Il Segretario Fiorentino

Propongo la lettura dell’articolo comparso su lastampa.it di oggi a firma di Massimo Gramellini (che in generale non mi è proprio simpaticissimo). Bel pezzo, nel quale l’autore condisce con la consueta ironia una serie di (s)comode verità su Roma e dipinge con leggerezza il profilo del nuovo segretario del PD, Matteo Renzi, ad abundantiam il Superbo (ma anche Gramellini in proposito non scherza mica, eh?).

Come tutti i conquistatori di Roma, Matteo Renzi ha il problema di non venire conquistato. Lo si è capito già ieri, durante la prima visita alla cittadella espugnata. Il sovrano etrusco (venticinque secoli dopo Tarquinio il Superbo, che come denuncia il soprannome aveva in comune con Renzi una certa autostima) ha incrociato i muri di gomma contro cui va a scornarsi il decisionismo di tutti gli invasori dell’Urbe. Giornalisti smagati, burocrati inaffondabili e politici inafferrabili, categoria di cui Enrico Letta è il campione.

Va dato atto a Renzi di essersi difeso abbastanza bene. Ha nominato la segreteria in mezz’ora, neanche fosse il consiglio di amministrazione di una società svizzera di consulenza. Ha saltato il pranzo per evitare di finire attovagliato, direbbe Dagospia, in uno di quei ristoranti del centro che la romanità utilizza per fare precipitare in catalessi chiunque si sia messo in testa di cambiare qualcosa. E ha tenuto una conferenza stampa brevissima e sincopata pur di sottrarsi alle domande avvolgenti dei volponi di Palazzo, gente che ha visto passare papi, presidenti, capipopolo e marziani senza mai altra reazione che un lieve inarcamento di sopracciglia. Infine ha incontrato Letta cercando di rimanere sveglio e in parte riuscendoci addirittura. A quel punto è scappato a Firenze sano e salvo. Ma fino a quando? Roma è paziente e di solito vince sempre. Stavolta, per il bene di tutti, speriamo almeno in un pareggio.

Giannelli sul Corriere della Sera la vede così:

 

Bisogna prestare attenzione: