Coscienza
Ritiro Comunità Famiglie
Fraternità Francescana di Betania
Roma, 9-10 Febbraio 2013
Coscienza
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OCCASIONE
Papa Benedetto e la sua decisione “in coscienza”:
“Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino” (Declaratio, 10.2.13)
Una citazione per capire Benedetto XVI.
“Il grande sforzo di riforma interno della Chiesa ha (infine) fatto dimenticare tutto il resto; essa è per noi oggi solo una struttura, che si può trasformare e che ci porta a chiederci cosa si debba cambiare in essa per renderla «più efficiente» per i singoli scopi che ognuno le attribuisce… Soltanto attraverso la conversione si diventa cristiani, e questo è valido per tutta la vita del singolo e per tutta la storia della Chiesa… Ma se la riforma viene allontanata da questo contesto, dallo sforzo della conversione e ci si aspetta la salvezza solo dal cambiamento degli altri, da forme e da adattamenti al tempo sempre nuovi, forse si può giungere a qualche risultato – ma nel complesso la riforma diventa una caricatura di se stessa… Dobbiamo ammetterlo una buona volta a chiare lettere… Oggi [la chiesa] sembra… non un’istituzione prodigiosamente diffusa, ma un’associazione vuota e stagnante, che non è in grado di superare seriamente i confini né dello spazio europeo, né di quello medievale; non una profonda santità, bensì un insieme di tutte le azioni vergognose degli uomini, insudiciata e mortificata da una storia che non si è fatta mancare alcuno scandalo, dalla persecuzione degli eretici e dai processi alle streghe, dalla persecuzione degli ebrei e dall’asservimento delle coscienze fino alla dogmatizzazione di sé e alla resistenza all’evidenza scientifica: a tal punto che chi fa parte di questa storia non può che coprirsi il capo vergognosamente… [Perché rimango nella Chiesa?] Sono nella Chiesa perché credo che, ora come prima e a prescindere da noi, dentro la «nostra Chiesa» vive la «Sua Chiesa» e che io non posso stare vicino a Lui se non rimanendo vicino e dentro alla Sua Chiesa. Sono nella Chiesa perché, nonostante tutto, credo che nel profondo essa non sia nostra, bensì proprio «Sua» (Prof. J. Ratzinger, «Perché oggi sono ancora nella Chiesa», Accademia Cattolica di Baviera – Monaco 4.6.1970, in Joseph Ratzinger – Papa Benedetto XVI, Perché siamo ancora nella Chiesa, Rizzoli 20083, pp. 143; 147; 152)
Per studio e convinzione penso che JR sia uno dei teologi di punta a cavallo tra i due secoli e un grande riformatore.
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PUNTUALIZZAZIONE
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non una lezione, ma una riflessione ad alta voce;
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nulla di astratto, ma nemmeno demonizzazione dell’approfondimento;
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non “sociologia”, “psicologia”, ecc (per quanto importanti e non indifferenti al discorso), ma “teologia” = cosa pensa Dio di noi?;
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impossibile completezza, ma rifiuto dell’imprecisione;
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non facili autoconferme, ma stimolo a (ri)mettersi in discussione / cammino / conversione (senza dimenticare che c’è la Quaresima, ma non è sempre Quaresima!);
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non banalizzazioni (se perdo la pazienza… se il figlio urla… ecc…), ma rinforzo dell’“opzione fondamentale”;
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infine: facciamo pace tra “ortodossia” e “ortoprassi”.
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I TESTI
[ scarica i testi ]
Bernhard Häring, Liberi e fedeli in Cristo. Teologia morale per preti e laici – 1, Paoline 19802, pag. 267-268; 285-286; 297; 299
BH ha collaborato attivamente alla redazione della GS, soprattutto per l’aspetto morale. È stato il fondatore dell’Accademia Alfonsiana.
Carlo Maria Martini, Ritrovare se stessi. C’è un momento nell’anno per fermarsi e cercare, CENTRO AMBROSIANO EDIZIONI PIEMME.
