Noi siamo persone serie
Noi siamo persone serie.
In questo “noi” includo tutte le 62 (61 sulla piattaforma, una brevi manu) persone che hanno partecipato alla raccolta fondi per permettermi di fare il ricorso al TAR contro il silenzio-inadempimento della Soprintendenza Speciale di Roma.
Ricordate? È tutto qui.
La sentenza del TAR in nome del popolo italiano è arrivata (qui). E non solo “ordina al Ministero della cultura – Soprintendenza speciale «Archeologia, Belle arti e Paesaggio» di Roma di esibire in favore del ricorrente” la documentazione richiesta ma “condanna la parte resistente a rifondere le spese processuali… liquidate in € 3.500,00, oltre accessori dovuti come per legge“. Come da impegno preso, avrei destinato quanto donato attraverso la raccolta fondi ad opere di beneficenza.
La parte resistente davanti al TAR non aveva proferito parola né presentato memorie scritte. Davanti alla sentenza sfavorevole, invece, si è appellata. E nell’appello ha sostenuto che:
- il TAR aveva ritenuto inopinatamente che il mio fosse un accesso civico generalizzato, mentre era un accesso semplice peraltro imperfetto
- la mia richiesta si poneva in contrasto con il principio di leale collaborazione ed era di intralcio al buon funzionamento della Pubblica Amministrazione, tanto impegnata a come spendere soldi tra PNRR e Giubileo 2025
- non si può giudicare silenzio-inadempimento il comportamento dell’Amministrazione
- l’ordine di esibizione impartito dal primo Giudice risulta in contrasto insanabile sia con quanto stabilito dalla legge, sia con l’esercizio del potere proprio dell’Amministrazione, nella valutazione e nella istruttoria da condurre sull’istanza di accesso.
Ora sul caso dovrà pronunciarsi il Consiglio di Stato.
Ripeto: noi siamo persone serie. Noi. La Pubblica Amministrazione dopo quasi un anno, senza aver mai dato riscontro al mio Accesso (lo si chiami come si voglia) nemmeno per dire che fosse illegittimo o esagerato, costringendo NOI Cittadini a spese nostre a ricorrere al TAR, davanti al quale ha continuato a serbare silenzio, a causa della sentenza sfavorevole si imbarca ora in un appello, legittimo – per carità – ma dall’aspetto tanto gretto. È questo che cerca la Pubblica Amministrazione? Far perdere tempo e denaro ai Cittadini ONESTI? A quelli che fin dall’inizio hanno scelto la strada della legalità e non quella dell’abusivismo dilangante di Roma? A quelli che vorrebbero offrire quanto nelle loro possibilità per favorire la transizione ecologica?
Non so in che modo si concluderà l’appello davanti al Consiglio di Stato. Si potrebbe ipotizzare che il Consiglio di Stato riformi la sentenza del TAR e semplicemente imponga all’Amministrazione di dare una risposta al mio Accesso Civico Generalizzato, e tutto ricomincerebbe daccapo, un anno o due e siamo ancora qui. Oppure dica che a sbagliare sono stato io, che non ho detto le parole giuste, che non sono un raffinato cultore del diritto amministrativo e che “error, conditio, votum, cognatio, crimen, cultus disparitas, vis, ordo, ligamen, honestas, si sis affinis…“, io che ho ingenuamente usato un modulo prefabbricato dall’Amministrazione scritto in modo tale da facilitare la confusione dell’utente. Anche lui, il Consiglio di Stato, in nome del popolo italiano dirà la sua. E noi, che siamo e resteremo persone serie, rispetteremo la sentenza, qualunque sarà.
Noi, però, siamo persone serie. Siamo i Cittadini che con il proprio lavoro mantengono la Pubblica Amministrazione, il TAR e il Consiglio di Stato e che cercano, con semplicità non meno che con determinazione, di contribuire a costruire il futuro della Nazione e del Pianeta. E come persone serie respingiamo la disonestà intellettuale e i cerimoniali meschini che denotano solo la piccineria di chi li pratica.
Il nostro obiettivo era avere alcuni documenti. Peraltro il silenzio dell’Amministrazione prima e le grida levate per appellare una sentenza sfavorevole dopo dimostrano implicitamente quello che si voleva sapere: esistono, ci sono pareri favorevoli all’installazione di pannelli solari nel Centro Storico Patrimonio dell’Umanità UNESCO, altroché se ci sono, a differenza di quello che si vorrebbe far credere ai Cittadini.
Questa operazione trasparenza che noi stiamo compiendo verso una Amministrazione che resiste con opacità non si comprende bene a che fine non si può dire perciò conclusa. Questa operazione trasparenza continua. Con tutti i mezzi che la legge mette a disposizione dei Cittadini.
Di tutte le persone serie. Come noi.