“E se i giusti fossero solo dieci?” Omosessualità e dintorni
L’argomento è di attualità. Non voglio sottrarmi dal parlarne e dare una risposta a quanti mi hanno chiesto un parere personale. Anzitutto desidero presentare la suddivisione del post: l'”indice” è costituito dai link che portano direttamente ai vari temi sviluppati. Comunque è possibile scaricare l’intero documento in formato pdf seguendo questo link.
- Introduzione
- 1. A mò di prefazione
- 2. Giustizia biblica
- 3. Problematiche attuali
- Discriminazioni delle persone omosessuali e riconoscimento della loro dignità
- Le teorie del gender
- Una posizione decisa e chiara sulla pedofilia
- Lo standard per l’educazione sessuale
- Tentativi di sdoganamento dell’attrazione sessuale ed emotiva nei confronti dei minori
- Il fenomeno della pedofilia: in aumento soprattutto in occidente
- Il linguaggio pornografico sfrutta suggestioni pedofile
- La tolleranza delle esperienze sessuali intergenerazionali
- In attesa di una parola chiara e non equivoca sugli atti sessuali intergenerazionali
- Riassunto
- 4. Il pregiudizio sulla Chiesa cattolica
- Lo scollamento tra dottrina della Chiesa e realtà sociali ha radici lontane
- Le condizioni del peccato applicate agli atti sessuali
- Un nuovo umanesimo
- Rifiutare la chiesa “satanica” per abbracciare la Chiesa pastorale
- Sapienza del cuore e compassione per aiutare le persone ad incontrare Dio
- Un linguaggio schierato non rispetta sempre la verità
- Contesto storico dei documenti ecclesiali: la risposta della Chiesa come reazione
- La Chiesa si interroga sulla pastorale per le persone omosessuali
- L’UE raccomanda le unioni tra persone dello stesso sesso
- Omosessualità e pedofilia tra i preti: decisioni drastiche della Congregazione
- Unioni omosessuali: no matrimonio, no famiglia
- In sintesi: una Chiesa troppo “reattiva” e poco “pastorale”
- Le “considerazioni” della Congregazione non sono dogmatiche né normative, ma solo “politiche”
- Riassunto
- 5. Le unioni
- Matrimonio e famiglia sono istituzioni in crisi
- Unioni non sono causa ma effetto del disagio intorno a matrimonio e famiglia di origini cristiane
- Nuzialità omosessuale: dall’esperienza numeri non significativi
- C’è un limite alla rivendicazione di diritti, presunti o reali?
- Le principali obiezioni all’omogenitorialità nelle unioni tra persone dello stesso sesso
- Riassunto
- Conclusioni
Poiché sono ben note le dinamiche della consultazione web (rapidità di accesso e conseguente riduzione del tempo di lettura degli articoli) e immagino che chi sia arrivato in questa pagina prema subito per la risposta, non faccio attendere oltre: sono personalmente propenso ad ammettere un riconoscimento giuridico delle unioni tra persone dello stesso sesso. Ciò detto mi preme aggiungere una precisazione di non poco conto: sono propenso con lo stesso cuore del padre della parabola del figliol prodigo (di cui ho scritto qualcosa qui).
Il padre della parabola è praticamente già morto nel cuore del figlio minore, quando questi gli chiede la parte di patrimonio che gli spetta per eredità. Al ragazzo non interessano ragioni, sa cosa vuole e non esita a considerare il padre un mero esecutore testamentario pur di attuare il suo piano. D’altra parte il padre sa bene di compiere un gesto inusuale, che mette a repentaglio il patrimonio familiare ma soprattutto la vita del figlio, un gesto dagli esiti incerti, imponderabili, un gesto che in cuor suo il padre non può approvare (almeno per via della cultura di cui è intriso), ma al quale non riesce ad opporsi per via dell’amore che prova per suo figlio. E lo compie nonostante la consapevolezza del dispiacere che avrebbe causato all’intera famiglia, in particolare a quel figlio maggiore che mai si era allontanato da casa e che sempre lo aveva servito e che al ritorno del fratello giudica “quel tuo figlio” un indegno sperperatore.
