La “chiesa debole” del terzo millennio
Revisione dell’esercizio del ministero petrino e più in generale dell’autorità nella chiesa
Il modello dell’episcopato monarchico sembra aver compiuto la sua parabola storica e si avvia ad essere superato; collegialità e sinodalità sono le nuove decisive vie attraverso le quali si eserciterà in futuro il dialogo decisionale all’interno della chiesa. Si leggano in proposito le illuminanti parole della prolusione di Christoph Theobald sj pronunciate il 22/11/18 all’inaugurazione dell’anno accademico della Facoltà teologica del Triveneto (fonte). Purtroppo essendo il documento protetto da copyright che ne impedisce la riproducibilità anche solo parziale non è possibile nemmeno citare qualche passaggio e si può solo scaricarlo e leggerlo integralmente (fonte).
Non si deve poi trascurare un modello completamente fuorviante di esercizio dell’autorità che è quello del paternalismo clericale di cui mi sono occupato un po’ di tempo fa (fonte).
Ciao Ugo,
storicamente quasi (metto il quasi perché la storia è il regno delle eccezioni e non ammette mai regole universali ed immortali) tutti i movimenti di rinnovamento della Chiesa la hanno vista cercare di tornare, ovviamente in modo parziale, allo spirito, se non alla lettera, della Chiesa subapostolica, spesso appoggiandosi alla forza morale e spirituali dei nuovi ordini monacali del periodo.
Così fu per la Riforma Gregoriana che sfruttò la spinta innovativa di Cluny, così fu per il IV Concilio Lateranense con il riconoscimento degli Ordini Mendicanti e pure nel Concilio di Trento l’influenza della pur recente Compagnia di Gesù non fu affatto secondaria.
Quindi non posso che concordare con te, il tornare della Chiesa a fare “come in terra di missione” è la strada e personalmente l’esperienza che sto recentemente vivendo di “ritrovo spirituale” con dei fratelli a casa di uno di loro la sento fra l’altro come utilissima proprio per uscire anche dalla tentazione (ma spesso anche obbligo) del formalismo che, giustamente, ricordi.
Alessandro