Chiesa italiana è disposta a discutere in che modo coinvolgersi ed impegnarsi nelle strutture sociali e culturali civili superando ogni steccato?
- La Chiesa italiana è disposta a confrontarsi con la modernità in cui vive l’essere umano contemporaneo, anche accogliendo e facendosi promotrice di nuove tecnologie di comunicazione e di evangelizzazione?
- La Chiesa italiana è disposta a rivedere profondamente il modello pastorale legato alla parrocchia territoriale, ammettendo altri modelli di aggregazione della e di servizio alla comunità cristiana?
Ritengo che queste 10 questioni (sulle quali mi sono variamente espresso nei testi presenti tra gli articoli correlati, ai quali rinvio per eventuali approfondimenti) siano pregiudiziali per celebrare un serio Sinodo nazionale che punti all’autentico rinnovamento della vita cristiana in Italia.