Il Sinodo dei giovani tra vocazione e missione

Articolo scritto per il Bollettino della Postulazione delle Figlie della Chiesa

La XV Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi, convocato per ottobre 2018, tratterà il tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” (sito web). In vista dell’Assemblea dal 19 al 24 marzo 2018 si terrà a Roma una Riunione pre-sinodale alla quale parteciperanno giovani provenienti dalle diverse parti del mondo.

Il documento preparatorio (che ha proposto un questionario come strumento di lavoro) ha citato il Messaggio del Concilio Vaticano II ai giovani (8/12/1965). In realtà il Messaggio era di Paolo VI, che a conclusione dei lavori conciliari ne inviò otto: ai padri conciliari, ai governanti, agli intellettuali e agli scienziati (consegnato simbolicamente a Jacques Maritain), agli artisti, alle donne, ai lavoratori, ai poveri e agli ammalati, e per ultimo ai giovani. Sono messaggi brevi, come piccole gemme incastonate nel ben più articolato gioiello che è il Concilio; sarebbero da rileggere con calma, ci riportano più prossimi all’animo che mosse i padri conciliari durante i 4 anni di quella “imponente «revisione di vita»”, come la chiama il santo Papa

Riprendiamo qui due passaggi del Messaggio ai giovani.

Per voi giovani, per voi soprattutto, che la Chiesa con il suo Concilio ha acceso una luce, quella che rischiara l’avvenire, il vostro avvenire. La Chiesa è desiderosa che la società che voi vi accingete a costruire rispetti la dignità, la libertà, il diritto delle persone: e queste persone siete voi. Essa è ansiosa di poter espandere anche in questa nuova società i suoi tesori sempre antichi e sempre nuovi

 

Il primo elemento da sottolineare è la visione profetica del Concilio al centro della quale si trova la società umana e il suo futuro. Non quindi se stessa – la Chiesa – che invece quando manifesta il desiderio di “espandere i suoi tesori” lo fa in modo strumentale alla dignità, alla libertà e al diritto delle persone. Il Sinodo dei giovani avrà avuto successo se non avrà trascurato questo elemento profetico, rimanendo nel solco del Concilio Vaticano II: dovrà aiutare i giovani a scoprire e realizzare la loro vocazione in favore della società umana, facendo in modo che le comunità cristiane rifiutino la tentazione di educare giovani al servizio di se stesse.

È a nome di questo Dio e del suo Figlio Gesù che noi vi esortiamo ad ampliare i vostri cuori secondo le dimensioni del mondo, ad intendere l’appello dei vostri fratelli, ed a mettere arditamente le vostre giovani energie al loro servizio. Lottate contro ogni egoismo. Rifiutate, di dar libero corso agli istinti della violenza e dell’odio, che generano le guerre e il loro triste corteo di miserie. Siate: generosi, puri, rispettosi, sinceri. E costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!

 

Il secondo elemento da sottolineare è la portata cosmica della condizione giovanile intercettata dal Concilio, finalizzata alla lotta contro l’egoismo. L’obiettivo di un buon educatore è ottenere che il discepolo faccia cose più grandi di lui (cfr Gv 14,12). In questo senso chiusura al mondo e mortificazione dell’entusiasmo sono da considerarsi autentiche contraddizioni della missione dei giovani e un fallimento dell’opera educativa. Perciò c’è da attendersi che il Sinodo dei giovani tracci con risolutezza un percorso ecclesiale nel quale l’opera educativa si rivolga ad un modello giovanile che non faccia delle proprie comunità, dei propri gruppi né un rifugio sicuro e inespugnabile, barricato contro le tempeste del mondo esterno né una torre di virtù cristiane ma incapaci di incidere nella storia per costruire il mondo concreto migliore di quello attuale.

Vocazione e missione vanno inscindibilmente insieme. Alla corretta comprensione di questi due elementi è appeso il risultato del Sinodo dei giovani.