Il fishing non avrà mai fine
Ultimo aggiornamento: 2019-05-17 09:05
Sabato scorso, 11 maggio 2019 alle 17:53, sul mio account pubblico di posta elettronica ricevo una mail con oggetto “Ciao dalla RDC” a firma di Ettore Balestrero. Riproduco il testo senza correzioni:
Carissimo Ugo,
Spero che tu stia bene e il tuo apostolato in questo tempo pasquale, da parte mia, sto bene nonostante le preoccupazioni di un ministero apostolico assorto e di varie sfaccettature di cui puoi immaginare la grandezza e l’immensità in questo vasto Paese di 93 diocesi, faccio e mantengo il corso.
I miei passi mi porteranno in campagna, e Roma e in diocesi dal 22 maggio al 6 giugno 2019 per un po ‘di riposo, sarai al loro posto durante questi giorni?
Nella gioia di sentire da te, e ottimo tempo pasquale.
+ Ettore Balestrero
Nunzio Apostolico nella Repubblica Democratica del Congo
Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. Chi è Ettore Balestrero
Ettore Balestrero, attualmente vescovo, ha frequentato l’Almo Collegio Capranica per il percorso di formazione. È il motivo per cui lo conosco personalmente. Fu ordinato prete nel 1993, l’anno prima dell’ordinazione presbiterale di un suo caro amico, pure lui capranicense, don Marco Valentini.
Avviato alla carriera diplomatica, esercitò per breve tempo il ministero presbiterale presso la Parrocchia Santa Maria Mater Ecclesiae di Roma, dove lo incontrai per l’ultima volta più o meno intorno al 1995.
Persona ambiziosa (malattia non rara in ambito ecclesiale… nel Collegio frequentato c’era chi mimava l’atto di mettersi e togliersi lo zucchetto episcopale e ha brigato abbastanza per riuscire a farlo davvero, in quel di Roma…) e molto capace, parla correttamente cinque lingue (italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo). Era lanciatissimo negli arcani penetrali della Segreteria di Stato, ricoprendo nel 2009 l’ambito incarico di Sottosegretario per i Rapporti con gli Stati (l’equivalente del Sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri, qui) succedendo a Pietro Parolin (attuale Segretario di Stato) divenuto allora Nunzio Apostolico (cioè Ambasciatore della Santa Sede) in Venezuela.
Qualcosa però deve essere andato storto: a febbraio 2013, nell’ultima settimana del papato di Benedetto XVI, viene annunciata la nomina di Balestrero a Nunzio Apostolico in Colombia. Una promozione che, come scrive la stampa meglio informata, ha tutto il sapore di un allontanamento legato a certe ricostruzioni intorno allo scandalo IOR (website · mirror pdf).
Si aveva la sensazione che Balestrero, pur rivestendo i panni di capo delegazione nella trattativa con Moneyval (website · mirror pdf), avesse appoggiato in modo esplicito alcuni tentativi per rallentare l’iter di riforma dello IOR voluta da Papa Francesco. La stampa rende nota la sua frequentazione, se non proprio sudditanza, con Monsignor Carlo Alberto Capella, che esercitava pressioni con toni «vagamente minacciosi e aggressivi» sul capo dell’Aif (l’authority vaticana finanziaria voluta da Papa Ratzinger), l’avvocato Francesco de Pasquale (website · mirror pdf). Raggiunto da un ordine di arresto delle autorità canadesi e segnalato nel 2017 dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, Monsignor Capella viene rinviato a giudizio in Vaticano per pedofilia, ammette il reato e viene condannato nel 2018 a 5 anni di reclusione e € 5.000,00 di multa (website · mirror pdf).
