Dio rivela se stesso
PARROCCHIA SAN FILIPPO NERI
Cappella delle Suore Riparatrici del Sacro Cuore
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Catechesi degli Adulti
a cura di don Ugo Quinzi
Domenica 16 ottobre 2005
“Dio rivela se stesso. Il ruolo della rivelazione nella fede giudaicocristiana”
1. Introduzione: perché e cosa è la catechesi
- a. La catechesi è una parte dell’intero complesso dell’evangelizzazione. Essa si rivolge principalmente a chi già è stato dal Signore chiamato alla fede.
- b. “La catechesi è un’educazione della fede dei fanciulli, dei giovani e degli adulti, la quale comprende in special modo un insegnamento della dottrina cristiana, generalmente dato in modo organico e sistematico, al fine di iniziarli alla pienezza della vita cristiana” (Catechesi Tradende, 18).
- c. Caratteristiche principali: gradualità (dal più conosciuto al meno noto); adattamento (a ciascuno il suo); completezza (non tutto, ma totalmente); finalità di amore (non è più santo chi più sa, ma chi più ama).
- d. Infine: ci nutriamo tutti i giorni, cerchiamo di scoprire cose nuove dalla finestra sul mondo che è il televisore, chiacchieriamo di tutto con tutti… perché non nutrire il nostro spirito? Non scoprire cose nuove su Dio, sulla fede e sulla chiesa? Perché non chiacchierare tra di noi di quella fede che altrove non ha diritto di cittadinanza? Insomma: crescere nella fede, nella speranza e nella carità non è questione solo dei bambini e dei preti.
2. Piccola storia degli antichi romani
- Conosciamo un po’ tutti che gli antichi romani erano molto credenti. Nella loro fede si possono distinguere varie fasi:
- I. la religione degli antenati. La fase più antica, comune a tanta umanità
- II. la religione mitologica. Gli dei importati dall’antica Grecia
- III. la religione egizia. L’innamoramento dell’esotismo
- IV. la religione misterica. Destinata a pochi iniziati, aveva il fascino dell’oriente
- Il cristianesimo riesce a penetrare nelle città e nelle fasce più elevate della popolazione, ma non nei villaggi (villaggio = pagus, da cui il termine “pagano” = “paesano, villico). Attenzione! È importante: 1) saper distinguere tra cose sostanziali e cose accessorie della propria fede; 2) saper rimettere in discussione non la fede, ma il proprio modo di concepirla; 3) saper approfondire sempre le nozioni che si possiedono, senza accettarle supinamente (ma: no alla fede fideistica, no alla fede razionalistica).
- Conclusione: tutti gli uomini di tutti i tempi di tutte le culture di ogni parte del mondo hanno
sempre posseduto una forma di religiosità.
3. L’uomo alla ricerca di Dio
a. Le domande fondamentali:
I. esistenziali: chi sono, perché sono nato, da dove vengo, dove vado?
II. cosmiche: perché esiste qualcosa invece che niente? Chi l’ha creato?
III. legali: da dove provengono il diritto e la giustizia?
IV. etiche: chi si comporta bene ha dei vantaggi rispetto a chi si comporta male?
V. Filosofiche: perché esiste il male?
b. La risposta:
I. ammissione della finitudine e dell’imperfezione dell’uomo;
II. la speranza dell’esistenza di un essere superiore all’uomo stesso;
III. l’indagine tra le cose create, in apparenza più forti e grandi dell’uomo;
IV. il sospetto che l’essere superiore potrebbe non essere buono;
V. l’attesa continua di segni, che però si presentano come non facilmente interpreta
bili (ambiguità e sproporzione del segno).
4. Dio alla ricerca dell’uomo: la rivelazione giudaicocristiana
a. L’ebraismo non è l’unica religione che si presenta come “rivelata” (problema: chi ha ragione?)
b. Caratteristica fondamentale: l’iniziativa parte da Dio (non l’uomo che sale fino in cielo per ap
propriarsi di qualcosa di divino, come Prometeo, ma Dio che si china fino alla terra per donare
all’uomo la sua amicizia, come Gesù il Nazareno)
c. La preoccupazione principale di Dio: rendersi “intelligibile” all’uomo. Ma: come è possibile
mediare razionalmente la sovrabbondanza di senso di Dio? “Si comprehendis, non est Deus”
(S. Agostino).
d. Finalmente: la storia (della salvezza) e l’esperienza (religiosa) sono le mediazioni attraverso le
quali Dio “si racconta” all’uomo. E mentre si racconta, dice:
I. chi è lui, cosa pensa del mondo e dell’uomo, quale futuro riserva alle sue creatu
re, cosa chiede in cambio;
II. chi è l’uomo, che tipo di rapporti può stabilire in modo sano, quale responsabilità
ha nei confronti di Dio e della sua salvezza, qual è il suo destino finale.
e. Storia giudaica: il criterio dell’alleanza come principio operativo. Noè, Abramo, Isacco, Gia
cobbe (Israele); Mosè, popolo di Israele. Una serie di alleanze successive, che producono ri
sultati storicamente apprezzabili (il popolo di Israele “sa” di essere popolo solo grazie all’in
tervento di Dio) ed esperienzialmente validi (le persone cambiano, gli uomini crescono in sa
pienza e grazia, i popoli stringono alleanze e cercano la pace).
f. Storia cristiana: il criterio dell’alleanza resta un principio operativo, ma è completato dalla rea
lizzazione personale di Dio in Cristo (“Non sono venuto ad abolire la legge, ma a darle compi
mento”).
g. Le domande fondamentali dell’uomo hanno rivelato la sostanziale “divinità” dell’uomo stesso,
il quale trova in Dio il suo ideale completamento e compimento. In Cristo Dio si “umanizza”.
L’apice della rivelazione è: piena e completa comunione tra Dio e uomo.