Il perdono dei celestini

Il #thread che vi propongo qui per la serie #PsychiatricStories forse è più un appello alla riconciliazione e al perdono che una storia.

Qui la raccolta di tutte le storie

https://www.ugoquinzi.it/category/cultura/scienza/psicologia/psychiatricstories/.

(1) Ho scritto che ancora manca una seria riflessione sul ruolo della Chiesa nei manicomi, soprattutto dei bambini. Non intendo ovviamente farla io in pochi tweet.

Semmai intanto trovare qualche ragione per un percorso di perdono da chiedere e da dare

(2) Nel 1973 viene pubblicato un pamphlet, “Il paese dei celestini. Istituti di assistenza sotto processo“, libro denuncia che raccoglieva la situazione giudiziaria di 19 istituti per minori, di cui 7 appartenenti ad Enti della Chiesa cattolica e 12 ad Enti non religiosi.

(3) Come metodo i curatori scelgono di riportare estratti delle indagini e delle sentenze.

Sconvolge leggere cosa fu possibile accertare. Ma pure quante amnistie e impunibilità per i responsabili.

Il libro digitalizzato si può scaricare dal mio blog.

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Ilpaesedeicelestini

(4) Dai dati raccolti, risultava che fossero finiti in tribunale 8 tra preti e religiosi, 10 suore (più 3 a cui fu risparmiata l’azione penale), 17 laici e 16 laiche.

I reati? Dall’omicidio alla violenza, dall’abuso dei mezzi di correzione alla truffa.

Tutti bravi cristiani.

(5) Le vittime, dirette o indirette, dei reati tutti bambini: sani, portatori di handicap, disabili mentali, sordastri…

Non era solo un’Italia povera, quella che emerge: è anche una società malata di apparenza, bigotta, incline a sfruttare ogni situazione pur di lucrare.

(6) Emblematico il caso del prof. Nicola A., dipendente INPS che gestiva società di comodo intestate a prestanome, tramite le quali stipulava convenzioni con… l’INPS per ottenere finanziamenti per istituti per minori. A questi ultimi faceva arrivare solo qualche goccia.

(7) Per ottenere linee di credito dall’INPS nessun problema. Papà Vincenzo A., influente consigliere INPS, trovava una corsia preferenziale per tutto ciò che riguardava le società del figlio.

Truffa continuata, interesse privato in atti di ufficio. E i bambini denutriti.

(8) Di quanti bambini parliamo? Numeri certi non si riesce ad averne. Nel 1968 ci sono 225.802 posti letto e 191.936 ricoverati.

Ma è tutto aleatorio. Si pensi alla “Casa di cura Santa Rita” di Gualtiero Mantovani e consorte: 25 posti letto ufficiali, 862 minorenni ospitati.

Gruppo di bambini figli di NN nel box di legno in befotrofio (Lombardia)

(9) La condanna? Lire 400.000 di multa.

Il dibattimento, più volte rinviato per malattia dell’imputato, non venne mai celebrato e infine non presentandosi la condanna è divenuta definitiva“.

Se ne occupò il @Corriere nel 1967. @JohannesBuckler avrà qualche cosa dell’epoca.

(10) La mania tutta italiana di mettere nomi di santi a ospedali, cliniche e istituti… un lasciapassare sociale.

A Prato c’è l’Istituto “Maria Vergine Assunta in Cielo“. Detto dei “Celestini“.

Il termine “celestini” finirà per identificare i minori istituzionalizzati.

(11) Fondato e diretto dal francescano p. Leonardo, l’Istituto alle ispezioni appare in cattivo stato di manutenzione e privo di igiene: per 300 bambini ci sono 3 vasche, 9 docce, 23 bagni.

All’anagrafe risultano ricoverati 75 minori, i vigili sanitari ne contano 230-280.

(12) I bambini sono sporchi, affamati, infestati da pidocchi, con bolle, lividi e segni. Le maestre notano le anomalie.

I racconti sono raccapriccianti. Bambini puniti con docce fredde, inginocchiati con le mani tra ginocchia e sassolini sul pavimento, bastonati, frustati.

(13) Il Vescovo di Prato (il Fiordelli di cui parla criticamente don Milani, v. post) dirà che non ne sapeva nulla. Vescovo buono a definire “pubblici concubini” persone sposate solo al comune, ma senza occhi su torture private di centinaia di bambini.

Un muro di foglio e di incenso

(14) A Cagliari c’è l’Istituto “Gesù Agonizzante” delle Ancelle della Sacra Famiglia. Suor Arcangela e Suor Vincenza uniche 2 imputate, contro altre 3 suore non si procede.

Accusate di sequestro di persona nonché di quello che c’è nello screenshot, che fa male solo pensarlo…

(15) Lia, 17 anni, fu ospite dell’Istituto “Suore missionarie del lavoro del Cuore Immacolato di Maria“. Testimonia: “Le bambine venivano picchiate. Analoghi sistemi – se non peggiori – li ho visti in altro istituto a Modena (Villa Serena). Le suore sono uguali dappertutto“.

(16) Nessuna inchiesta sul chiacchierato “Ospedale Psichiatrico Infantile” di Aguscello, tra il 1940 e il 1960 pare gestito da una congregazione di suore, che non ha risposto alla mia mail.

Un misterioso incendio insieme ad alcuni pazienti s’è portato via le cartelle cliniche.

(17) @crocerossa, proprietaria dell’immobile dal 1960 ad oggi, precisa che non si trattava di “manicomio” e che l’Istituto psicopedagogico ha cessato ogni attività nel 1970 per mancanza di fondi.

Lo stabile è ormai in abbandono, diventato una curiosità per amanti del mistero.
 
(18) Come in molti altri casi, hanno prevalso vergogna e desiderio di dimenticare. In tal modo i celestini sono stati colpiti due volte: la prima per le violenze subite, la seconda per la condanna all’oblio.

Per la Chiesa questo non può essere il punto finale della storia.

(19) Chiedere e offrire perdono sono atti che ricostruiscono relazioni, fanno ripartire la storia. Le ferite ricevute e quelle inferte devono trovare un senso nella volontà della riconciliazione.

Sulla loro forza trasformante ho riflettuto qui:

La ferita trasformata e trasformante. Riconciliazione tra noi

(20) Il mio pensiero di cristiano va a tutti i celestini, ai tanti senza un ricordo, senza un nome, senza un volto, per i quali la Chiesa non ha saputo mostrarsi madre e che sono stati violati proprio da coloro che avrebbero dovuto tutelarli.

Perdonateci.

@Pontifex_it @UCSCEI


Potete leggere la storia del perdono dei celestini anche su Twitter, seguendo il #thread.