Il 2013 è un anno decisamente sfortunato anche per l’altro suo amico, don Valentini (che si dice figlio di diplomatico per lungo tempo nella Romania di Ceaușescu), il quale incorre in un grave incidente, un presunto reato di calunnia in concorso con un certo Patrizio Poggi, ex prete già condannato per pedofilia e allo stato attuale condannato in primo grado per la calunnia; e per un Monsignore, Primo Segretario della Nunziatura Apostolica in Italia, anche lui ex alunno dell’Almo Collegio Capranica, pure lui coinvolto nella vicenda Poggi, Luca Lorusso, che Balestrero conosceva molto bene. Nella stessa vicenda Poggi fa da contorno un personaggio apparentemente di minore caratura, don Orazio Caputo (ex alunno del Pontificio Seminario Romano Maggiore che, come risulta dagli atti di indagine, esibiva ai giovani romeni un tesserino dell’Associazione Nazionale Carabinieri per intimidirli e far capire loro che noi non scherziamo); appartenente al clero romano viene rapidamente allontanato da Roma nel 2013 dall’allora Vicario Generale Cardinal Vallini, ma – giusto perché lui è uno che non scherza – ricompare nel 2017 in una torbida vicenda siciliana portata alla luce dalla stampa (website · mirror pdf).
Monsignor Lorusso invece viene allontanato dalla Segreteria di Stato nel 2014 (website · mirror pdf) tra le proteste dei tradizionalisti di Riscossa Cristiana (qui), alle quali ho risposto, senza fortuna, qui. Don Valentini (peraltro buon amico di famiglia di Paolo Gabriele, l’ex cameriere di Benedetto XVI condannato come il corvo di Vatileaks, ma sempre nel dubbio che una persona buona come lui fosse semplicemente il capro espiatorio per salvare qualcun altro, website · mirror pdf) dopo essere rimasto per lungo tempo vicario parrocchiale a Roma, di recente sembra non ricoprire più alcun incarico pastorale (qui). Lorusso e Valentini, insieme a Caputo, stanno affrontando a Roma il processo per concorso in calunnia (website · mirror pdf).
Ovviamente Monsignor Balestrero parrebbe estraneo alla vicenda di Gabriele prima, come pure a quella di Poggi, Lorusso, Valentini e Caputo poi, e a quella di Capella a seguire e certamente non è un peccato né un reato ritrovarsi amico di tanti amici che hanno incontrato problemi con la giustizia.
Pure a Balestrero, però, i problemi sembra non manchino. Legati più al mondo dei soldi che a quello della calunnia e del sesso. Non proprio un povero diavolo (se è vero quel che si sente dire, possederebbe “numerose proprietà in Italia, tra cui una residenza di dieci vani a Roma, in via Lucio Afranio, altre quattro unità immobiliari a Genova e un appartamento in nuda proprietà a Stazzano, nell’Alessandrino, dove risulta anche possessore di molti terreni agricoli e boschi da taglio“, website · mirror pdf), nel 2015 pare aver sottoscritto una donazione di 4 milioni di euro (sic!) al fratello Guido; e nel 2018 sembra essere finito al centro di uno scandalo di riciclaggio internazionale e di contrabbando gestito dai suoi familiari. Nonostante il suo amico Cardinal Piacenza lo invitasse a liberarsi delle sue cose… (website · mirror pdf).
Non sorprende che sempre nel 2018 la Santa Sede, vista l’esperienza accumulata dal Prelato, spedisca Balestrero nella Repubblica Democratica del Congo per il disbrigo degli affari della Nunziatura, diventata incandescente in quanto schierata contro il regime (website · mirror pdf); e nel 2019 lo nomini Nunzio a tutti gli effetti (website · mirror pdf). Non sorprende perché, in uno Stato che il Nunzio uscente aveva definito «predatore» con i governanti «ossessionati dal denaro», la persona di Balestrero è certamente sembrata ai vertici della diplomazia vaticana quella giusta da inviare, con esperienze consolidate nel campo delle transazioni internazionali, di certo ben più gradita alle Autorità locali del Nunzio contestatore.
