Cattogrillismo o cattolicesimo grillista?
Quando nel 2007 Michele Serra coniò il termine grillismo per indicare il nascente movimento ideologico che travolgerà la politica italiana nel giro di qualche anno, non poteva immaginare di aver dato vita ad un concetto in grado di sintetizzare un nuovo modo di interpretare e di intendere la realtà del terzo millennio.
Nel grillismo si colgono alcuni elementi che, al di là del contenuto politico, sono rappresentativi del pensiero generazionale che coinvolge trasversalmente varie realtà sociali. Un tentativo di sintesi sarà sempre parziale, ma la schematizzazione può aiutare ad appropriarsi della chiave di lettura necessaria. Possiamo perciò ritenere che il grillismo si caratterizzi per (le citazioni tra parentesi sono esempi tratti dal blog di Beppe Grillo):
- disincanto sull’efficacia di competenze e di modelli classici di soluzione dei problemi basati sull’intelligenza critica (8/5/2015, website • mirror pdf)
- contestazione delle generazioni passate, dei comportamenti morali, dei risultati ottenuti, con accenti di risentimento (25/12/2006, website • mirror pdf)
- adozione di pochi principi simbolici semplificanti: autotrascendenza transumana, populismo, utopie di salvezza, simulacro di egualitarismo (20/11/2015, website • mirror pdf)
- carica innovativa e rivoluzionaria ispirata al nuovo modello ideologico proposto (20/1/2018, website • mirror pdf)
- fiducia nel leader carismatico, considerato garante e custode (28/11/2014, website • mirror pdf)
- istituzione di cerchi ristretti di persone approvate dalla base e considerate di rottura quindi ispiratrici di azioni comuni (15/1/2015, website • mirror pdf)
- vision incondizionata del progetto movimentista (25/6/2018, website • mirror pdf)
La domanda a cui mi mi interessa rispondere è: possibile che il grillismo abbia contaminato la Chiesa cattolica? Esiste la possibilità che anche la pastorale ecclesiale subisca il fascino del grillismo?
La prima precisazione vale sui confini del concetto di Chiesa cattolica. Non si parla evidentemente del cattolicesimo africano o di quello asiatico. In questo caso la domanda vale più per la Chiesa cattolica italiana. All’interno della quale non è difficile riconoscere forme di pensiero radicalmente distanti tra loro. Quindi, in un certo senso, la risposta negativa sarebbe già scontata. Ciononostante vale la pena affrontare l’argomento con la riflessione su un caso concreto, quello della Diocesi del Papa, Roma.
La seconda precisazione è che non pare per nulla verosimile porre la questione al contrario: cioè che la Chiesa cattolica abbia contaminato il grillismo o che il grillismo abbia subito il fascino della Chiesa cattolica. Il grillismo si è distinto subito per la sua distanza, forse calcolata forse frutto di genuino disinteresse, dagli ambiti religiosi in generale. In particolare continua a valere il giudizio espresso da Casaleggio: “In Vaticano è in atto una notte dei lunghi coltelli” (20/11/2015; le date tra parentesi fanno riferimento ai documenti di esempio dei punti sul carattere del grillismo), che spinge il movimento politico a restare lontano dal circuito cattolico.
La lettera della Diocesi di Roma e le contiguità con il grillismo
Nella lettera che l’11 luglio 2019 è stata indirizzata a tutti i sacerdoti della Diocesi di Roma dal Vicario Generale del Papa (website • mirror pdf) troviamo un esempio interessante di contiguità di pensiero tra cattolicesimo e grillismo. Nel confronto tra le due posizioni astraiamo dai contenuti politici e da quelli religiosi. Ciò che resta, l’impalcatura ideologica a sostegno degli uni e degli altri, consente di recepire inattese contiguità. Quali elementi di confronto prendiamo i sette punti enucleati sopra: disincanto, contestazione, adozione, carica innovativa e rivoluzionaria, fiducia, istituzione, vision.
Il tema della lettera è la proposta di creare in ogni parrocchia “un piccolo gruppo di persone, una équipe pastorale, che possa prendersi cura del cammino di tutti, custodendo la direzione comune e animando concretamente le diverse iniziative“. Una proposta analoga era stata avanzata da Beppe Grillo in occasione della presentazione del gruppo ristretto che lo avrebbe affiancato: “ho deciso di proporre cinque persone, tra le molte valide, che grazie alle loro diverse storie e competenze opereranno come riferimento più ampio del M5S in particolare sul territorio e in Parlamento” (28/11/2014). Mutatis mutandis i due testi sono praticamente sovrapponibili.