Pure la Chiesa, con il suo insegnamento, è praticamente già morta, nel cuore dei tanti figli piccoli che esigono la parte di patrimonio che spetta loro. Perché non bisogna dimenticare che l’amore fa parte del patrimonio della Chiesa, come la fraternità, l’unità, la concordia; e ne fa parte anche tutta la mentalità intorno al matrimonio che si è sviluppata durante i secoli, come la fedeltà e la fecondità. Così può accadere che alcuni figli reclamino “la parte di patrimonio” che considerano di loro diritto, pur senza esserlo. Un giorno, quando della Chiesa non ci sarà più bisogno e finalmente Dio sarà tutto in tutti, il patrimonio della Chiesa sarà distribuito ad ogni membro dell’umanità in modo equanime, senza distinzione di sesso, genere, inclinazioni o altro. Oggi può al più essere considerato un anticipo, in qualche caso reclamato persino da qualcuno che intende spenderlo come meglio crede.
Il padre della parabola avrebbe potuto negare al suo figlio questa possibilità. Non sarebbe stato biasimevole, nessuno avrebbe potuto rimproverarlo di privare il suo figlio minore di qualche diritto. Anzi sarebbe stato giudicato coerente verso la famiglia e giusto nei confronti della legge. Invece egli si pone nella condizione di essere vulnerabile e reprensibile e di esporre suo figlio ai pericoli di una vita da “dissoluto”. Se non vi fosse una ragione superiore nella stessa natura della paternità, dovremmo ammettere che quel padre si è comportato irrazionalmente e irragionevolmente. Forse la parabola, applicata ai nostri giorni, ci obbliga a ripensare il nostro modo di essere Chiesa in mezzo alle donne e agli uomini che ci interrogano e ci chiedono un supplemento di fede, di amore e di speranza.
A partire da – supponendo e mai dando per scontata – la prospettiva evangelica del padre della parabola, vorrei affrontare la questione su omosessualità e unioni legalmente riconosciute suddividendo la trattazione in cinque parti. Se non avete il tempo di leggere il post nella sua interezza, al termine di ogni singola parte troverete un riassuntino; oppure saltate direttamente alle conclusioni.
Ovviamente tutto rispecchia il mio pensiero, ma più salti farete meno vi saranno chiare le affermazioni che ritengo frutto di un’analisi documentata, rispettosa e attenta. Del resto il post si compone di oltre 18000 parole, di qualche decina di link (in proposito vi prego di segnalarmi se qualche link è inesatto, inesistente o cambiato) e di svariati riferimenti bibliografici; non tanto, considerato l’argomento.
Nella prima parte, quasi una prefazione, presento la difficoltà che potrebbe nascere affrontando senza onestà intellettuale un tema tanto caldo e faccio due precisazioni intorno alle mie intenzioni nel presentare la dottrina della Chiesa.
La seconda parte si sofferma sulla giustizia biblica: richiamo alcuni brani della Scrittura per evidenziare in che modo Prima e Seconda Alleanza affrontano l’argomento dell’omosessualità e ne rilevano la distanza dal disegno amorevole di Dio, al pari di tanti altri peccati; ma è doveroso ricordare che non esistono peccati imperdonabili.
Con la terza parte tratto con una certa ampiezza alcune problematiche attuali; non ci si può nascondere, infatti, che nell’ambito dei moderni movimenti omosessuali si riscontrino alcune problematiche che vanno affrontate con lucidità: quelle relative alle teorie del gender e quelle intorno alla pedofilia e all’efebofilia.
La quarta parte affronta il pregiudizio sulla Chiesa cattolica che spesso si presenta in modo autoritario e non autorevole, assolutista e non pastorale, chiudendo di fatto le porte a quanti pur vivendo condizioni esistenziali difficili e conflittuali, sono alla ricerca di Dio: “E se i giusti fossero solo dieci?”.
Nella quinta parte rifletto sulle unioni tra persone dello stesso sesso, che si pongono a livello di “contratto” non potendo mai aspirare ad ottenere un riconoscimento sacramentale e certamente non riuscendo ad equiparare a livello culturale il “matrimonio naturale”. Si tratta, a mio avviso, di un artificio giuridico che sembra riuscire a dare ad alcune persone la sensazione di “non distinguersi” più dagli altri, di essere come tutti.
Cerco, infine, di raccogliere una sintesi di quanto detto nelle conclusioni.
