Il Dottor Stranamore, ovvero questa lucida follia della devastazione politica

Proprio ieri sera ho voluto riguardare il film di Stanley Kubrick datato 1964 Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba (titolo in inglese: Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb), con il poliedrico e mai abbastanza rimpianto Peter Sellers (fonte). Per chi volesse qui lo streaming gratis.

La trama del film si muove attorno ad una crisi internazionale tra gli USA e l’URSS di allora (parliamo sempre del tempo della guerra fredda) causata da un improvviso ed immotivato attacco aereo nucleare ordinato dal generale Jack D. Ripper (nome dalla strana assonanza con “Jack the ripper” che in inglese sta per “Jack lo squartatore”), impersonato da un credibilissimo Sterling Hayden. Ovviamente i nomi di molti personaggi di questa commedia nera possiedono un significato allegorico, perciò il collaboratore di Ripper, impersonato da Sellers in uno dei suoi tre ruoli, è il colonnello Lionel Mandrake. Mandrake, come il grande mago dei fumetti. E in effetti il colonnello Mandrake farà una sorta di magia, riuscendo a carpire dagli appunti di Ripper il codice segreto necessario a ordinare il rientro degli aerei. Tutti gli aerei, tranne uno.

Forse il problema della “bomba“, intesa come bomba atomica, oppure bomba all’idrogeno, oppure la temibilissima “bomba fine di mondo” composta da un non meglio identificato elemento “Cobalto Torio G”, non è tanto sentito oggi come lo era allora. Per quanto io sia personalmente convinto che fintanto esista anche UNA sola “bomba” esiste un serio problema.

Ma non ho potuto fare a meno di cogliere nel film qualche analogia con la contemporaneità. Mi ha lasciato sorpreso l’attualità di alcuni dialoghi (più monologhi, invero) nei quali si gettano Ripper e Stranamore. Il primo, ossessionato dai comunisti, crede che questi ultimi siano responsabili della “fluorocontaminazione dell’acqua… forse il piano più mostruoso che i comunisti abbiamo mai concepito ai nostri danni“. E sospetta che siano impegnati anche nella contaminazione del sale, della farina, dei succhi di frutta, dello zucchero, del latte, dei gelati, “quelli per i bambini“. Tutto cominciato nel 1946, dopo la fine della seconda guerra mondiale, quindi “tutto combina… È ovvio, non le pare?“.

A questo punto come evitare l’immediato affiorare alla coscienza dell’italico spettatore dei moderni dibattiti relativi alle temutissime scie chimiche e a tutti i presunti complotti ambientali e sanitari orditi dai più vari soggetti ai danni della collettività? Viene da pensare quanto sia facile che personaggi dal complicato equilibrio psichico, travagliati e paranoici, possano creare problemi enormi qualora, con le loro deliranti convinzioni, raggiungano posizioni di responsabilità, di comando, di controllo.

A proposito di complotti, il regista riesce in modo magistrale a coprire di ridicolo la figura del generale “Buck” Turgidson (impersonato da George C. Scott), incline a vedere in ogni evento o contrattempo la possibilità di un intrigo comunista. Al punto di arrivare a prospettare lo sfruttamento della situazione a vantaggio degli USA con un attacco che non produrrebbe “più di dieci… venti milioni di morti“.

E a nessuno viene in mente la scena politica italiana che si è riempita di personaggi ossessionati da potenze economiche straniere che avrebbero agito ai danni della Nazione? La ricetta in tasca, sintetizzabile in pochi limpidissimi punti, sembra sempre facile e alla portata di mano. “L’euro è insostenibile e prima o poi – diciamo – crollerà su se stesso… l’uscita di un grande Paese del sud rappresenterebbe probabilmente la fine dell’euro… l’esito più razionale… è… quello che la Germania se ne vada… l’euro fa lavorare poco le imprese italiane… lasciando che la Germania rivalutasse – per esempio – noi trarremmo un beneficio… in una eventuale uscita – che potrebbe essere causata da noi o da altri, si badi bene – il Governo Italiano… potrebbe tranquillamente ridenominare i mutui da euro in lire… non è vero che una svalutazione si trasla immediatamente e totalmente sui prezzi interni… la svalutazione del cambio si trasla per un 50… 60 percento sui prezzi interni su tempi poi molto dilatati… di un paio d’anni… la Germania sarebbe morta se l’Italia svalutasse del 20 percento in un giorno“.

Di sicuro il dottor Stranamore, personaggio con la sindrome del braccio alieno, riemerso da un passato nazista mai completamente rinnegato, anzi con una ideologia piena di promesse future affascinanti al semplice costo della distruzione del presente, risulta più credibile nel suo cognome tedesco: Pervert Liebe, amore pervertito. Amore malato.

Cosa ama il dottor Stranamore (che il Presidente Merkin Muffley, sempre Sellers, chiama “professore”; ma nella realtà ci sarebbe davvero qualcuno disposto a farsi chiamare professore quando non lo è?)? Ama incantare, ama razionalizzare la tragedia dell’annientamento, ama alimentare speranze bizzarre sulla sopravvivenza rispetto allo sterminio atomico: “Io non escluderei la possibilità di conservare un nucleo di esemplari umani… sarebbe piuttosto facile… in una delle nostre miniere più profonde… in qualche settimana si potrebbero approntare le sistemazioni per renderli abitabili… (Presidente Merkin Muffley: E quanto ci dovremmo restare là sotto?) io dico che ce la caveremmo con cento anni… col sole artificiale manterremmo la vita vegetale… (Presidente Merkin Muffley: Non vorrei essere io a decidere chi sta giù e chi sta su) questo non sarà necessario, Signor Presidente: se ne occuperà un cervello elettronico… naturalmente sarà necessario comprendere nel numero i più alti esponenti del Governo e delle Forze Armate affinché possano trasmettere i principi gerarchici e nazionalistici… s’intende che si riprodurrebbero tantissimo perché il tempo sarebbe tanto e il da fare poco… e con una opportuna tecnica di allevamento e con un rapporto – facciamo – di dieci femmine per ogni maschio io ritengo che si potrebbe risalire alla produzione lorda attuale di figli in un periodo – diciamo – di venti anni…“.

Come non pensare agli incantatori moderni che predicono titoli al portatore di piccolo taglio che “in breve tempo diventerebbero di scambio comune“? Quei titoli farebbero la magia di una caverna riparata dalla radioattività, alimentata dall’energia nucleare e riscaldata da un sole artificiale (tutto in qualche settimana). “Nel momento stesso in cui decido di non adoperare più l’euro o anche soltanto di entrare in una discussione dura per trovare le modalità di smantellamento… non potrebbe più succedere che la gente si troverebbe con la paura di non avere il contante perché altrimenti Francoforte non ti fa più vedere l’euro… perché avrebbe già i minibot“.

Dove sta andando la politica in Italia (e forse non solo)? Dov’è il comandante? Non è chiaro se il comandante sappia esattamente cosa faccia cavalcando una bomba atomica che di lì a poco concluderà la sua esistenza e quella di milioni di persone. Nel film il comandante sembra convinto di fare la cosa giusta. Nella realtà sarebbe tempo di porre fine a questa lucida follia della devastazione politica, che non si preoccupa più e ha finito per amare la bomba.