La V G è stata in Samadi
La storia
Era il 19 dicembre 2018. La temperatura esterna si aggirava su 1°C, grado più, grado meno… La V G del Liceo Scientifico “Talete” di Roma aveva raggiunto una località sperduta del nord della Capitale, in prossimità di Saxa Rubra. L’appuntamento era alle 09:00 del mattino, ma i 18 eroi attendevano stoicamente all’esterno fin dalle prime luci dell’alba! Alle 9 meno dieci, ormai semicongelati senza che all’orizzonte si profilasse ancora l’ultimo gruppo di quattro fantastici quattro perso nel traffico con la loro auto, ma arrivato ugualmente in tempo per cominciare, decidono di suonare al campanello della Samadi.
Perché? Cosa li aveva spinti fin lì? Tutto comincia qualche mese prima…
Qualche mese prima la loro professoressa, Adonella Ficarra, aveva proposto al Consiglio di Classe di aderire all’iniziativa del Cappellano della Samadi: organizzare una mattinata di tombole e rinfresco in una struttura residenziale psichiatrica. Detto, approvato, fatto.
Il 28 novembre 2018 il Cappellano della Struttura, insieme a Carla De Col, Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica, e a Pietro Romanelli, Psicologo e Psicoterapeuta, operanti nella stessa Samadi, si recano al Liceo “Talete” per incontrare la classe, farsi conoscere, presentare il progetto e raccogliere gli obiettivi di alunne e alunni. Dopo una bella chiacchierata e un brainstorming per l’occasione ne esce fuori un complesso articolato di obiettivi-stati d’animo sintetizzato così: “Alla scoperta di un mondo nuovo, con la paura verso il diverso, in un mondo nascosto. Un tuffo in un mare scosso“. Riusciranno i nostri eroi, proiettati verso l’ignoto, a realizzare quello che si attendono?
Per i giovani della V G che accettano la proposta inizia da quel momento un tempo di impegni: raccogliere i fondi, scegliere i premi per la tombola, acquistare il materiale, coinvolgere mamme volenterose nel confezionamento di rustici e dolci, organizzare il trasferimento.
Il 19 dicembre sono tutti lì, li trovo al cancello di ingresso intabarrati ed infreddoliti, con pacchetti e buste in mano, piuttosto lesti a conquistare l’ingresso in una (qualsiasi) stanza riscaldata!
Preparano tavoli e sedie per le due tombolate che hanno predisposto, disegnano un grosso cartellone con i numeri, allestiscono il rinfresco che distribuiranno tra una tombolata e l’altra.
Poi iniziano a giocare. Si siedono insieme agli ospiti della Samadi, si presentano, chiacchierano con loro, li aiutano a segnare i numeri sulle cartelle. Durante la tombola c’è persino chi ad ogni numero annuncia il significato della smorfia napoletana: “77, i diavoli, ‘e riavulille“. “Ma io ho sempre sentito 77 le gambe delle donne” (‘e ccosc’ d’ ‘e ffemmn) . Vabbè, quella era la smorfia classica, questa è la libera interpretazione…
Tombolata, rinfresco, altra tombolata. Tanti doni. Natale è tempo di doni. Una mattinata così è un dono, davvero.
Quindi breve giretto per la Struttura e infine incontro con il personale e le varie professionalità presenti e operanti in Struttura: medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, terapisti della riabilitazione psichiatrica, operatori socio sanitari, amministrativi, manutentori. Spero di non dimenticare nessuno, sono tante le figure professionali che concorrono a rendere operativa ed efficiente la struttura. Le presentazioni di medici, infermieri, psicologi, eccetera avvengono tra l’interesse e la curiosità dei ragazzi. Pieni di domande. “Chi paga tutto questo?“. La fiscalità generale. “Ho visto persone che mi sono sembrate spente, non sorridevano. Cosa viene fatto all’emotività di queste persone?“. A volte per il bene dei pazienti occorre usare farmaci che agiscono sull’umore. “Ma voi operatori siete obbligati a farvi aiutare psicologicamente?“. No, la legge non obbliga chi opera in psichiatria a farsi aiutare, è una scelta libera.