La pubblicazione di questo post è temporalmente (con una lunga attesa) successiva alla mia riflessione (filosofica) sulle teorie del gender (qui). In realtà l’avrebbe anche preceduta, ma come spiegato più estesamente nell’altro post, mi sembrava importante dare il giusto spazio alla comprensione del background contemporaneo e ad alcuni suoi punti problematici. Di fatto i due post si richiamano e si implicano, tanto che ritengo improbabile una completa comprensione dell’argomento senza la lettura di entrambi.
I rapidi sviluppi degli studi e dei movimenti sociali (tra i quali includo qui pure il pensiero sociale della Chiesa) a volte rendono obsolete le considerazioni più contingenti. Un esempio è dato dall’esame della legge sulle unioni civili in discussione presso il Parlamento italiano in questi giorni. Alla data in cui scrivo risulta essere in predicato persino la denominazione (“unioni civili”), che in altri contesti era giunta a diventare sinonimo di “matrimoni gay” e che ora pare legalmente attestarsi in una più asettica “formazioni sociali specifiche”.
Per quanto mi riguarda, intendendo non tanto scrivere un articolo di carattere giornalistico ma esporre il mio pensiero motivandolo e spiegando le ragioni che lo sostengono, sto tenendo fede alla struttura iniziale del post, risalente all’ottobre di un anno fa. Del resto contro chi avesse intenzione di contestare un post col timore che nasca già vecchio, posso anche argomentare che io sono sempre più vecchio di quello che scrivo.
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TEORIA GENDER
Che questa fantomatica teoria del gender si preoccupi di “assicurare ad ogni persona la libertà di scegliere a quale gender (genere sessuale) appartenere”
è un’idea dell’autore (e infatti il link porta a un convegno di “Scienza e vita”, non a posizioni ufficiali dei teorici gender, che ovviamente non esistono).
Semmai gli studi di genere studiano il ruolo delle identità sessuali nella cultura e accettano il fatto (innegabile) che alcune persone possano avere una percezione della propria identità sessuale non coincidente con il proprio sesso biologico. Il che non vuol dire che “scelgano” (sinonimo di libera volontà) di voler cambiare sesso. Al contrario, ciò dimostra che l’identità sessuale non è volontaria (chi andrebbe incontro a trattamenti pesanti e spesso chirurgici avendo la scelta di accettare il proprio corpo?). Semmai sono le posizioni di “Scienza e Vita” che assumono la facoltà di libera scelta della propria identità sessuale, assunzione chiaramente smentita dalla realtà.
PEDOFILIA
Non si capisce il perché della dissertazione sulla pedofilia e l’efebofilia. Gli esempi riportati, tranne il primo sull’ILGA, fanno riferimento a comportamenti eterosessuali, e infatti l’autore scrive esplicitamente che non è dimostrato nessun legame tra omosessualità e pedofilia. Poi la discussione prosegue e l’autore decide (forse sulla base di qualche post su un blog gay??) che i movimenti omosessuali italiani non lottano con convinzione contro la pedofilia.
Altrettanto arbitrariamente l’autore decide che “si può dire che sono state adottate contromisure energiche, in grado di reagire efficacemente contro il problema della pedofilia tra i ministri ordinati della Chiesa cattolica. Le condanne più volte ripetute ad alta voce (insieme alle richieste di perdono) fanno scuola per chi non ha ancora mostrato lo stesso coraggio.” (sic!)
E’ interessante sottolineare l’esperienza del gruppo olandese NVD, che si è disciolto da solo. La moderna concezione della sessualità è basata sul mutuo consenso (che poi è il motivo per cui l’omosessualità è sullo stesso piano dell’eterosessualità), per cui la pedofilia è automaticamente fuori gioco. Se invece la moglie è tenuta ad adempire i doveri coniugali perché non ha eguale dignità del marito, chi può decidere quale sia l’età minima a cui una ragazzina possa sposarsi… e allora magari un bambino…
PS: evidentemente la pedofilia maschile è la più frequente nei casi ecclesiastici (ma è davvero così?) essendo il mondo ecclesiastico prevalentemente maschile.
OMOSESSULITA E BIBBIA
Tutto giusto. Forse andrebbe precisato che la Bibbia (tranne forse tra David e Gionata) non conosce rapporti un’affettività omosessuale, e dunque la condanna dei comportamenti omosessuali è difficilmente applicabile all’omosessualità moderna.