Torniamo alla mail
Con tali premesse voi capite bene la mia riluttanza a ritenermi destinatario di una mail del Prelato, anche se in apparenza tanto amichevole. Analizziamola insieme.
Partiamo dalla firma. Ben fatta: la croce precede il nome del vescovo, come da prassi, il titolo è quello giusto, Nunzio Apostolico eccetera. Ci sarebbe potuta essere anche la pic della firma chirografa, ma sono raffinatezze non necessarie. Però con le cose giuste ci fermiamo qui.
Anzitutto si tratta di una mail proveniente da un indirizzo di posta elettronica non istituzionale, del tutto anonimo e appoggiato su un server non proprietario: edchev61@gmail.com. È noto che la diplomazia della Santa Sede non si serva abitualmente di mail per le sue comunicazioni, preferendo affidarsi a documenti cartacei. Piuttosto curioso che lo faccia un Nunzio. Sarebbe sufficiente questo per gettare molte ombre sulla validità della missiva, ma procediamo oltre.
L’oggetto (“Ciao da RDC“) è del tutto inappropriato per la corrispondenza, anche personale, di un diplomatico. Senza considerare che il lungo periodo di tempo trascorso dall’ultimo contatto tra me e il Monsignore (risalente a 25 anni fa) suggerirebbe un approccio meno familiare.
Il contenuto della mail anche agli occhi del più sprovveduto lettore italiano appare sgrammaticato, privo di espressioni che possano identificare correttamente il rapporto di amicizia tra mittente e destinatario e addirittura con elementi che gettano gravi sospetti sull’identità del mittente: la Repubblica Democratica del Congo non ha 93 Diocesi, come inutilmente dichiarato nella mail, bensì 47. Basta leggere Wikipedia.
Esaminando con maggiore attenzione il sorgente della mail ci si imbatte in un codice che inequivocabilmente rimanda ad un traduttore online:
<span class=”gmail-m_-7438420328249205635gmail-tlid-translation gmail-m_-7438420328249205635gmail-translation” lang=”it”>
Non ci sarebbe nulla di male (a parte la bruttura della traduzione), se non fosse che l’autentico Balestrero parla e scrive correttamente in cinque lingue. E l’italiano è la sua lingua madre! Che bisogno avrebbe di farla tradurre da un traduttore online?
Inoltre tra le pieghe della mail risulta infilato il pixel per verificare l’apertura del documento:
<img class=”gmail-ajT” src=”https://ssl.gstatic.com/ui/v1/icons/mail/images/cleardot.gif”>
Poco elegante, da parte di un Nunzio, ricorrere a stratagemmi da lamer.
Risposta numero uno
Siccome sono un curioso che si diletta di roba informatica non mi faccio scappare l’occasione e rispondo alla mail in modo abbastanza neutro, cercando di usare espressioni semplici che qualsiasi traduttore sarebbe riuscito a rendere in altre lingue. Lo stesso giorno alle 19:35 scrivo:
Eccellenza Reverendissima,
la ringrazio della cortese mail con la quale ricevo sue notizie dopo tanti anni.
Sono felice di apprendere che le fatiche del suo ministero apostolico sono accompagnate dalla grazia del Signore.
Se non ho capito male, lei prevede di tornare in Italia dal 22 maggio al 6 giugno per una breve vacanza e mi chiede se io sarò a Roma in quei giorni. In questo caso le significo di non avere impegni, oltre quelli consueti, che mi portino ad assentarmi dalla Città.
Mi unisco a lei nel ricordo del Signore Risorto per formularle i più sentiti auguri pasquali, mentre la saluto cordialmente.
don ugo quinzi
Confido nel fatto che il giorno dopo, domenica, il Nunzio sia molto impegnato per tenere una corrispondenza online. Invece…
Chi trova un amico trova un tesoro. Forse.