Dopo la foto di rito chiedo a ciascuno di loro di farmi avere una riflessione personale sulla mattinata, in attesa di incontrarci di nuovo in aula a gennaio per una verifica dell’attività svolta.
Le riflessioni sono pubblicate in ordine di arrivo.
E grazie a tutti! Di cuore!
Le riflessioni
Joele: Le mie aspettative fortunatamente sono state deluse
«Ciao Don Ugo, sono Joele del V G. Volevo innanzitutto ringraziare te e il personale per la splendida accoglienza. Le mie aspettative, fortunatamente, sono state deluse. Sono rimasto particolarmente colpito dall’atmosfera che circola nella struttura. Un clima caldo, amorevole, pieno di pazienza e rispetto per i pazienti reciproco. A differenza di come mi ero immaginato, la “villa” (come la chiama Olga) con i suoi operatorib(dal manutentore ai dottori), creano un equilibrio perfetto tra cura e divertimento. Sono convinto che di questo loro abbiano bisogno sopra ogni cosa. Sono felice mentre scrivo questa lettera, perché piano piano attraverso queste esperienze riesco a comprendere ciò che mi circonda, che non sempre è ben visibile e scontato. Voglio particolarmente ringraziare gli infermieri che ci sono stati accanto durante l’esperienza e che con la loro passione sono riusciti a trasmettermi serenità in questo clima “diverso”. Ho avuto l’opportunità di parlare con alcune personalità come Marco, Olga e Alessio, che mi hanno aperto sempre di più la mente a questioni che da solo mai avrei potuto apprendere. Ringrazio ulteriormente tutto lo staff e il personale, oltre che a te, per la splendida collaborazione e pazienza che hanno avuto nei nostri confronti.
Un saluto particolare anche a Marco e Olga che ho avuto modo di conoscere, in piccola parta, durante la mattinata.
Cordiali saluti, Joele.»
Giulia: Tanti pregiudizi sono spesso infondati
«Oggi ho avuto la grande possibilità di venire in clinica per animare una tombolata con la mia classe, ed è stata oltre che un’esperienza divertente, anche un’esperienza formativa. Mi sono resa conto di tanti pregiudizi che sono spesso infondati e soprattutto ho avuto la conferma che secondo me le malattie psichiatriche sono le peggiori (se così possono essere definite).
Gli ospiti sono tutti molto diversi tra loro ma sono accomunati dal fatto che tutti hanno un gran cuore, e stare con loro mi ha fatto capire che sono stata fortunata ad averli incontrati. Grazie a Don Ugo e a tutto lo staff della clinica per averci permesso di vivere una giornata diversa, che mi ha scaldato il cuore e mi ha fatto vivere al meglio lo spirito del Natale.»
Paolo: Esperienza interessante forse un po’ angosciante
«Esperienza interessante forse un po’ angosciante. Staff eccezionale siete brave persone.»
Giulio: L’attività mi ha aperto gli occhi
«L’ attività svolta mi ha molto interessato perché mi ha aperto gli occhi su un mondo nuovo che non avevo mai conosciuto.
Il personale è stato molto gentile e preparato ad accoglierci.»
Luca: È stato un grande piacere ascoltare i retroscena
«È stata un’esperienza molto divertente e molto interessante che ha ampliato la mia visione del mondo e della sua varietà. Secondo me durante la gioventù è molto importante vivere esperienze che possano far crescere la propria maturità mentale e questa è una di quelle. Infine è stato un grande piacere per me ascoltare, nell’incontro con il personale, i retroscena degli ospiti della casa di cura, ma anche di coloro che ci lavorano.»
Nicola: Mi sono relazionato con i pazienti come se fossero persone normali
«L’esperienza di mercoledì è stata sicuramente che ricorderò. Parlando francamente, mi aspettavo di peggio per quanto riguarda la gravità dei pazienti. Spesso mi sono relazionato con i pazienti clinici come se fossero delle persone normali.
