Festa dei martiri non canonizzati
Asiatici. Africani. Americani. Armeni.
Tante nazionalità diverse, un solo nome: cristiano.
Torturati e uccisi per la loro testimonianza o per la loro fede religiosa, per la nostra fede cristiana. Quella che per molti di noi è solo un comodo orario di Messa o una banale battuta tra amici. O una sofistica discettazione filosofica. O un oggetto da deridere. Per loro è stata una sentenza di morte.
Morti così, il loro sangue è seme di vita, sia che la chiesa con i suoi riti e le sue beatificazioni lo riconosca sia che la chiesa con i suoi ritardi e i suoi tempi biblici (in una società che corre veloce) non lo riconosca. Morti così sono santi.
Da anni, da quel 24 marzo 1980 in cui, mentre celebrava l’Eucaristia, veniva ucciso sull’altare da un colpo di pistola Monsignor Oscar Arnulfo Romero, Vescovo di San Salvador, si celebra una Giornata di preghiera e digiuno per i Missionari Martiri. Il Santo Oscar venne ucciso perché diceva cose rivoluzionarie, come questa: “Sappiamo che ogni sforzo per migliorare una società, soprattutto che è piena d’ingiustizia e di peccato, è uno sforzo che Dio benedice, che Dio vuole, che Dio esige“.
Cos’hanno da temere, i nemici della fede cristiana, da queste parole, al punto da uccidere chi le pronuncia? Inutile chiederselo. Gesù stesso era consapevole di quello che attendeva i suoi fedeli: “Se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?” (Lc 23,31).
È di oggi la notizia che 12 cristiani sono stati gettati in mare vivi da altri occupanti di un barcone solo per la loro fede (leggi la notizia). Non posso nascondere il mio orrore e il mio dolore.
Prego. Ho pregato.
L’eterno riposo dona loro, Signore.
Risplenda ad essi la luce perpetua,
riposino in pace. Amen
Ho pregato pure per gli uccisori.
Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno (Lc 23,34)
Eppure mi sembra troppo poco. Questi bambini, queste donne, questi uomini uccisi per la fede cristiana sono martiri. La chiesa celebra come martiri i Santi Innocenti, bambini senza nome inconsapevoli persino della nascita di Gesù uccisi da Erode arso di gelosia. Perché non dovrebbe rendere onore a tante nostre sorelle e tanti nostri fratelli senza nome che però hanno testimoniato la fede fino al martirio?
Credo sia giunto il momento di ricordare in un’unico giorno tutti coloro che, pur non essendo stati canonizzati secondo la procedura, hanno però effuso il loro sangue per il nome del Signore Gesù.
Da parte mia voglio farlo fin da subito: a partire dal 2015 voglio celebrare una Messa in memoria di tutti i Martiri Non Canonizzati il giorno 17 aprile di ogni anno. Invito i miei confratelli ad unirsi a questa intenzione di preghiera, ringraziando il Signore per il dono della fede e di coloro che con il sacrificio della loro vita risplendono nel nostro cammino verso il Paradiso.