Il respiro

A causa di un errore nell’invio della newsletter di auguri per il Natale 2019, è stata selezionata una bozza che conteneva errori e imprecisioni.
Me ne scuso con tutti i destinatari.
La versione corretta è la presente, ma gli auguri sono sempre validi!
UQ


Voglio farti gli auguri di Natale. Ti chiedo di sederti comodamente e di leggere fino in fondo questo scritto. Ci impiegherai due o tre minuti al massimo. Fino in fondo, perché ho qualcosa da chiederti.

Mentre stai leggendo, respiri. Di solito non ci facciamo caso, ma sì, noi respiriamo. Tutti. Più o meno silenziosamente. A riposo 12-16 volte al minuto, di media. Nella durata di questa lettura farai una cinquantina di respiri. Sembrano tanti, vero? Fermati un momento a riflettere a quanti respiri abbiamo fatto nella nostra vita, quasi 23.000 ogni giorno, da quando siamo nati.

Respirare è una cosa naturale. Se facciamo respiri normali, non profondi né di corsa, ogni respiro mobilizza circa mezzo litro di aria. Nei polmoni entra aria fresca e dai polmoni esce aria viziata. In 24 ore ciascuno di noi mobilizza pressappoco 11.500 litri di aria. Nel giorno di Natale sul pianeta Terra respireranno circa 7.700.000.000 (sette miliardi e settecento milioni) di persone. Che, solo nelle 24 ore di Natale, mobilizzeranno tutti insieme più o meno 8,855×10¹³ litri di aria.

Ed è così da sempre, da quando l’uomo è apparso sulla Terra. Tutte le persone umane condividono la stessa aria tra di loro e con tutti gli altri esseri viventi. E siccome l’aria non è infinita, non è statica ma la ricicliamo continuamente e dinamicamente, tra le molecole di aria che stai respirando in questo momento è possibile che ve ne sia almeno una che ha già respirato Gesù. O Giulio Cesare. O Einstein. O un deportato di Auschwitz. O un suo carnefice…

E anche se ci dispiacesse di respirare una molecola già respirata da Gesù o da Giulio Cesare o da Einstein o da un deportato di Auschwitz o da un suo carnefice, non possiamo farci nulla, per vivere non possiamo evitare il rischio di respirare aria respirata già da altri, anche antipatici. Respiriamo tutti la stessa aria.

Questo ci suggerisce l’importanza di rispettare il nostro ambiente, a partire dall’aria, che prima o poi, buona o cattiva, metteremo nei nostri polmoni e in quelli degli altri.

Ma ci suggerisce anche un altro pensiero. Mi piace l’idea che Gesù, essendo Dio, abbia voluto respirare la stessa aria della sua creatura, dell’umanità. Abbia sentito nei suoi polmoni l’aria fresca già respirata dai polmoni dei tolleranti e dei misericordiosi come l’aria inquinata respirata da razzisti e calunniatori; l’aria benefica respirata dagli operatori di pace e dai martiri come l’aria viziata entrata nei polmoni degli odiatori e degli omicidi. E mi piace pensare che apparendo come uomo, il Figlio di Dio ci abbia insegnato a respirare come lui, in modo nuovo, non disprezzando nessuno, ma diventando per questa umanità un filtro capace di disinquinarla dall’egoismo. È un’opportunità per tutti, ma è soprattutto una missione per i credenti in lui.

Voglio farti gli auguri di Natale, nei quali mi sento coinvolto io pure. Impariamo dal Bimbo di Betlemme a respirare in questa vita a pieni polmoni, condividendo gioie e dolori, tristezze e speranze con le altre persone, ogni molecola di aria che entrerà dentro i nostri polmoni ci ricorderà che non siamo soli. Impariamo però da lui a mettere molecole di bene, quello che possiamo, dentro l’aria che espirando condivideremo con tutti gli altri esseri viventi. Questo è davvero Natale, sì.

Auguri di Buon Respiro a tutti!

PS. Quest’anno ti prego di farmi un regalo. Con l’Associazione Culturale Lumen Gentium Onlus abbiamo tanti progetti da realizzare, in particolare per la promozione della Salute Mentale, ma ho bisogno di te per realizzarli. Basta una donazione, anche piccola, e riusciremo a coinvolgere tanti giovani in attività di prevenzione e di volontariato. Confido nella tua generosità, anche diffondendo l’iniziativa presso i tuoi amici. Tutti i dati nel link, oppure IBAN IT02U 03111 03248 000000002610. Grazie.