Ed eccomi qui
“Ho saputo da Ugo che c’era un modo per renderti la vita più facile, ed eccomi qui”
Tutto il mondo in queste parole. Francesca, che le ha scritte, ha antenne speciali. Da un mio sfogo ha colto subito il cuore del problema.
Vengo a contatto quotidianamente con decine di richieste piccole e talora più grandi: una sigaretta, un caffè, un paio di scarpe… un lavoro… Qualcosa si può fare, non tutto. Un po’ ci si abitua alla petulanza, un po’ si cerca di anestetizzare la frustrazione di non riuscire a soddisfare tante richieste legittime.
Nella Struttura in cui opero sono attualmente presenti due persone, un uomo e una donna, giovani, che non hanno N-I-E-N-T-E. E se dico niente intendo dire niente niente, neppure i vestiti che indossano, donati dagli operatori che riciclano i vestiti usati o si tassano per comprarne nuovi. E, per vari motivi, non hanno nemmeno diritto a sovvenzioni pubbliche (fuori dal trattamento sanitario di cui usufruiscono, sempre sia lodato il Servizio Sanitario Nazionale). Figuriamoci il Reddito di Cittadinanza. I servizi sociali, disperati, suggeriscono di scrivere in Vaticano per un contributo (che lo elargirà sicuramente, con buona pace dei detrattori di quello Stato straniero).
Credete forse che la solidarietà abbia una nazionalità? Potrei raccontare di quell’infermiere di colore, con la famiglia in Africa, che regala le scarpe ad un ospite, dimenticato dalla famiglia in Europa… Giusto perché gli immigrati ci rubano qualcosa…
Ok, basta, andiamo avanti.
L’idea nasce dalla frase di Francesca. Ho raccontato il bisogno di un ospite (il cellulare come parte di un percorso di riappropriazione di dignità umana e di riabilitazione alle competenze sociali) e lei si è proposta di donarlo. Eccomi qui. Puntuale, diretta. Senza troppe menate, senza fronzoli. Serve qualcosa ad una persona che conosci, so dove sei e cosa fai, mi fido, io ci sono, eccomi.
Questo è l’autentico processo della solidarietà, una catena umana fatta di donatori, di vettori, di fruitori, basata sulla fiducia reciproca.
Nell’idea che vi presento i fruitori sono gli ospiti della Struttura Psichiatrica in cui opero. Direttamente, per il soddisfacimento di bisogni personali dei meno abbienti o di necessità urgenti, e indirettamente, per la realizzazione di microprogetti comunitari volti a un maggiore benessere e alla riabilitazione.
Il vettore sono io. Mi candido al ruolo non perché abbia competenze specifiche o il sostegno di particolari organizzazioni. Ma perché sono il (felice) Assistente Spirituale che è stato accolto e apprezzato nella Struttura al di là di ogni merito ed ho un debito di riconoscenza verso tutti, ospiti e personale.
I donatori siamo noi che leggiamo, i nostri amici, chi riusciremo a sensibilizzare.
Farò come ho fatto con Francesca. Insieme al personale, soprattutto Terapisti della Riabilitazione Psichiatrica, esaminiamo le esigenze che si manifestano (a volte da soddisfare… ieri, come quando venne ricoverata in Struttura una povera donna solo coi vestiti che aveva indosso, una leggera camicia da notte e ciabattine infradito ai piedi, ma – trascurabile dettaglio – era un rigido giorno di gennaio), valutiamo ciò che ci sembra più necessario e urgente e poi io lo renderò pubblico nella wishlist “#EccomiQui per gli Ospiti della Struttura Psichiatrica” del mio account Amazon. Da lì chi lo desidera e può sceglierà il dono da inviare.
Chiedo solo una cortesia a tutti: scrivete un pensiero da allegare al dono utilizzando l’apposita messaggistica di Amazon. Ricordate sempre che, anche se non le conoscete, qui ci sono persone umane che hanno bisogno non solo di cose, ma anche di rapporti umani.
Con cadenza regolare aggiornerò esigenze e donazioni andate a buon fine sul mio account Twitter con l’hashtag #EccomiQui, pubblicando pure i vostri pensieri.
Non prevedo passaggi diretti di denaro. Anche se talvolta potrebbe far comodo avere qualche contante (per acquistare i biglietti dei mezzi di trasporto, per esempio) finora ho accettato denaro solo dalle suore anziane delle Figlie della Chiesa (che dalle loro pensioncine fanno uscir fuori qualche merenda e qualche pizza per gli ospiti, ricordate?, la sororità), da parenti e da persone amiche. Qualcuno ha proposto Buoni spesa Amazon, li valuterò in seguito e caso per caso.
Si parte da qui. Anzi, da #EccomiQui.
PS. Ancora grazie, Francesca, del dono e dell’idea.
“Ho saputo da Ugo che c’era un modo per renderti la vita più facile, ed eccomi qui”
Eccomi qui. Ci sono. Che meraviglia! Un pensiero, rivolto ad uno dei miei amici, che mi ha commosso. Grazie!@UKITAEU
(vedi, @donMarcoVitale? Non siamo soli!)
— Ugo Quinzi (@QuinziUgo) November 24, 2021