Oltre “Liberi oltre” (le illusioni) c’è solo “Liberi oltre”

Ho partecipato sabato 22 giugno all’evento organizzato da Liberi, oltre le illusioni (Facebook) a Sesto San Giovanni, interessato soprattutto al panel sulla Salute mentale, libertà e società.

Grandi complimenti per l’idea a Michele Boldrin, Gianluca Codagnone, Costantino De Blasi, Thomas Manfredi e per l’organizzazione a @masaraht. E a tutti gli ospiti che si sono prestati per la realizzazione dell’evento.

Il canale twitter di @liberioltre cinguetta in tempo reale le chiacchierate dei quattro, mentre l’assortimento video è reperibile sul canale youtube di liberioltre.

Credo non sia necessario da parte di un inesperto come me commentare nello specifico gli argomenti trattati nell’evento di giugno. Inoltre, per mia indole personale, non sono incline a soffermarmi sugli aspetti emotivi, pur importanti, dei quali ho sentito parlare o sugli aspetti esperienziali del mio vissuto, ai quali – presumo – non riuscirei ad appassionare nemmeno il gatto di casa.

Gli argomenti che mi interessa sviluppare qui sono due: (1) a proposito dell’affermazione di uno spontaneo movimento di pensiero e (2) a proposito delle potenzialità inesprimibili del pensiero liberale.

Il pensiero si muove. E muove

Mi è parso subito molto interessante che l’evento non si legasse a nessuno schema politico tra quelli rappresentati dai partiti attualmente operanti in Italia. L’ambito in cui si è mosso l’evento è chiaramente quello liberale con interpretazioni più o meno marcate di liberismo economico. Ma nessun politico di professione, a meno che non si voglia considerare l’esperienza di governo di Elsa Fornero – tra gli ospiti – come esperienza politica. Gli stessi organizzatori ci hanno tenuto a precisare che Liberi oltre non ha intenzione di caratterizzarsi come movimento politico.

La genesi di Liberi oltre dimostra però che ci si trova inevitabilmente di fronte a un tentativo di incursione di non politici nell’ambito politico, cavalcando un veicolo ermeneutico della contemporaneità italiana in chiave economica. Nato da scambi su Twitter, spesso critici nei confronti delle scelte (economiche) dei governi che si sono succeduti negli ultimi 4-5 anni, evoluto attraverso i video pubblicati su Youtube prima in solitaria poi in confronto, il movimento di pensiero di Liberi oltre pare aver coagulato attorno a sé in modo del tutto spontaneo l’interesse di quella parte dell’elettorato che si sente orfano di rappresentatività politica-sociale in un ipotetico centro di ispirazione liberale.

Eppure ciò che in effetti sta caratterizzando Liberi oltre non è un’appartenenza politica, ma è la vitalità del pensiero. Visione che esorbita gli angusti confini nazionali e si apre alle relazioni globali, consistente iniezione di forze giovani e curiose (non necessariamente al seguito dei loro docenti di riferimento), attenzione all’innovazione e allo sviluppo tecnologico, distanza da una narrazione approssimativa e populista della realtà, senso del confronto e della divulgazione delle idee, base di qualsiasi volontà e tentativo riformista. La partecipazione all’evento di Sesto San Giovanni mi permette di sostenere con una certa sicurezza che non si tratta di banali entusiasmi momentanei.

C’è quindi ancora un ampio margine di ricerca, soprattutto quello delle soluzioni che deve far seguito a quello delle denunce. Tuttavia la base che costituisce l’esperienza di Liberi oltre possiede in sé la forza della ragione e della libertà, che se pure a volte può sembrare abbracciata in modo ideologico, forse un po’ troppo ingenuamente ottimista, è sempre preferibile allo sfacelo delle illusioni, di cui si nutre la propaganda della semplificazione a tutti i costi e dell’assoggettamento a progetti di gusto infantile dalla dubbia efficacia reale (cfr la satira dei santiniBond).

Si avverte infatti la necessità che accanto, dentro, oltre la vitalità del pensiero e la sua potenza analitica si apra lo spazio di una sintesi propositiva. Non si tratta solo di esprimere valutazione tecniche, lo sanno bene gli ideatori di Liberi oltre, ma di offrire una visione del futuro con la quale costringere al confronto soprattutto quanti non sembrano interessarsi ai destini dell’Italia o hanno ceduto a visioni irresponsabili.

Esprimere l’inesprimibile

Di certo la vitalità del pensiero dovrà confrontarsi con la contraddittorietà del reale e con i suoi compromessi. Lo sanno bene gli ideatori di Liberi oltre, che non è dato un mondo perfetto ideale nel quale trovi spazio la spinoziana Ethica more geometrico demonstrata, né si può eliminare del tutto da un ipotetico centro liberale la periferia, a dritta o a manca, spesso costituita da un sottobosco di umanità imprevedibile e impreparato.

La sfida più grande per Liberi oltre è questa: come esprimere le potenzialità di un pensiero liberale? Esprimere, dico, nel contingente, nel relativo, nel quotidiano. E coniugare la raffinata analisi delle relazioni umane, tradotte in termini statistici, economici, finanziari, globalistici, con la brutalità dei bisogni primordiali di chi quelle relazioni umane sperimenta nel proprio vissuto.

È qui che si può dimostrare tutta l’efficacia di un pensiero autenticamente liberale, non semplicemente equidistante dal socialismo privo di rispetto e dal capitalismo senza anima, ma antropologicamente fondato, nel quale ritrovare compiuta la missione degli uomini liberi e forti, che cento anni fa Luigi Sturzo aveva ben individuato nel suo appello:

Le necessarie e urgenti riforme nel campo della previdenza e della assistenza sociale, nella legislazione del lavoro, nella formazione e tutela della piccola proprietà devono tendere alla elevazione delle classi lavoratrici, mentre l’incremento delle forze economiche del Paese, l’aumento della produzione, la salda ed equa sistemazione dei regimi doganali, la riforma tributaria, lo sviluppo della marina mercantile, la soluzione del problema del Mezzogiorno, la colonizzazione interna del latifondo, la riorganizzazione scolastica e la lotta contro l’analfabetismo varranno a far superare la crisi del dopo-guerra e a tesoreggiare i frutti legittimi e auspicati della vittoria.

Mutatis mutandis, l’appello a riforme che incidano realmente nella vita dei cittadini si presenta valido e realisticamente accettabile. Se infatti il pensiero liberale non riesce ad esprimersi nel concreto delle situazioni rischia di apparire solo un artificio retorico per gli addetti ai lavori. Soprattutto se non riesce ad esprimersi nei confronti degli uomini meno liberi e meno forti, i quali troverebbero ottime ragioni di critica nel caso si vedessero abbandonati ed indifesi.

Non credo si debba necessariamente prendere di petto tutte e subito questioni tanto complesse e forse anche un po’ troppo filosofeggianti. Senza dubbio si ripresenteranno nel corso del tempo, laddove non sufficientemente chiarite, e chiederanno un chiarimento, al tempo stesso offrendo opportunità per esprimere l’inesprimibile del pensiero liberale.

Il percorso di Liberi, oltre le illusioni è in ogni caso avviato. Nel panorama attuale appare il percorso meno superficiale e meno distorsivo della realtà che si possa desiderare. Lasciando presagire che, per ora, oltre “Liberi, oltre le illusioni” c’è solo “Liberi, oltre le illusioni”.


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