Invece la domenica mattina alle 09:43 il (presunto) Nunzio non ha niente di meglio da fare che scrivermi, male, perdendosi virgole e punti, ma ostinatamente scrivermi. Perché un problema c’è, è serio, e solo un amico può risolverlo. Un problema del valore di 2299,00 euro. L’oggetto della mail è stringato e decisamente poco accattivante: “Notizie“.
Carissimo Ugo,
,
Grazie per la tua email, farò visita a casa 24 o 25 maggio dalle 11 di mattina , sarà un grande momento di comunione con voi, la possibilità di ascoltare voi, e anche farmi sentire con la gioia d’accordo soggetti dopo tutti questi lunghi anni di missione fuori dall’Italia.
.
Ho una piccola preoccupazione per un amico religioso del Gabon
che ha trascorso 17 anni in Canada, che è stato assegnato al Camerun, e che ha ricevuto da una fondazione un sostegno della somma di 2299 euro per le opere del suo
missione (orfanotrofio) tramite il mio account domiciliato in Francia. .
Dato che la mia presenza è richiesta al banco della mia banca in Francia per effettuare un bonifico da parte di
ufficio della Western Union, mentre io non ci sono in questo momento, e soprattutto che qui siamo in un paese puramente protezionistica, non c’è modo di inviare qualsiasi cosa senza una procedura lunga e complessa.
Ti ho gentilmente pensato di darmi questo servizio. Vorrei che tu trasferissi questo importo sul tuo conto, tieni la prova del trasferimento
via e-mail, o portarti un assegno in euro, o contanti in euro arrivando il 24 maggio (a tua scelta)
Una carica per te per far avanzare il
somma ora alla sorella, meno la tassa di trasferimento da un ufficio Western Union che troverai lì intorno a te.
Cosa ne pensi?
Attraverso questo canale, il vero vantaggio è che il trasferimento richiede meno di 5 minuti tramite l’ufficio di Western Union, e il
la sorella riceverà i suoi fondi, lo stesso giorno, fraternamente.
+ Ettore Balestrero
Il (presunto) Nunzio ha gentilmente pensato a me e vuol darmi una carica: rimettere una somma di denaro direttamente ad una terza persona, in quanto per lui è impossibile operare il trasferimento nonostante il denaro sia stato regolarmente accreditato sul suo conto. Certo, per essere uno che muove 4 milioni di euro per il fratello di sangue ma non riesce a farne arrivare 2.299,00 al fratello di fede sembra piuttosto scarso come diplomatico vaticano…
La mail presenta però altre incoerenze. La principale è che il (presunto) Nunzio sembrerebbe preoccupato per un amico religioso del Gabon, che ha trascorso 17 anni in Canada, ora in missione in Camerun dove pare gestire un orfanotrofio; ma la somma di denaro sarebbe da trasferire ad una sorella non meglio identificata. Un giro vorticoso di nazioni (Congo, Gabon, Canada, Camerun, Francia) e di soggetti (Nunzio, Fondazione, Banca, amico religioso, sorella, orfanotrofio), tutto per miseri (si fa per dire) 2299,00 euro. Accidenti, poi, alle Fondazioni tirchie che manco arrotondano a 2300,00! Sembrano commercianti in vena di charm pricing.
A proposito? Ma questa Fondazione? Chi sarerebbe? Indaghiamo…
Risposta numero due
Molto sinteticamente (perché io pure ho una vita, la domenica mattina…) rispondo così alle 10:25:
Eccellenza Reverendissima,
sarà un piacere esserle utile per una così nobile iniziativa!
La prego cortesemente di inviarmi via email copia dei seguenti documenti:
1) mandato di pagamento della Fondazione;
2) attestazione dell’accreditamento sul suo conto corrente francese;
3) dati anagrafici del suo amico religioso del Gabon, ora in Camerun;
4) dati della sorella del suo amico religioso per il trasferimento via Western Union.
Non appena ricevuta la documentazione, provvederò immediatamente all’invio della somma di € 2299,00.