Inoltre, è vero che insieme all’omosessualità sono condannati anche “l’incesto, l’animalismo, l’adulterio e i sacrifici umani”, tutte attività per cui la condanna resta valida in gran parte anche oggi. Ma sono considerati impuri, e nello stesso libro, molti altri comportamenti che oggi la Chiesa ha deciso (arbitrariamente?) di accettare (prescrizioni alimentari, impurità delle donne mestruate, insieme all’accettazione della schiavitù).
In generale, i comportamenti sessuali socialmente accettati nella Bibbia impediscono di decidere oggi cosa pensare dell’omosessualità sulla base delle norme bibliche.
UNIONI CIVILI O MATRIMONIO?
Volevo terminare su questo tema, il più interessante per me ateo. Però non riesco a criticare l’ultima parte del post perché qui è assente qualsiasi tipo di ragionamento.
Menziono solo alcune perle che mi lasciano molto perplesso visto il livello meglio documentato delle prime parti del post:
– “un desiderio che pone in essere un malinconico simulacro, senza poter mai giungere (per limiti intrinseci) alla pienezza di significato del matrimonio tradizionale, dove la complementarietà dei coniugi e la “naturale” espressione dei rapporti non possono essere facilmente messi in dubbio (se non in virtù di funambolismi logici ed emozionali) ed escono vincitori da qualsiasi confronto.”
Non si capisce da quali confronti escano vincitori le unioni etero, e quali siano i limiti intrinseci di cui si parla. Se due gay non fossero complementari non starebbero insieme. E’ ovvio che due uomini gay sono complementari quando un uomo e una donna etero (altrimenti perché starebbero insieme!!)
– “il diritto alla felicità fa sorgere degli obblighi sia di carattere morale che di carattere giuridico. … in tali obblighi è inscritto anche lo spirito di sacrificio e di abnegazione, la capacità umana di farsi carico delle proprie difficoltà e di condividere quelle degli altri, il senso di rinuncia e di compromesso per un bene superiore.”
A quanto pare per l’autore queste qualità sono assenti nelle unioni gay, anche se non si capisce su quali basi lo si affermi.
– “in una coppia dello stesso sesso il concepimento della vita non potrà seguire da un atto umano” (è quindi un atto DISUMANO? o DIVINO?)
– “è ancora dibattuto quanto possa considerarsi buono lo stile di vita di un bambino inserito in un nucleo umano dove siano presenti solo persone dello stesso sesso” FALSO
“La benedizione evocata da Paolo nulla ha in comune con la benedizione della Chiesa circa le unioni tra persone dello stesso sesso. La Chiesa ha già esperienza triste di benedizione di armi e di guerre”
le unioni omosessuali come le guerre, questa non è nuova…
“Ai politici spetta valutare … le scelte migliori per il bene comune, anche se in apparenza (o in effetti) esse potrebbero non corrispondere con quanto suggerirebbe la retta ragione”
E come valutare le scelte migliori se non con la retta ragione? Sragionando?
Tu sei un grande!
Peccato che alle tue ottime osservazioni non sia seguita nessuna risposta da parte dell’autore. Ma mi chiedo cosa avrebbe potuto controbattere ai tuoi ragionamenti, se non la difesa testarda di posizioni arbitrarie – che il tuo ragionamento ha mostrato proprio in tutta la loro arbitrarietà.
Grazie Don Ugo per il documento. Si apprezza la cura e il profondo riflettere prima di esprimere concetti o pensieri personali sugli argomenti.
Di grande interesse e ne sottolineo solo una parte perché non comprendo l’origine della tua valutazione.
“Nello specifico l’omogenitorialità non pare possa assicurare il rispetto del diritto del bambino a vivere con i propri genitori (atteso che il concepimento avvenga con il ricorso a tecniche di fecondazione assistita di tipo eterologo), mentre potrebbe configurarsi come “violenza” nei suoi confronti il privarlo di una figura di riferimento paterna o materna a seconda dei casi.
Forse mancanza di contatti diretti con situazioni familiari come queste ?
La vita può lasciarti orfano, ma non privo di chi ti ama esattamente come un genitore.
E’ una responsabilità quella di alzare il bambino al cielo che assumi, e con l’aiuto di Dio che certo non mancherà amore in questa famiglia che potrà essere felice.
Tante situazioni bilanciate e sacramentate sono sì oscure.
Preferisco vedere l’amore crescere dove mai avresti pensato. Spontaneo.
Dono di Dio si potrebbe dire