Ritorno alle origini

Ritiro Gruppo Famiglie
Roma, 5-6 Ottobre 2013

Centro Pellegrini “Santa Teresa Couderc” – Roma

Ritorno alle origini
(un popolo in esilio)

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  1. Quattro passi con l’Israele biblico
  • L’antefatto

Israele realizza il suo sogno: ha una terra, è un popolo, ha la Legge. Ma (come sempre) è insoddisfatto. Vuole un re “come tutti gli altri popoli”: avrà Saul, poi Davide, poi Salomone. Ma la “scissione” interiore dei re giunge alla scissione del regno: a nord Israele, a sud Giuda, con due rispettive case regnanti.

Entrambi i regni conosceranno una serie di deportazioni, prima dagli Assiri, poi dai Babilonesi, a conclusione delle quali la coscienza di popolo e la pratica religiosa risulteranno molto più raffinate.

  • Il ritorno alle origini: il popolo “rientra” nel suo ruolo

Osea (VIII sec.) profetizzava al nord, nel regno di Israele. Il messaggio è chiaro: Israele sarà vinto ed esiliato dagli Assiri (721 a. C.) e quello sarà un tempo in cui il Signore parlerà al suo cuore: “Io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Os 2,16)

Tobi è uno dei deportati. Pratica la giustizia (cap. 1) e la insegna a suo figlio Tobia (cap. 4). Il suo racconto nel quale sperimenta l’intervento del Signore si chiude con una preghiera: “Ora guardate quello che ha fatto per voi e ringraziatelo con tutta la voce. Io gli do lode nel paese del mio esilio e manifesto la sua forza e la sua grandezza a un popolo di peccatori” (13,6-7)

  • “Perché proprio a noi?”: il popolo ritorna al suo “Sposo”

Circa nel 626 a. C. Geremia, nato a sud, vicino Gerusalemme, comincia a profetizzare che il regno di Giuda, allora governato da Giosia, andrà in esilio se non scende a compromessi con Nabucodonosor.

Nessuno gli dà retta, né Giosia, né suo figlio e successore Ioiakim, né il figlio di quest’ultimo Ioiachin.

Israele viene deportato in due fasi, nel 597 e nel 587 a.C.

Perché gridi per la tua ferita? Incurabile è la tua piaga. Ti ho trattato così per la tua grande iniquità, perché sono cresciuti i tuoi peccati” (Ger 30,15)

Curerò la tua ferita e ti guarirò dalle tue piaghe – oracolo del Signore –, poiché ti chiamano la ripudiata, o Sion, quella che nessuno ricerca” (Ger 30,17)

Fino a quando andrai vagando, figlia ribelle? Poiché il Signore crea una cosa nuova sulla terra: la donna circonderà l’uomo!” (Ger 31,22; cfr Os 2,18-19)

Daniele è un nobile deportato. La perseveranza nella fede da parte sua e dei suoi amici si spinge fino alla prova della vita; nel prendere consapevolezza che Dio non li ha lasciati soli i tre giovani proromperanno nel famoso inno: “Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, degno di lode e di gloria nei secoli” (Dn 3,52). La loro vicenda spingerà Nabucodonosor a riconoscere Dio: “Benedetto il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego” (Dn 3,95)

E che dire della regina Ester e del libro che la Bibbia CEI 2008 ci offre in due versioni, greca e ebraica, a testimonianza del grande fascino esercitato da questa figura e dalla sua storia?

  • Il ritorno a Gerusalemme

Si ricostruisce il tempio, si celebrano i sacrifici, si ricostruisce un tessuto sociale (Neemia 1-7). Soprattutto nasce il giudaismo (Neemia 8): una comunità religiosa unita dalla fede monoteista, dallo studio della Torah, e dalla speranza messianica. Nascono il Sinedrio e la sinagoga.

I testi biblici tacciono praticamente per un paio di secoli, fino al racconto dei fratelli Maccabei: siamo al tempo di Antioco IV imperatore seleucide dell’epoca ellenistica, 174-135 a. C. La fede è in pericolo, bisogna lottare per mantenerla.

  1. Il valore del tempo (una storia da raccontare)
  • Alcuni concetti chiave: il tempo passa e…

… le cose cambiano: la fedeltà resta. Un ritorno alle origini è un ritorno alla fedeltà.

… passa silenzioso; chi non fa silenzio rischia di perdere la memoria del futuro perché sempre proteso a guardare il passato. Un ritorno alle origini è recuperare la memoria del futuro.

… lascia segni, positivi e negativi. Un ritorno alle origini è sempre rilettura di segni.

… diventa storia. Si possono raccontare le favole, e c’è una morale anche in quelle. Ma nessuna favola mi costituisce per quello che sono. Un ritorno alle origini è ascoltare di nuovo il racconto di una storia, quella che mi ha reso chi sono.

  1. Il valore dei legami (le relazioni che ci costruiscono)
  • Relazione con tutti i beni creati (non escludo soldi, vacanze e mamma…): costruiscono se aiutano a raggiungere il fine per cui siamo stati creati, distruggono in caso contrario. Perciò: abbracciare i primi, respingere i secondi.
  • Esilio” dai propri bisogni e attenzione alle persone: vivere non “egoisti” ma “altruisti”.
  • Ritorno alle origini: capacità di recuperare legami costruttivi.
  1. Il valore degli obiettivi (le cose realizzate)
  • Ragionare per obiettivi, impliciti ed espliciti.
  • Esilio” dai propri progetti e attenzione all’attualità: vivere non “con-centrati” ma “de-centrati”.
  • Ritorno alle origini: riconoscimento di obiettivi raggiunti (cose realizzate)…
  • … ma secondo uno schema di collaborazione con Dio: “Benedetto sei tu Signore, Dio dei padri nostri”.