Al suo arrivo in Italia regoleremo poi la transazione.
Le auguro una felice domenica. Cordiali saluti.
don ugo quinzi
Sono arcisicuro che il (presunto) Nunzio saprà fornirmi tutte le informazioni che ho richiesto. E infatti non devo attendere molto per saperlo, perché…
Quando la cerchi, la Fondazione non c’è mai. Boh!
… alle 18:30 di domenica 12 maggio tutto pare fatto! Giunge la mail con un inequivocabile oggetto:”Documento di trasferimento bancario“. L’Ordine di trasferimento si materializza davanti ai miei occhi, quindi i soldi ci sono! E non basta: quando il (presunto) Nunzio arriverà a Roma mi restituirà quanto anticipato, in contanti (ma dove li prenderà € 2299,00 in contanti, boh… Magari è spilorcio e vorrà pure un euro di resto… Però sì, ammettiamolo, Balestrero… genovese… nel campo è un esperto…)!
Carissimo Ugo,
Grazie per la vostra disponibilità a servirvi, troverete in allegato l’Ordine di trasferimento datato 07 maggio 2019, la somma di 2299 euro della Fondazione sul mio conto a Parigi, per opere dell’orfanotrofio della sorella in Camerun.
Se non si invia l’intero importo una volta, è possibile inviare una tranche di Western Union e un’altra tranche con Grammatica.
Non c’è bisogno di un conto in banca per effettuare un trasferimento tramite Western Union o grammo di denaro, l’unico indirizzo della sorella che segue è sufficiente per farlo.
Cognome : NGONO – NDZANA – Nome: CRESSENCE
BP. 5561 KRIBI – CAMERUN
NB: Vi porto il conto in euro, o il denaro in euro in arrivo il 24 maggio (a vostra scelta). Vi prego di inviarmi le scansioni ricevute che Western Union vi darà per la trasmissione da me alla sorella. Fraternamente.
+ Ettore Balestrero
Dall’Ordine di trasferimento apprendo finalmente chi è la tanto generosa Fondazione: si tratta della famosissima Fondation ASCOD, 7, Avenue de la Roseraie, 67500 Amiens, France.
Urge una rapida ricerca online, dalla quale si evince con facilità che a Lille sì, ma ad Amiens non c’è nessuna Avenue de la Roseraie, al massimo una Rue de la Roselière, ma non c’entra nulla. E niente, della fondazione ASCOD nessuna traccia. Gli unici ASCOD che sono riuscito a trovare online sono un modello di carrarmato, l’Associated Students of College of the Desert, l’Arabian Saluki Center Of Dubai, e altre cose minori e non congruenti.
Ok, ma in fondo della Fondazione cosa ci interessa? Magari è una delle poche che non sta su internet e che il (presunto) Nunzio conosce di persona.
La cosa importante è che io abbia ricevuto l’indirizzo della sorella scritto in grassetto a scanso di equivoci per il trasferimento immediato di denaro. Per quanto mi resti ancora il dubbio perché io debba fare il trasferimento alla sorella e non al fratello. E poi: chi è questo fratello e come si chiama questo orfanotrofio? Mi pare ragionevole conoscere qualcosa di più.
Risposta numero tre
Rispondendo mi propongo di essere chiaro e deciso, senza apparire sospettoso o troppo ansioso, anzi condirò il tutto con un po’ di benevola ingenuità che non guasta mai in questi casi. Quindi domenica alle 20:58, finito di cenare, prendo carta, penna e calamaio (rigorosamente virtuali) e scrivo:
Eccellenza Reverendissima,
grazie della sua tempestiva risposta.
Come le spiegavo nella precedente mail, sarebbe opportuno che, oltre ai dati della signora Cressence, mi inviasse anche i dati di suo fratello padre Ngono Ndzana intestatario dell’orfanotrofio, nonché copia dell’effettivo accredito sul suo conto presso la Banque Postale (basta semplice screenshot), in modo che io possa completare la procedura di invio entro domattina.