Qualcosa non ha funzionato
In una espressione della lettera si coglie tutto il disincanto del passato, delle persone, delle azioni: “Non è il tempo dei pensatori isolati, che elaborano piani a tavolino, ma di quelli che hanno voglia di incontrare gli altri, che non si vergognano di farsi vicini ai poveri e che esercitano una certa attrazione sui giovani“. Così nel grillismo è facile incontrare gli stessi temi, coniugati in termini socio-politici: “Il nostro obiettivo è la partecipazione diretta dei cittadini alla cosa pubblica, la democrazia diretta senza leader” (20/11/2015). “Ve li ricordate i “seri e competenti” a cui sono stati affidati le Grandi Opere d’Italia? Le strutture oggi sono chiuse… Tutto ciò deve finire. Vogliamo il Reddito di Cittadinanza e lo vogliamo adesso, subito, non si può più aspettare… Per questo vi diamo appuntamento domani 9 maggio alla Marcia per il Reddito di Cittadinanza da Perugia ad Assisi. Noi ci saremo, non mancate, ciao!” (8/5/2015). “E’ necessario un confronto con l’Italia di domani e un ascolto delle persone che la costruiranno, perché saranno loro a farlo, e che oggi sono spesso confinati nei call center o destinati a emigrare. L’unica vera ricchezza di questo Paese sono i giovani” (15/1/2015).
L’incompetenza e i sognatori
Il discorso sulle competenze è parte integrante di entrambe le proposte. Per l’autore della lettera il reclutamento dei membri del gruppo obbedisce a poche regole; le persone “non vanno cercate tra coloro che hanno dimostrato di essere prudenti, misurate e circostanziate, ma al contrario, persone “fuori dalle righe”, gente che lo Spirito Santo ha reso degli appassionati dello squilibrio. Non abbiamo bisogno di professionisti competenti e qualificati, quanto piuttosto di cristiani apparentemente come tutti, ma in realtà capaci di sognare, di contagiare gli altri con i loro sogni, desiderosi di sperimentare cose nuove“. Beppe Grillo, da parte sua, aveva evocato le competenze dei membri del gruppo avendo però una ben precisa ispirazione al riguardo: “Io andrò in cerca di folli, di artisti, mi piace avere dei punti di vista, ma di idee, perché io sono stufo delle opinioni, sono stufo delle opinioni… Io voglio sognare voglio avere qualcosa che mi spinga sempre in avanti… Quando io vengo definito un incompetente, io voglio la definizione di cos’è la competenza. Perché non essere competente, cioè essere incompetente in un mondo che se ne sta andando, in un mondo di disgregazione come questo, per me è una nota di vanto” (20/1/2018).
Sbagliare, ma con coraggio
Non sfugge però il rischio che scegliendo persone “non competenti” (con tutto ciò che tale espressione significa) si vada incontro ad errori importanti. Così l’autore della lettera: “Si tratta di individuare… gli esploratori coraggiosi… Faranno degli errori? Li faranno fare a te e alla comunità? È possibile. Ma come sai bene è da preferire “una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita….”, piuttosto che una malata di autoreferenzialità e introversione“. Beppe Grillo si era posto lo stesso problema ed aveva adottato la stessa soluzione: “E allora, allora ho dei dubbi, mi fermo, sbaglio, ma lo sbaglio mi dà poi la forza di recuperare, è il coraggio lo sbaglio. Lo sbaglio è il nostro coraggio, anche quando sai di non farcela, sai che non ci sono i numeri, sai che un’impresa impossibile, ebbene riuscire ad andare avanti è essere coraggiosi. E’ l’unica forma di coraggio che io conosca, ma è meravigliosa” (20/1/2018).
