Feminicidio: la dissuasione non è prevenzione

Oggi è stato presentato il Decreto Legge con il quale il Governo Italiano ha voluto dare una risposta al terribile problema dei cosiddetti “feminicidi”. Il Presidente del Consiglio ha affermato che si tratta di una promessa mantenuta, mentre il Ministro dell’Interno ha sottolineato come nelle “violenze di genere” si sia scelta una dura strada di prevenzione e di repressione.

Ho ascoltato solo la conferenza stampa di presentazione, non conosco il testo del Decreto, perciò questo mio intervento è zoppo in partenza. Quello che scrivo – di getto – è più che altro qualche sensazione posta accanto a ciò che mi sarei aspettato di sentire.

La sensazione è che molto spesso il legislatore confonde la prevenzione con la dissuasione. Il legislatore pensa che inasprendo le pene o dando agli inquirenti alcuni obblighi in più (come l’arresto in flagranza) o fornendo alle vittime certi strumenti che nelle sue buone intenzioni vorrebbero essere un aiuto ma potrebbero anche rivelarsi un boomerang (come l’irrevocabilità della querela) abbia in qualche modo stabilito criteri di prevenzione. In realtà mi pare che tali elementi vogliano piuttosto rappresentare una sorta di dissuasione: se prima per un certo gesto violento eri denunciabile dalla parte lesa adesso sei denunciabile di ufficio e ammonibile dal prefetto che ti ritira la patente.

Qualcuno direbbe: too little, too late. Troppo poco, troppo tardi.

Sembra che il legislatore abbia dimenticato che nel 90% dei feminicidi il colpevole si tolga la vita subito dopo il suo gesto violento. Non si può dissuadere a compiere un delitto qualcuno che ha già deciso in cuor suo di uccidersi appena fatto. Con tali premesse la legge sul feminicidio rischia di essere un bellissimo giocattolo giuridico, con grandi e roboanti possibilità, nei fatti inapplicabile. Le norme di legge che inaspriscono le pene o irrigidiscono le procedure sono a costo zero, sembrano in apparenza potenti, nella realtà tutto quello che non costa niente non vale niente.

Ciò che mi sarei aspettato di sentire riguardo una prevenzione efficace si muove su due fronti: 1) educazione delle giovani generazioni e 2) strumenti rafforzati nelle fasi iniziali del deterioramento dei rapporti di coppia.

Prevenzione nella scuola

Riguardo al primo fronte mai dimenticare che lo Stato, grazie alla centralizzazione del sistema educativo scolastico tramite la scuola dell’obbligo e le strutture di formazione superiore, possiede uno strumento ineguagliabile per condurre gradualmente e sistematicamente i giovani ad una consapevolezza di rispetto e di convivenza civile. Nella scuola dell’obbligo c’è di tutto, ma mancano interventi pedagogici e psicologici mirati in questo senso.

Da una parte sarebbe prezioso conoscere l’esperienza familiare dei soggetti più giovani, che potrebbe costituire per le istituzioni un incentivo all’intervento qualora si ravvisassero elementi che lascino sospettare violenze familiari. La tutela dei minori per lo Stato è una priorità e non si deve temere in questo senso una parziale perdita di privacy da parte della famiglia. Screenings sistematici condotti da specialisti nelle scuole dell’obbligo sarebbero strumenti decisivi per individuare casi di sofferenza familiare altrimenti invisibili.

D’altra parte mini corsi condotti da personale altamente professionalizzato con metodo, pazienza, perseveranza durante i lunghi anni di scolarizzazione a tutti i livelli (scuola primaria, secondaria, università) dovrebbero mettere in grado le giovani generazioni ad evitare comportamenti violenti e possessivi, a gestire la propria affettività ed emotività, a conoscere gli strumenti legali per reagire di fronte alla violenza, ad individuare i soggetti che potrebbero offrire un aiuto reale.

Prevenzione nel deterioramento del rapporto di coppia

Molteplici sono gli aspetti sui quali dovrebbe intervenire la società con un sostegno alla parte soccombente della coppia, a rischio di violenza. Ne elenco sommariamente qualcuno:

  1. Una persona è stata vittima di violenze o minacce di violenza da parte del partner nel caso di separazione o divorzio? Prima ancora di presentarsi al giudice per la separazione la parte più debole deve essere allontanata e ospitata in struttura protetta, con preservazione del segreto e dell’eventuale posto di lavoro. Il giudice deve far condurre indagini sul soggetto presunto violento e se si trovano riscontri disporne l’allontanamento dalla Regione di residenza della sua vittima nonché il domicilio coatto in altra Regione durante tutte le fasi della separazione.
  2. Il soggetto violento detiene legalmente armi? Al primo accenno di violenza o minaccia o stalking il soggetto deve immediatamente perdere il porto d’arma e le armi in suo possesso devono essere requisite e sequestrate.
  3. La coppia ha figli? Al soggetto violento deve essere consentito di incontrare i figli solo in presenza di operatori sociali e di psicologi per un limitatissimo periodo di tempo. Nei casi più gravi, come gesti di violenza ai quali hanno assistito i minori, la perdita della potestà genitoriale deve essere obbligatoria con sentenza irreformabile per legge.
  4. Un soggetto violento vuole sposarsi? Il soggetto violento perde per legge il diritto a contrarre matrimonio o qualsiasi altra forma di unione. La perdita del diritto deve essere annotata sui certificati d’anagrafe. La legge stabilisce i modi e i tempi per la revoca della perdita del diritto a contrarre matrimonio.

Si potrebbe continuare ad esaminare tanti altri casi specifici. Gli esempi appena fatti suggeriscono che uno Stato davvero intenzionato a fare prevenzione deve adottare misure forti e mostrarsi capace di discernere la priorità dei diritti, mettendo in cima quelli delle parti più deboli, delle vittime, donne o minori che siano. E che criterio ispiratore deve essere una magistrale regola morale, cioè porre l’aggressore nelle condizioni di non aggredire.

Speriamo che il legislatore, in sede di conversione del Decreto Legge, si renda conto che alle buone intenzioni delle disposizioni emanate devono essere affiancate norme di prevenzione più incisive e fruttuose. In caso contrario troppo facile prevedere che non vi sarà nessuna decisa inversione di tendenza.