Lettera aperta a Raffaele Clemente
Oggi, alle 14:30 circa, percorrevo via Attilio Ambrosini (per evitare la parallela Cristoforo Colombo, troppo pericolosa). Mi sono affiancato ad uno scooter guidato da una prosperosa ragazza, fermo al semaforo, e sono rimasto sconvolto: tra la sella e il manubrio, in piedi sul predellino, un bimbo di 2-3 anni, biondo, senza casco faceva bella mostra di sé. Ho provato a dire alla prosperosa ragazza che era una pazzia quel modo di trasportare una creatura tanto piccina, ma la risposta che mi ha fatto pervenire non è riferibile, la lascio immaginare ad un uomo di mondo quale è lei e alla sua perspicacia, caro Comandante Raffaele Clemente.
Sì, mi è venuto in mente proprio lei. Era da tempo che desideravo scriverle e questa nuova circostanza me ne ha dato l’occasione.
Volevo anzitutto complimentarmi. La seguo su Twitter (@raffaeleclement) e ho apprezzato sia la sua disponibilità a mettersi in gioco in prima persona sia la sua professionalità. Non è da tutti i rappresentanti delle Istituzioni avere un rapporto così poco formale con il social networking. E poi sono compiaciuto dei simpatici siparietti, ai quali lei non si è sottratto, che abbiamo avuto modo di imbastire qualche volta.
Ciò che sta dimostrando di fare come Comandante della Polizia Locale di Roma Capitale, i servizi che ha avviato sempre tramite Twitter (@PLRomaCapitale) e diciamolo pure la buona immagine che sta cercando di ripristinare meritano un plauso e un incoraggiamento (anche un ringraziamento, quando è giusto).
Ma oggi mi è tornato alla mente, caro Comandante, perché ho avuto un moto di compassione per lei. Compassione, nel senso etimologico, più umana possibile. Ho compreso quanto deve essere difficile un lavoro nel quale ai buoni propositi di un Comandante non corrispondano le risorse necessarie, sia umane che di mezzi. Perché qui non si tratta di appioppare qualche sanzione (come la chiama lei; a noi, il popolino, ci scappa ancora di chiamarle multe) alle auto o alle moto in divieto di sosta. Troppo facile, quello lo sanno fare anche i bimbi.
Qui si tratta di rieducare un intero popolo, di rimarginare le ferite sociali di un progressivo scollamento tra la vita reale, le norme di legge e i tutori che devono farle rispettare.
Le faccio esempi che le sono noti. Sulla Tangenziale Est, sull’Appia, sulla Cristoforo Colombo esistono limiti di velocità stabiliti dalla legge. Sono limiti di 30, 40 e 50 km/h, in qualche punto di 70 km/h. Non sono rispettati, si sa. Ma non lo sono non perché chi percorre quelle strade appartenga ad una genia di perfidi guidatori aspiranti assassini (a parte il folle che va a 150 km/h in piena città…), bensì perché in pratica è impossibile rispettare i limiti di velocità tanto ridotta senza compromettere in modo grave la fluidità della circolazione veicolare. A riprova un fatto: percorro da anni quelle strade e le garantisco che non vi è mai stata una sistematica attenzione né alle soluzioni del traffico né alle infrazioni durante la guida. Qualche autovelox una tantum, multarelle qua e là. Poi tutto come prima. Niente di serio.
Caro Comandante, lo so che a lei tocca far rispettare la legge e non sindacarla o discuterla. Ma qui si sta cercando di capire se anche da lei, che sta facendo sperare in qualche cambiamento, dobbiamo aspettarci interventi spot oppure se è in atto un vero cambiamento strutturale.
In quest’ultimo caso vorrei suggerirle, con la stessa simpatia con la quale ho imparato ad apprezzarla su Twitter, di adottare una strategia precisa che eviti a lei e alla stagione inaugurata nella Polizia Locale di fare un prevedibile flop (ma non vorrei essere profeta di sventura e ogni smentita dai fatti sarà da me accolta come un successo). Mi permetta di illustrargliela con una certa sommarietà in pochi e concisi punti.
- Riconosca la necessità di un progetto di ampio respiro. Si dia anche scadenze a breve termine, ma sappia inquadrarle dentro una cornice di più ampio respiro, sapendo che se fa così qualche buon frutto si comincerà a raccoglierlo tra una decina di anni. Di interventi a spot e una tantum la gente è stanca.
- Concentri le risorse su pochi obiettivi chiari, condivisi e ampiamente pubblicizzati. Scelga anzitutto i settori di Roma a più alta incidentalità (con feriti e morti) e lì piazzi tutte le forze disponibili e tutti i mezzi per un periodo di tempo sufficiente e non meno di due anni.
- Coinvolga la popolazione locale, i commercianti, le associazioni. Ha visto quanto è importante Twitter? La gente vuole poter dire la sua ed essere ascoltata. Lo faccia sia in modo informale che in modo istituzionale. Sul territorio le sarà più facile capire perché accadono certe cose sentendo chi ci vive e lo frequenta.
- Ammetta che infrazioni nuove o difficili da rilevare richiedono mezzi nuovi. E mezzi nuovi richiedono interventi legislativi che lei ha la possibilità, se non il dovere, di segnalare e richiedere. Al contrario di ciò che avviene in altri Paesi, io non potrei piazzare una telecamera sulla mia moto per riprendere la scena del traffico ed usare la registrazione in caso di contestazioni (di infrazioni o di sinistri). La Polizia Municipale non è in grado di rilevare e sanzionare le infrazioni più pericolose (che non sono i fastidiosi divieti di sosta…) perché non può usare mezzi moderni: ma come si fa a tollerare un episodio come quello accaduto a me oggi? O come può riuscire un suo Agente a reprimere il consueto passaggio con il rosso? O la svolta senza segnalazione, tagliando la strada? Li vedo gli Agenti della Municipale, chiusi nei loro gabbiotti, a chiacchierare tra loro o a giochicchiare con il cellulare; ma anche loro, giustamente, che possono fare?
- Entri con il personale della Polizia Municipale nelle scuole di ogni ordine e grado. Li faccia conoscere, apprezzare e rispettare fin da piccoli. E anche loro imparino a conoscere, apprezzare e rispettare i cittadini (futuri guidatori), perché un Vigile Urbano scontroso e poco comunicativo sarà un pessimo biglietto da visita per l’intero Corpo. Qualche volta (spesso…) stia anche fuori delle scuole, in pattugliamento: i giovani sulle due ruote ne fanno di tutti i colori, imparano lì (ché tanto la Municipale non c’è mai) quel senso di impunibilità che li accompagna nella crescita. Glielo dice uno che per anni ha insegnato nel Corso per il conseguimento del Certificato di Idoneità alla Guida del Ciclomotore (volgarmente patentino) e che ha celebrato il funerale di tre suoi alunni morti in incidente…
- E per favore non faccia tante multe. Il Comune di Roma avrà pur bisogno di rimpinguare le casse, ma non è più tempo di sovvenzionarsi con il sangue della gente costretta a viaggiare in una città caotica, con mezzi pubblici al collasso, pochi parcheggi e pochi incentivi a non usare il veicolo privato. Al più bisognerebbe aspettare che la crisi morda di meno…
Pensavo di essere meno prolisso, invece mi sono fatto prendere la mano. Bè, la lettera è aperta, sia nello spazio sia nel tempo e potrà leggerla anche a rate. Sarò molto onorato se lo farà, ma non mi pentirò di averla pubblicata nemmeno se non dovesse avere seguito. Intanto, se possibile, sarebbe già un successo che facesse pensare…
Buon lavoro, Comandante.