Visione del futuro ascoltando il presente
Le persone che faranno parte dell’équipe pastorale “saranno capaci… di quell’ascolto creativo della realtà e delle storie di vita che ci conduca più facilmente ad intuire per quali vie lo Spirito Santo ci sta portando per evangelizzare e costruire la Chiesa del futuro… Nell’accompagnare la comunità nella fase di ascolto del ‘grido della città’ l’équipe pastorale” avrà il compito di “raccogliere quanto viene raccolto dalla fase di ascolto (storie di vita, riflessioni, bisogni, attese,…) e realizzarne una sintesi da condividere con la comunità“. Nel grillismo la visione del futuro attraverso l’attenzione alle storie degli altri occupa un posto per nulla marginale: “Immaginare il futuro vuol dire immaginare le persone che vogliamo conoscere, che vogliamo frequentare, perché l’essere umano è una spugna che assorbe tutto ciò che lo circonda. Nella scelta di queste persone non limitiamoci al nostro settore. Potrebbero ispirarci individui che svolgono le attività più diverse, che hanno un percorso per un qualche verso simile al nostro o che, semplicemente, ammiriamo: scrittori, atleti, attori, filosofi, imprenditori, ingegneri e così via” (25/1/2018).
Ancora troppo presto per il cattogrillismo
Dal punto di vista politico sono portato a dubitare della contaminazione politica della Chiesa cattolica con il grillismo. L’epoca dei grandi matrimoni trono-altare sembra finita. In un periodo di chiesa debole non pare che l’interesse principale sia concentrato nella ricerca di sponsor in grado di assicurare appoggi. Del resto pure lo scenario politico attuale è tra i più fluidi di sempre e non pare facile districarsi tra amici di oggi e nemici di domani. Non escludo che in futuro, superati i toni polemici della prima ora, si possano stringere legami di interesse tra i due soggetti; tuttavia non arriverei ancora a parlare di cattogrillismo, nel senso in cui si parla di cattocomunismo o di cattotalebani.
Dal punto di vista del modo di interpretare e di intendere la realtà contemporanea sono invece portato a credere che almeno alcuni settori della Chiesa cattolica siano sensibili al fascino dal modello grillista. Al punto che non esiterei a parlare dell’ipotesi di un sviluppo del cattolicesimo (in chiave) grillista esattamente come si parla di cattolicesimo liberale o di cattolicesimo sociale. Forse siamo ancora in assenza di una tematizzazione cosciente delle reciproche influenze, ma nondimeno si debbono constatare sorprendenti sovrapposizioni di concetti. Su temi come il bene comune e i giovani (15/1/2015), la lotta alla povertà e la partecipazione popolare (20/11/2015), la visione del futuro (25/6/2018) il pensiero di entrambi soggetti occupa lo stesso piano.
Nota pastorale
Ovviamente non è immaginabile desumere l’orientamento della Chiesa cattolica da una lettera pastorale della Diocesi di Roma. Così come non si possono prevedere gli sviluppi futuri del rapporto tra cattolicesimo e grillismo. Mentre però dobbiamo ammettere che cattolicesimo liberale e cattolicesimo sociale sembrano aver perduto la loro forza propulsiva, il loro appeal, la novità del grillismo si è dimostrata tutt’altro che indifferente al contesto ecclesiale.
Tuttavia l’aver messo in evidenza quei punti di contatto che sembrano comuni ai due soggetti, facendo riferimento ad una comune infrastruttura di pensiero e quindi potenzialmente capaci di fondare la loro reciproca collaborazione, mi spinge a scrivere una breve nota di carattere pastorale.
La pastorale per sua natura è contingente, fa parte dell’hic et nunc della storia. Non stupisce che la lettera richiami ad una costante attenzione alle persone presenti, in tutta la loro densità umana, come destinatari dell’azione di comunità cristiane per certi aspetti assopite e quindi bisognose di essere stimolate nella loro missione.
Ciò che può destare qualche perplessità è lo sfondo ideologico che tende a separare – e superare – competenza e passione, capacità di agire e capacità di sognare, pianificazione e improvvisazione, carisma e istituzione. Si tratta di un patrimonio tipico del grillismo: è più vera una persona che si narra e si relaziona o una che si prepara e che agisce? Ha più credibilità chi riesce ad ottenere risultati seguendo un progetto o chi raccoglie pur non avendo pianificato una semina?
Se ci troviamo di fronte al cambiamento epocale del paradigma pastorale della Chiesa cattolica è troppo presto per dirlo. Così come è prematuro chiedersi se un eventuale cattolicesimo grillista possa avere un futuro oppure è destinato a scomparire nella sua ambiguità di decrescita felice. Tuttavia sono certo che introdurre novità possa contribuire ad accelerare processi di cambiamento già in atto. All’interno di questi processi non escluderei a priori che si ottenga un risultato di purificazione e di concentrazione dell’essenziale che contribuirà infine a dare alla Chiesa la caratteristica di pusillis grex tanto cara al Signore.