Esiste ancora quell’elettrodomestico chiamato televisore?
Accaduto ancora oggi. Massimiliano. Tra le tante persone salite a vedere la nuova reggia dove vivo chiede: “E la tv? Dov’è?”
Incredibile, penso, come taluni notino subito l’assenza della tv.
Non ho la tv, gli spiego. Non la guardo.
Lui punta il divano e incalza: “Hai il divano, piazzi lo schermo dall’altra parte…”
Non guardo la tv, gli ripeto. Arrivo alla sera stanco, dopo una giornata lunga di lavoro: chi ha voglia di guardare la tv, le serie infinite, i tg delle cattive notizie e del diritto di cronaca sbandierato per infilarsi nelle mutande o nei portafogli di chiunque e sbattere il mostro in primapagina, i filmettini demenziali, la pubblicità, palese o occulta, che inebetisce le masse e le fa sentir bene con “tua a soli diciottomila euro”, i talk show tutti-uguali-dove-si-litiga-sempre-perché-sennò-lo-share-scende ?
Ho cominciato a guardare la tv così, quando il televisore era solo un elettrodomestico, un cubo pesante di legno, vetro e ferro, con il suo trespolo e l’immancabile trasformatore stabilizzatore, al tempo in cui – i più giovani non lo ricordano – in Italia la corrente era a 125 volt (42 Hz) e passata a 220 volt (50/60 Hz) nel 1965 non è che tutti si ricompravano gli elettrodomestici… Il tutto in bianco e nero a valvole termoioniche, con attesa di alcuni minuti prima che si scaldassero tutte! E le trasmissioni avvenivano in un sano analogico, che bastava meteo poco poco sereno per disturbare definitivamente la partita! E c’era UN solo canale!
Non ditemi che la tv non è più un elettrodomestico! Io le ho viste le file ai negozi per accaparrarsi il primo tv a colori (schermo a fosfòri), e poi quelle per il tv LCD (cristalli liquidi), e poi quelle per il tv PDP (plasma), e poi quelle per il tv LED, ora quelle per il tv OLED…
Ho visto la follia collettiva di possedere un distillato di superba tecnologia semplicemente per vedere un tg o Amici o Sanremo come se fossi lì, che non si capisce se sia più la vanità di possedere e mostrare agli amici l’ultimo modello o l’orgoglio di aver compreso la struttura di un programma tv, il suo messaggio, i suoi contenuti che senza quell’ultimo modello del sacro apparecchio mai sarebbe stato possibile…
L’oscuro oggetto del desiderio, la finestra sul mondo, il senso del potere-di-cambiare-programma, la spensierante scatola magica dentro cui si muove un microcosmo di finzione e qualche fantastiliardo di dollari di business li lascio a voi in grado di apprezzarli.
Non mi diverto più allo spettacolo, avrò fatto il mio tempo o avrò solo aperto gli occhi dopo aver provato sulla mia pelle gli effetti della dissociazione tra vita vera e mercato degli esseri umani dei pupazzetti OLED, ma i miei soldi, il mio tempo o quel che ne resta, la mia intelligenza, i miei affetti sono troppo preziosi per sprecarli così.
Ah! E mi risparmio pure canone e abbonamenti vari!