Bollo in posta? Storie di ordinarie italiche odissee
Come ogni anno è arrivato il momento di pagare la tassa automobilistica regionale, ancora dai più amichevolmente chiamata “bollo auto” (perché parlare di tasse non piace a nessuno). In questo caso motociclistica, perché il mezzo in questione è su due ruote.
Un paio di mesi fa ricevo regolare l’avviso di scadenza dalla Regione Lazio. Una cortesia apprezzabile, se fosse pagata dal Governatore e non dai contribuenti. Perché io ricordo benissimo quando devo pagare. E sicuramente sarebbe meno oneroso per la collettività verificare a posteriori chi ha pagato nei termini e chi no ed inviare un sollecito bonario solo a questi ultimi. In tempi di spending review si potrebbe risparmiare qualcosina e non farebbe male a nessuno.
Lo scorso anno, per esempio, ho pagato in ritardo dal momento che ero fuori. I termini però sono perentori: si può pagare solo dal giorno successivo alla scadenza del bollo per l’intero mese. Se si sfora un giorno ci sono sanzioni ed interessi. Se uno, per motivi suoi, volesse anticipare non si può. Misteri all’italiana. Ed ho pagato qualche buffa sanzione con interessi annessi.
Ma quest’anno ero perfettamente in tempo e in regola. Nella lettera della Regione mi si informa anche del costo dell’operazione. All’ACI (che dovrebbe essere un club di automobilisti – quindi dalla loro parte – e non un ente riscossore dello Stato) sia via internet che nelle delegazioni il costo ammonta a 1,87 euro. Per nulla differente dalle agenzie auto autorizzate, dalle tabaccherie e dagli sportelli bancari. Uno si chiede dove sarebbe la convenienza se poi tutti questi soggetti sempre all’ACI devono fare riferimento.
Però leggo compiaciuto che negli Uffici Postali il costo è di solo 1 euro. Prezzi da saldi, si risparmia un caffè, ma meglio di niente. Unico neo: si sa che alla posta le file ammazzano. Io però sono cliente, avrò la piccola soddisfazione di un riguardo, no? No. Si sappia, per inciso, che sono solito prendere due numeretti, uno riservato ai clienti BancoPosta e l’altro destinato al pubblico restante, perché raramente la fila dei clienti BancoPosta mi ha avvantaggiato rispetto agli altri.
Vado all’Ufficio Postale più vicino. Ne hanno chiusi tanti in zona, è rimasto attivo solo quello di Piazza Dante (Roma). Dopo la solita lunga attesa, allo sportello l’impiegata mi consegna il modulo Mod. 12100 (EX W126015E) con legenda sul retro. Provvedo a compilarlo. Ho solo un dubbio: la voce “Scadenza (mese/anno)”. Non viene specificato, né fronte né retro, a quale scadenza si riferisca. Rileggo la lettera della Regione che avevo portato con me:
Gentile Contribuente,
per garantire un corretto adempimento tributario, si ricorda che il 31/07/2013 scade la tassa automobilistica regionale…
Dubbio dissipato. Del resto nel rigo successivo dove vengono enucleati i dati tecnici del veicolo si esplicita chiaramente la casella “Validità 08/2013 – 07/2014”. Quindi la scadenza si riferisce alla scadenza e non alla validità. Ovvio.
Riempio il modulo Mod. 12100 (EX W126015E) alla voce “Scadenza” con la data trovata sulla lettera: 07/2013 e consegno all’impiegata. L’operazione viene eseguita, l’annuale salasso effettuato, la coscienza tacitata. Torno a casa. Portafogli alleggerito, certo, ma intimamente soddisfatto del compiuto dovere di onesto cittadino.
Rimettendo a posto le carte mi salta l’occhio al costo dell’operazione. C’è l’importo della tassa, c’è la commissione di Poste Italiane, tutto corretto. Ma ci sono anche due voci sospette: interessi e sanzioni, per la bellezza di 5,32 euro. E perché? Sono in regola, non ho arretrati, non capisco il motivo di questo addebito.
Ma è troppo tardi per tornare a chiedere spiegazioni alle poste. L’indomani, sabato, ci faccio un salto. L’impiegata è quella del giorno prima.
“Buongiorno. Ieri ho pagato il bollo della moto, ma mi compaiono sanzioni e interessi, saprebbe dirmi il perché?”.
Rapida occhiata. “Avrà qualche arretrato da pagare”.
“No, guardi, sono sempre stato in regola. Non è che la data della scadenza sul modulo Mod. 12100 (EX W126015E) si riferiva all’anno successivo e non a quello del rinnovo? In questo caso vorrei annullare l’operazione”.
“Aspetti, ora chiedo”. Si consulta con un’altra collega.