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IL CONCILIO VATICANO II
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Coscienza = sacrario, dove l’uomo si trova solo con Dio; “solus cum Solo”
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OGNI uomo (quindi nessuna esclusività del cristiano: “Il cristiano certamente è assillato dalla necessità e dal dovere di combattere contro il male attraverso molte tribolazioni, e di subire la morte; ma, associato al mistero pasquale, diventando conforme al Cristo nella morte, così anche andrà incontro alla risurrezione fortificato dalla speranza. E ciò vale non solamente per i cristiani, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia. Cristo, infatti, è morto per tutti e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina; perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire associati, nel modo che Dio conosce, al mistero pasquale.” (GS 22).
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Fedeltà alla coscienza = unione con tutti gli uomini per ricercare la verità e risolvere problemi
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Coscienza retta = abbandono delle fantasie e della lunaticità
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COSCIENZA: LIBERTÀ, FEDELTÀ E CREATIVITÀ
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Ricordate il film “The Truman Show”?… Il protagonista vive una vita irreale, spiata da migliaia di telecamere, ed è privato sostanzialmente di tre elementi fondamentali per l’esistenza umana – alla base di una vita felice e realizzata…
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La voce è della coscienza, ma la Parola non è la sua. Per ascoltare una Parola non sua e parlare una Parola non sua la coscienza deve essere “libera per” → Qualcuno – l’altro – qualcosa e “libera da” → peccato – egoismi – infatuazioni. Quindi, primo termine: LIBERTÀ
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Nella coscienza “insegna” il Maestro interiore, lo Spirito Santo. L’essere cristiani ci dà il dono di una”consapevolezza” nuova che ha tanta evidenza da ammaliarci: si chiama verità. Passione per la verità, onore per la verità, servizio della verità = questa la fedeltà richiesta alla coscienza. La fedeltà – anche coniugale – è consapevolezza-verità. Secondo termine: FEDELTÀ
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La coscienza possiede infine la caratteristica di esprimersi in modo amabile e amante. Come la Parola che ascolta-dice, che è una Parola amorevole e in quanto amorevole è Parola creativa-creatrice. L’amore è creativo. La coscienza crea risposte a problemi nuovi solo nella misura in cui ascolta-dice la Parola, nella misura in cui è amabile-amante, creativa-creatrice. Ricordiamo che senza libertà e senza fedeltà (verità) non può esservi creatività (amore). Terzo termine: CREATIVITÀ
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COSCIENZA “CONIUGALE” E “FAMILIARE”
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Sarebbe bello avere “regole”, “cataloghi”, “formule”. Eh no, non ce ne sono, o meglio non appartengono al momento della piena maturità della coscienza. Esattamente come nell’educazione dei figli: c’è il momento delle regole anche minime e il momento di spiccare il volo…
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Però due elementi: a) responsabilità b) co-umanità
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Responsabilità = essere in grado di dare una risposta, libera, fedele, creativa QUINDI, che non sia imprigionata dentro schemi o innamoramenti personali (libera da), che vinca l’egoismo, sia capace di oblatività (libera per), che sia in accordo che la Parola del Maestro, sia vera, e sia piena di amore. Criteri (di coscienza) anche pratici coniugali e familiari: il partner / il genitore / il figlio ha la responsabilità di denunciare la tua mancanza di libertà, fedeltà e creatività e di proporre una risposta libera, vera, amorevole e viceversa
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Co-umanità =/= qualcuno parla di “solidarietà” ma è riduttivo… “Solidarietà” stabilisce una distanza: il più forte si occupa del più debole (p.e. la carità); oppure si stabilisce un comune destino tra soggetti con responsabilità diverse (p.e. ai fini assicurativi la responsabilità in solido tra proprietario di auto e guidatore), ecc. Invece = incarnazione = prendere sul serio la propria umanità e quella altrui, nella rispettiva diversità: cosa succede se “io al posto tuo”? Diventa criterio (di coscienza) coniugale-familiare: vittoria sull’egoismo, ricerca del pieno sviluppo dell’umanità altrui.