Gentile Visitatore…

Sì, dico a Lei. A Lei che, dopo aver letto il racconto La bottega del celeste scatolaio ha inviato il seguente commento:

Devo dire che questo racconto mi ha lasciato perplesso con dello sterco nelle mutande.
Ps: Quel prete aveva un nome ridicolo
[Autore: Kyle (IP: 93.42.87.***, 93-42-87-***.ip86.fastwebnet.it), Date: Fri, 12 Apr 2013 22:03:01 +0000 UTC]

Forse Lei pensava che non avrei pubblicato il Suo commento. Ho solo risparmiato ai miei lettori, per amore di verità, le successive espressioni volgari e la bestemmia. Ma non mi sarei mai sottratto dal farLe pervenire il mio pensiero di risposta. Non potendolo fare privatamente, in quanto l’indirizzo email lasciato da Lei è inattendibile, lo faccio pubblicamente e volentieri.

E non in forma anonima, come invece ha fatto Lei senza firmarsi e rendendosi irreperibile (ma non troppo, come vede, perché internet non è un luogo sicuro, un posto dove nascondersi…), ben sapendo che quello che scriveva aveva un carattere spregiudicato ed offensivo.

Vede, gentile Visitatore, il mondo è sempre stato pieno di idioti. In passato forse erano meno visibili, oggi la rete internet consente a qualsiasi imbecille di dire quello che gli passa per la testa senza sentire minimamente il dovere di rendere conto a chicchessia. E questo ha dato anche agli idioti un’opportunità insperata.

Il mondo produttivo, pensante e sano è costretto quotidianamente a sobbarcarsi i bamboccioni che a mezzanotte non hanno niente di meglio da fare che insultare gente (e sarebbe già qualcosa che abbiano letto quello che criticano…), gli hackers che “distruggono quello che odiano” come se fossero loro i giudici supremi della storia e dell’umanità, i mistificatori che raccontano deliberatamente menzogne per profittare della credulità dei lettori, i deficienti che ritengono indispensabile mettere il mondo al corrente delle loro deliranti verità. Eccetera eccetera.

Il tutto, ovviamente, senza mai assumersi nessuna responsabilità, nemmeno di firmare, figuriamoci di pensare.

Basta ignorarli, ovviamente. E così facciamo nel 99% del nostro tempo. Ma ogni tanto la pietà umana ci spinge a preoccuparci anche degli idioti.

Io sospetto che Lei soffra di qualche disturbo mentale, gentile Visitatore. Per questo dovrebbe farsi curare. Non è offensivo dirLe che uno psichiatra potrebbe aiutarLa davvero ad uscire dal Suo delirante mondo interiore. E se lo desidera, potrei consigliargliene di veramente bravi.

Se invece dovessi essere spinto a dubitare della Sua malattia mentale, dovrei sospettare allora che Lei – e tanti come Lei – soffra di qualche forma di sociopatia. Anche questa trattabile, però.

Come ultima ratio, in alternativa alla malattia e alla sociopatia, mi viene da ritenere che Lei sia uno di quelli che pensa tra sé e sé che il mondo Le sia nemico, o che sia il teatro della Sua esibizione; che Lei, in fondo, non avendo chiesto a nessuno di venire alla luce, si senta in diritto di ricevere plauso e considerazione per quello che fa, magari nei siti web dove lavora o nei convegni dove La chiamano ad intervenire o dai media che La citano. Mi spiace deluderLa, io non La conosco di persona e non ho alcun motivo per avercela con Lei, nemmeno per il suo rozzo modo di ricercare un contatto con i suoi simili. Posso solo augurarmi che risolva i Suoi problemi; sappia che ne saranno felici tutti, tutti quelli che si sentono costretti a sopportarLa, e visti i presupposti penso siano davvero tanti, ma anche gli altri, quelli che la stimano sul serio, e non saranno pochi, perché sul nostro iperpopoloso pianeta tutti possono aspirare a 15 minuti di notorietà e ad una discreta platea.

Se poi non Le sta bene l’Italia, nessuno La trattiene: vada nel paese dove si trova meglio. E se fosse davvero il mondo a starLe stretto, se ne faccia una ragione: per qualche anno ancora sarà costretto a convivere con persone diverse da Lei, persino più capaci, persino quelle che Le danno il pane da mangiare; salvo che non sia Lei a decidere di anticipare l’esito, il che ci riporterebbe inevitabilmente al caso iniziale del malato di mente, ma non saremo disperati al punto di strapparci i capelli.

Gentile Visitatore, quando vorrà un confronto personale sarò ben lieto di incontrarLa, magari davanti ad un buon bicchiere di vino… Nel frattempo Le suggerisco di rimuovere dal Suo abbigliamento intimo i lamentati liquami di origine animale con i quali, evidentemente, Lei è abituato a convivere a causa di qualche disturbo sfinterico. Potrebbero essere loro la causa dei fastidiosi pruriti che – come è noto – generano comportamenti impazienti e indecorosi come i Suoi. Altrimenti, quando Le rode, si gratti. Sarà senz’altro un sollievo per Lei, ma mi creda, sarà altrettanto liberante per l’umanità intera.

Distinti saluti.


Riferimento: www.azael.es