Roma fa guerra alla transizione ecologica
L’Amministrazione aveva fatto una cosa buona: un pannello solare termico collocato in modo non visibile su una terrazza del Museo del Foro Romano. Non disturbava nessuno e contribuiva al miglioramento energetico.
Era in contrasto con certe posizioni della Soprintendenza, ma non danneggiava niente e nessuno, anzi! Esempio di intelligenza e di buona prassi.
Nel mio lungo e non ancora terminato thread ci avevo scherzato, ironizzando sull’incongruenza.
Nel corso del colloquio con la Funzionaria è emerso che l’ostacolo maggiore al parere favorevole era “l’orribile colore nero” dei pannelli solari sui tetti di Roma.
Chi glielo dice che i suoi colleghi del Parco Archeologico del Colosseo sono di diverso parere cromatico?
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— Ugo Quinzi (@QuinziUgo) March 16, 2023
Cosa ti aspetteresti da persone intelligenti capaci di cogliere l’ironia?
Che scherzino pure loro, ammettano l’incongruenza, riconoscano i benefici ecologici della scelta e incoraggino prassi virtuose.
Invece accade l’impensabile: pannello rimosso!
Ma a distanza di un anno – NON CI CREDERETE MAI – il pannello è misteriosamente scomparso da satellite 🤭, lasciando solo una traccia sbiadita sul pavimento dell’avvenuta installazione.
Potere dei social 🤣🤣🤣
(la storia prosegue, a breve SUCCOSISSIME novità)
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— Ugo Quinzi (@QuinziUgo) March 22, 2024
Se osservate bene la foto a distanza di un anno, a terra sono visibili alcuni segni bianchi, quelli che delimitano l’area dove il pannello era stato installato.
Che dire?
Quando arzigogoli burocratici e grettezza di menti piccoline colpiscono pure la Pubblica Amministrazione c’è poco da fare. Si può essere mostruosamente bravi nel proprio campo, ma senza apertura mentale si dimostra solo scarsa umanità.
Purtroppo ci va di mezzo pure UNESCO, usata come paravento. Nei Siti UNESCO d’Italia non si vive più. Chi può fugge via. E tutto diventa un luna park.
Dati comuni ai Siti UNESCO italiani (Venezia, Le Cinque Terre, Firenze, Roma, solo per fare qualche esempio) sono spopolamento dei centri storici e incremento del turismo predatorio con le sue conseguenze: l’affermazione del commercio – anche abusivo – mordi e fuggi e la trasformazione alberghiera delle abitazioni.
Manca una visione politica.
UNESCO potrà dire che non dipende da lui, ma non altrettanto la politica italiana.
La politica ha di fatto rinunciato al suo ruolo, determinando il caos: i pareri delle Soprintendenze, in balìa del gusto e delle mode dei funzionari, sono diventati legge inappellabile.
Io penso che questa miserabile politica non faccia gli interessi dei Cittadini. E nemmeno quelli di UNESCO.
Monta un sottile senso di diffidenza, di rifiuto verso la prestigiosa Istituzione internazionale.
Ne sono ben consapevoli a Roma, dove stanno facendo un sondaggio.
Si vorrebbe capire se e quanto i romani conoscano e apprezzino il Sito UNESCO.
Posso dire, senza tema di smentite, che i romani non apprezzano ciò che impone limiti e paletti, togliendo spazio alla vita e alla libertà.
Se la colpa è di UNESCO, allora non apprezzano UNESCO.
Una politica lucida, seria, compresa del suo ruolo, saprebbe come mettere un argine all’Amministrazione per servire meglio i Cittadini e per non mortificarne le attese.
Saprebbe come compensare eventuali perdite dovute alla scelta di tutelare i luoghi più degli abitanti.
Sostengo con fermezza: prima le persone, dei ruderi.
Prima il vivere, del filosofare.
Prima un ambiente salubre, degli effetti cromatici.
Prima i Cittadini, del business.
Prima la politica, della burocrazia.
Prima la pace ecologica, della guerra alla transizione.
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