Sono una foglia secca sbattuta al vento
Nico è un giovane tra i primi che ho conosciuto nel mio servizio in struttura e che periodicamente torna. Stavolta, come lui stesso mi dice, non capisce il motivo di questo ricovero; gli hanno detto che è causato dai suoi deliri mistici.
Nico conosce la Bibbia, la legge di continuo, la cita a memoria. E sulle sue conoscenze fa tante costruzioni. Passa intere giornate, ore e ore, a meditare, riflettere e costruire.
Nico mi ha voluto leggere un suo scritto, accompagnandolo da qualche commento estemporaneo. Al termine gli ho chiesto se gli andava di regalarmelo e lui non se l’è fatto ripetere due volte. Si è illuminato con un sorriso, ha allungato la mano e me lo ha dato. Gli ho chiesto se era d’accordo che io lo pubblicassi sul mio blog e mi ha risposto “Magari!”.
Com’è la spiritualità di un paziente psichiatrico? Come si fa a riconoscere la via sottile che separa la santità dalla follia? Ringrazio Nico di avermi permesso di condividere il suo scritto, la sua preghiera di paziente psichiatrico, due facciate di un foglio, che pubblico di seguito con qualche semplice correzione formale.
Padre onnipotente, se dovessi dirti che non ho paura un po’ di tutto, mentirei. Mi sento ai tuoi confronti un vigliacco a dirti “paura”, ma ho timore della tua parola e delle mie poche risposte che riesco a darmi.
Lo comprendo solo a metà il perché del percorso di questo ricovero. Comunque non voglio essere un ipocrita con te, o Signore.
Per me la vita è stata dura fin dall’infanzia ma ho sempre sentito in me una marcia in più, invece o meglio forse era una marcia in meno, ma protetta da te. Ora mi sento – e lo sono – il più stolto dei miei compagni. Quello che ti chiedo è la pace.
Io cerco quello che tu sai, quello che ho e quello che adesso non ho. Non mi fido di nessuno e per questo amo la solitudine. Ma è scritto: Faccio i miei angeli come fiamme e i miei servi come venti.
Ora sono una foglia secca sbattuta al vento, malato e imperfetto nel corpo e povero di spirito, il tuo Santo Spirito, o Dio. Io non farò lotta contro coloro che si fanno beffe di me, ma io dirò: è scritto fin dall’inizio: Io sono colui che è. Tu, o Signore, sei il mio Dio, l’unico Dio e non avrò altro Dio all’infuori di te. È scritto alla fine dell’Apocalisse: L’angelo dice: non adorare me, io sono un servo come i tuoi compagni i profeti e tutti adorerete solo Dio, Padre onnipotente, onnipresente, onnisciente.
Io sono venuto a compiere una sfida celeste. È scritto: Non agli angeli è sottomesso il mondo ma all’uomo. Significa che Dio dà lezioni di vita anche agli dei chiamati esseri superiori.
Se io dicessi che Dio mi ha consacrato e mi chiama figlio…