“A noi sembra tutto giusto. Vede? C’è scritto pure: Validità mesi 12. Quindi è in regola. Poi non so se può annullare l’operazione, forse ieri sì oggi non saprei, perché è fatta online in diretta connessione con l’ACI. E in ogni caso le verrebbe a costare un euro”. Mah, se un’operazione viene eseguita online su un altro ente, potrebbe essere anche annullata online. Troppo ingegnoso?
“A me poco importa dell’euro – ribatto – basta che l’operazione copra il bollo dal 2013 al 2014”.
“Eh questo non glielo so dire, perché a casa mia non pago io il bollo”.
Interviene l’altra impiegata. “Guardi è tutto corretto. Anche un altro signore ha avuto lo stesso problema e bla bla bla… quasi tutte le operazioni che sto facendo dall’inizio del mese hanno addebitate sanzioni e interessi, non dipende da noi, deve chiedere all’ACI”.
“Quindi – insisto – voi mi assicurate che questo modulo è riempito correttamente? Io ho già pagato la tassa dello scorso anno, non vorrei pagare due volte e trovarmi scoperto questo”.
“Assolutamente corretto. Non dipende da noi. Deve rivolgersi all’ACI. Poi però torni a dirci come è andata, siamo curiose di saperlo”.
Le guardo. La curiosità è femmina, si dice. “Torno di sicuro, prima o poi, tanto siete rimasti l’unico Ufficio Postale della zona, sempre qui devo venire”.
Me ne vado. Un po’ perplesso per le informazioni approssimative, ma anche preoccupato. Perché nessuna delle due paga il bollo auto (ci penseranno i mariti? Non hanno mezzi privati di trasporto?), nessuna delle due è stata in grado di dirmi se l’operazione poteva essere annullata, entrambe erano certe che io, e gli altri clienti, dovessimo pagare sanzioni e interessi per non meglio definite infrazioni.
Oggi è lunedì, mi reco alla delegazione ACI di Via Merulana (Roma). Spiego il tutto all’impiegato che getta uno sguardo al Mod. 12100 (EX W126015E) con gli estremi del pagamento e sentenzia: “Lei ha pagato il 2012”.
“E ora? Che devo fare?”.
“Eh, mica possiamo rispondere noi per l’incompetenza degli altri”.
“Sì ho capito, ma ora? Mi restituite i soldi? Cambiate la data?”.
“Deve aspettare almeno un mese, il tempo che ci risulti il versamento”. Ma non era online direttamente connesso all’ACI?
“Ma è sicuro di aver pagato il 2012?”. Digita qualcosa sul terminale. “Sì, qui risulta pagato. Non ho capito che sistema usano quelli (le Poste Italiane, N.d.A.), perché a me se provo ad inserire un’annualità già pagata non mi fa fare l’operazione”.
Una cosa intelligente, penso io. Poi, essendo tutto online, non dovrebbe essere difficile. La tassa è stata pagata, perché versarla di nuovo?
“Alle Poste l’impiegata mi ha detto che sta capitando a molti altri clienti di trovarsi sanzioni e interessi, per questo mi ha assicurato che è tutto regolare. Ora penso a tutti gli altri, che pensano di aver pagato l’anno in corso!”.
“E infatti! Perché tra un paio di anni la Regione gli manderà l’accertamento e dovranno ripagare tutto! ”
“Quindi cosa mi consiglia di fare?”.
“Aspettare, adesso non può far niente. Tra un mese possiamo provare a cambiare la data”.
Tra un mese. Possiamo provare. A cambiare la data. Non ho avuto il coraggio di chiedere se ci saremmo riusciti. Forse mi avrebbe risposto che non ha la sfera di cristallo.
Ringrazio e saluto. Sulla strada di casa mi faccio due conti. 5,32 euro pagati in più. Tassa automobilistica regionale non in regola. Tre mattinate perse. Forse tra un mese devo ripagare tutto. Per risparmiare 0,87 euro. Un caffè.
Mi fermo a prendere il caffè. Sono quasi le 09:30. Il cinesino che parla romanesco prende i soldi e mi rilascia le scontrino numero 7. Alle 09:30 un bar centrale ha battuto solo 7 scontrini: da fallimento immediato.
Capisco perché nessuno vuole investire in Italia.
Se ci riesco, me ne vado anche io.
Aggiornamenti
1) Mon Aug 25 13:39:37 CEST 2014
Il nuovo anno ha portato novità. Si vede che Poste Italiane e pubbliche amministrazioni si sono resi conto che il precedente sistema di pagamento del bollo era farraginoso e fuorviante e ha causato una montagna di pagamenti errati. Oggi ho rinnovato il bollo, pagando il dovuto 1,50 €, 37 centesimi in meno che con gli altri sistemi e 50 centesimi in più dello scorso anno (non senza i consueti contrattempi delle Poste stesse, ma su quelli non mi illudo più); la modulistica però era cambiata e il terminale era direttamente connesso con il database dell’amministrazione. Se non fosse che lo scopo di tutto questo è pagare tasse si potrebbe quasi essere contenti.