Per il ristoro della somma sarà sufficiente un assegno, oppure un bonifico sul mio conto corrente.
A presto! Cordialmente
don ugo quinzi
Mi è sembrato importante precisare che niente contanti, qui a Roma (Italia) regolare affari anche tanto piccini è sempre meglio con qualcosa di tracciabile. Per il (presunto) Nunzio non dovrebbe essere un problema fare assegni o bonifici. Visti i trascorsi…
L’orfanotrofio non è della sorella né del fratello ma della Diocesi
Finalmente alle 21:33 di domenica 12 maggio 2019 da una mail con oggetto “Chiarimenti” apprendo che non c’è nessun fratello di Suor Cressence, la quale semplicemente dirige un orfanotrofio non suo ma della Diocesi, il cui tesoriere deve essere un mezzo farabutto, visto che non vuole rivelare i beni della Diocesi in cui lavora… Grazie a capire (che forse significherà capisci a me)…
Carissimo Ugo,
Grazie per non aver mescolato le cose, ti darò qualche chiarimento. Prima il nome della sorella è Cressence, e i suoi cognome sono: Ngono-Ndzana.
Quindi non c’è nessun fratello di Suor Cressence che sia citato da nessuna parte e che sia interessato a qualcosa, quindi all’orfanotrofio, non appartiene alla sorella, ma alla diocesi in cui lavora, ma lei solo dirigere questo orfanotrofio, e lì vai lontano, il tesoriere della sua diocesi non accetterà mai di rivelare i beni della diocesi in cui lavora, e di cui non dirige. Grazie a capire. Fraternamente.
+ Ettore Balestrero
Dalla categoria dei soggetti coinvolti nell’affaire esce quindi l’amico religioso del Gabon ed entrano la Diocesi e il Tesoriere della Diocesi, mentre la sorella non è più una qualsiasi sorella ma è la suora che dirige l’orfanotrofio. Dio, ho quasi il mal di testa quando alle 22:08 scrivo la
Risposta numero quattro
Stavolta tento un affondo, pacato, ma lo tento. Vediamo come reagisce il (presunto) Nunzio ad una diretta contestazione del suo italiano, faticoso e sgrammaticato.
Eccellenza Reverendissima,
sono piuttosto sorpreso della sua risposta.
Nella sua mail di questa mattina lei faceva chiaramente riferimento alla sua comprensibile “preoccupazione per un amico religioso del Gabon che ha trascorso 17 anni in Canada, che è stato assegnato al Camerun, e che ha ricevuto da una fondazione un sostegno della somma di 2299 euro per le opere del suo
missione (orfanotrofio)“.
Con assoluta certezza lei parlava di un soggetto religioso maschile, dunque un padre, che come missione gestisce un orfanotrofio. Quindi, poco oltre, ha accennato ad una sorella, presumibilmente di questo suo amico religioso, che avrebbe ricevuto la somma in questione.
Ma in caso io mi fossi sbagliato nell’interpretare il suo faticoso e sgrammaticato italiano le chiedo scusa. Attendo sempre con ansia sue informazioni relative all’orfanotrofio camerunense destinatario della donazione della celebre Fondazione Ascod, gioiello che brilla per generosità (pari solo al suo complicato modo di erogazione dei fondi) tra tutte le Fondazioni francesi.
Non appena ricevute le informazioni mancanti mi recherò in città per operare il trasferimento del denaro richiesto.
Con profonda ammirazione, cordiali saluti.
don ugo quinzi
Ovviamente non posso tacere di citare la Fondazione ASCOD, rimasta sempre più indietro nel corso dello scambio epistolare, ma da non dimenticare per la sua generosità e per le modalità di erogazione dei fondi. Ah, vive la France!