All’inizio ho avuto un leggero disagio ma poi mi sono sciolto.
Grazie per l’esperienza»
Andrea: Esperienza piacevole e tranquilla
«Devo dire che mi aspettavo una situazione peggiore, gente che urlava o che era veramente fuori di sé; infatti appena entrato nella struttura il mio primo pensiero è stato capire, tra la gente che mi circondava, chi fosse “matto”. Invece probabilmente se non avessi saputo di trovarmi in una casa di cura, avrei riconosciuto nelle persone intorno a me delle persone un po’ particolari ma tutto sommato normali. Ovviamente alcune erano visibilmente “peggio” di altre, ma rispetto al mio pensiero di partenza ho trovato l’esperienza piacevole e tranquilla.»
Flaminia: Spero un giorno di ritornare
«Salve Don Ugo,
Volevo ringraziarle veramente tanto di aver permesso alla nostra classe di fare questa bellissima esperienza!
Devo essere sincera, inizialmente ero piuttosto titubante se venire o meno alla casa di cura, ma mi sono piacevolmente ricreduta poiché mi sono potuta confrontare con questa nuova realtà e abbattere i miei pregiudizi iniziali. Alcune delle persone che ho conosciuto mi sono sembrate un sacco simpatiche e hanno reso indimenticabile e unica questa esperienza! Mi sono talmente divertita che spero un giorno di ritornare per fare visita agli ospiti della residenza e passare un pomeriggio insieme a loro.
Saluti, Flaminia.»
Lorenzo: Non chiedono altro che una vita di relazione normale
«L’esperienza vissuta presso la casa di cura Samadi e’ stata per me molto intensa . Non pensavo di rimanere cosi’ colpito dal trovarmi in un contesto tanto diverso da quello in cui vivo tutti i giorni. Sono venuto a contatto con una realta’ lontana e spesso ignorata o sulla quale si hanno idee preconcette errate e pregiudizi, dettati appunto dalla non conoscenza. Il “diverso” o lo “sconosciuto” ci spaventano e ci tengono lontani da situazioni che invece, come ho avuto modo di sperimentare , non possono che arricchirci. Sono stato contento di condividere una piccola parte del mio tempo con persone che, nonostante i loro problemi , non chiedono altro che una vita di relazione normale, condividere momenti spensierati e semplici ,come tutti noi, che esulino anche dalla routine delle loro giornate.
E’ stata un’esperienza per me illuminante che sicuramente ripeterei!
Lorenzo C., classe 5G del Liceo Scientifico Talete»
Andrea: Occasione fantastica per eliminare i pregiudizi
«Buongiorno Don Ugo,
Sono Andrea G., uno studente del V G del Liceo Talete.
Volevo esprimere la mia opinione sull’esperienza: penso sia stata un’occasione fantastica per conoscere una realtà che non viene affrontata e per eliminare i pregiudizi che sono presenti nella società odierna. E’ stato molto divertente e spero che molte più persone si rendano conto della normalità delle persone affette da malattie psichiatriche.
Buona giornata e buone feste,
Andrea G.»
Grande Ugo e brava Cate!!! Lo stigma verso la patologia psichiatrica è duro da sconfiggere e solo l’educazione ed esperienze del genere possono scalfirlo.
Grazie a nome di tutta la Psichiatria italiana, sia di quelli al di qua che di quelli al di là del tavolo… che pure gli strizzacervelli non hanno una bella fama ;-)
Grazie a te Livia!
Le tue parole mi/ci incoraggiano molto. Perché so che la stima e l’affetto reciproci permettono di non esagerare bensì di cogliere nel profondo le intenzioni di un lavoro di collaborazione paziente e per certi aspetti pionieristico. Ancora più preziose, poi, diventano considerando le tue qualità professionali!
Pian pianino, seminiamo il bene! E ancora grazie a Caterina per l’idea e ad Adonella per l’entusiasmo con cui l’ha accolta!