Il cassetto dei cioccolatini, ovvero buon Natale
Da qualche mese nella cappellina della struttura in cui opero sono cominciate sparizioni misteriose.
Prima sono scomparsi un po’ (un bel po’…) di santini e immaginette dal cassetto di un armadietto.
Poi sono venute a mancare un paio di riproduzioni appese al muro. Dopo averne parlato durante una messa, l’immagine raffigurante Gesù Misericordioso è tornata al suo posto. L’immagine di Madre Teresa di Calcutta, invece, no. Devo ricomprarla, chissà dove sarà finita…
Sospetti? Qualcuno, considerando il genere di ospiti che recentemente si sono affacciati nella residenza. Ma non faccio il poliziotto e non mi interessa nulla di chi è stato e perché.
Comunque dovete sapere che al termine della celebrazione della messa qui in struttura saluto sempre tutti i partecipanti offrendo loro una caramella (nel periodo caldo) o un cioccolatino (nel periodo freddo). Come al solito circa un paio di mesi fa sono andato a comprare i cioccolatini e visto che mi ci trovavo ne ho presi due chili, facendone scorta. Il primo pacco l’ho aperto e cominciato ad offrire, l’altro l’ho riposto in un cassetto dell’armadio della cappellina e lì dimenticato.
Trascorsa qualche settimana è terminato il primo chilo. Nessuna preoccupazione, ho pensato. Sono stato accorto: nell’armadio ne ho un secondo. Apro il cassetto e… sorpresa! Dei cioccolatini nessuna traccia. In nessun cassetto, in nessun anfratto. Volatilizzati. Non ci sono più.
Ammetto che sul momento sono rimasto molto contrariato. Più per la brutta sensazione del trafugamento, di occhi e mani curiose che aprivano cassetti e stipetti, che per la mancanza del dolce assortimento.
Era appena cominciato l’Avvento. Mi pareva brutto prepararmi al Natale del Signore amareggiato e contrariato per una banale mancanza. Ho ricomprato i cioccolatini e finita lì.
L’episodio però mi è sembrato subito istruttivo. Ho pensato per esempio a quanto è triste attendersi qualcosa e poi quel qualcosa non c’è: uno stipendio, per esempio. Negli ultimi mesi ho incontrato molte persone che lavorano pur non venendo retribuite perché “non ci sono i soldi”. Ed ogni mese sperano di trovare qualcosa per vivere sul loro conto e invece non trovano nulla.
Ho pensato anche a come devono sentirsi certe persone che fuggendo da miserie e guerre giungono in nazioni pacifiche e tutto sommato non povere e si trovano di fronte a muri e fili spinati. Sì lo so, sembra troppo scontato parlarne adesso, sotto Natale, nel Giubileo della Misericordia, è un problema grosso che non si risolve con qualche emozione o battuta ad effetto. Ma siamo umani, restiamo umani. Le persone vengono prima dei cioccolatini.
Ho pensato pure a noi che aspettiamo Natale, ormai arrivato. Oddio, non tutti aspettano Natale e non tutti lo aspettano per le stesse ragioni. Ho sentito dire che in alcune nazioni lo hanno addirittura vietato, sotto pena di processi e galere. Ma il Natale non vuole dividere nessuno, anzi è proprio del Natale unire l’umanità in un’attesa che per alcuni è indecifrabile, per altri un po’ infantile, per altri ancora senza senso. L’attesa del Salvatore, del Figlio di Dio, del Dio fatto uomo per riscattare l’umanità. Un sogno che si realizza o una bugia che si perpetua, a seconda dei punti di vista.
In ogni caso ti accorgi subito della differenza, quando incontri persone e non vi trovi nulla, vi trovi amarezze e gelosie, invidie, contrasti, egoismi, indifferenza. O vi trovi un cuore che sa attendere pazientemente e sa accogliere, che sa guardare al futuro con speranza, che sa aprirsi alla vita e all’umiltà, che sa affrontare con gioia anche le situzioni più dure, abbandonato nelle mani di un Padre amorevole che accudisce ogni creatura e vuole la nostra felicità. Incontrare una persona così è aprire un cassetto e trovarvi abbondante riserva di cioccolatini.
Il Signore riempia il cassetto del nostro cuore di queste dolci prelibatezze che nessuno ci rubi mai, perché ve ne siano in abbondanza per tutti e possano rallegrare e consolare chi ci incontra nelle strade della vita.
Buon Natale: vi devo un cioccolatino quando vi incontro!