Donne e uomini senza storia
Esistono uomini e donne senza storia. Io li ho incontrati. Nella residenza psichiatrica dove esercito.
Arrivano da noi. Hanno una diagnosi, una terapia, la loro cartella clinica. Sono pazienti, o ospiti, come vogliamo chiamarli. Parlano, delirano, e dai frammenti di quella lucidità che consente loro di articolare le parole che ancora ricordano si riesce a capire a volte un nome, a volte un’età.
Manca una storia. Il racconto non di una malattia ma di una identità, non di un malato ma di una persona. Che se loro non riescono a scrivere, deve farlo qualcun altro al loro posto.
Lancio un’idea, rivolta alle famiglie dei malati psichiatrici gravi, agli insegnanti, agli operatori, agli psicologi, ai medici. Ascoltiamoli, osserviamoli, proviamo a realizzare un diario personale per ciascuno di loro, a raccontare la loro storia, i loro incontri, i loro successi, le loro sofferenze e le loro gioie umane.
Una pagina al giorno, noi che siamo accanto a loro e possiamo farlo scriviamo la storia di ciascuno, diamo un volto ad ogni persona che da sola non riesce.