Avevo quasi il timore di aver esagerato e che il (presunto) Nunzio, iniziando a sospettare qualcosa, rinunciasse a rispondermi. Invece sbagliavo del tutto.
Et voilà! L’orphelinat est là!
Senza battere ciglio su critiche a lingua italiana ed elogi a Fondazione francese, il (presunto) Nunzio scrive una mail il 13 maggio 2019 alle 08:59, corredata da foto e indicazioni doviziose sull’Orfanotrofio in un italiano quasi accettabile. La mail si presenta esattamente così:
L’orfanotrofio di Santa Teresa d’Obili è una struttura sociale per la cura dei bambini in difficoltà.
Fondato nel 2003, questo Orfanotrofio, gestito dalle “SORELLE MISSIONARIE DELLA RISURREZIONE”, opera nel distretto Obili di Yaoundé, nella Regione Centrale – Camerun.
L’orfanotrofio accoglie più di 172 bambini di diversa estrazione.
Le porte sono sempre aperte per accogliere nuovi bambini, come in ogni caso. Persegue i seguenti obiettivi:
Accogliere i bambini in difficoltà (orfani, orfani di HIV / AIDS, bambini abbandonati, bambini i cui genitori hanno gravi disabilità).
Prenditi cura dei bambini fornendo loro supporto psicosociale e cura portando loro una crescita sana nella vita di tutti i giorni.
Supervisionali, supportali con insegnamenti spirituali, morali e materiali per prepararli a un futuro migliore: lotta contro la delinquenza e le attuali pandemie.
Le suore hanno aperto un asilo e prima all’orfanotrofio all’inizio dell’anno accademico 2006/2007.
Questi bambini hanno molti bisogni come: cure mediche, consiglio scolastico, materiale scolastico, bisogni delle prime necessità e anche le vostre preghiere.
Confesso che mi ha fatto un po’ di tristezza pensare a questo disgraziato (o disgraziata) che stava già pregustando l’incasso di 2299,00 euro meno spese di spedizione e pur di rendersi credibile andava in giro su internet a cercare informazioni e immagini vere, al tempo stesso gioiose e malinconiche. Perché l’Orfanotrofio esiste davvero, è delle Suore Missionarie della Risurrezione (e non della Diocesi), website · mirror pdf.
L’ho immaginata come una specie di guerra tra poveri, qualche disgraziato (o disgraziata) che sfrutta la miseria di altri disgraziati e disgraziate mettendo in piedi qualche piccola truffa, veramente con poche speranze, se gli utenti di internet si fanno abbastanza furbi.
Dopo aver letta la mail ho pensato fosse giunto il momento di porre termine al nostro scambio; ho barato un po’ pure io, ma almeno spero ne siamo usciti entrambi, io e il (presunto) Nunzio, senza troppe conseguenze. Ho visto che nel sito dell’Orfanotrofio c’erano i contatti della responsabile e così alle 09:39 del 13 maggio 2019 ho scritto la
Risposta numero cinque. L’ultima mail
Eccellenza Reverendissima,
poteva dirmelo subito che si trattava dell’Orfanotrofio di Obili!
Ho il contatto diretto con la responsabile, suor Emily Vangu! Posso senza difficoltà effettuare il trasferimento di denaro oggi stesso a lei direttamente, sarà contenta di ricevere tramite me la donazione della Fondazione Ascod.
Porga i miei più cordiali saluti a suor Cressence Ngono-Ndzana per la generosa disponibilità, che a quesro punto non appare più necessaria. Come vede si è risolto tutto!
Quando poi lei arriverà a Roma regoleremo il conto!
Un caro abbraccio,
don ugo quinzi
Fino ad oggi non c’è stato nessun riscontro alla mail. E ho buoni motivi per ritenere che nemmeno in futuro ci saranno riscontri, né del presunto né dell’autentico Nunzio.
Per quanto, finché dureranno povertà e sete di denaro, il fishing non avrà mai fine!