Paternalismo clericale
Statistica delle ricorrenze dei termini “padre”, “paternità”, “paterno” e derivati in alcuni documenti ufficiali
Se nell’esortazione apostolica Pastores dabo vobis (PVB, 1992) il termine paternità ricorre solo una volta in occasione dell’analisi del celibato ecclesiastico (“Il celibato è dunque da accogliere con libera e amorosa decisione da rinnovare continuamente, come dono inestimabile di Dio, come «stimolo della carità pastorale», come singolare partecipazione alla paternità di Dio e alla fecondità della Chiesa“, n. 29) mentre la guida dei superiori viene definita in una occasione “paterna” (n. 63, che è una citazione del n. 3 del documento conciliare Optatam Totius [OT] riferito ai seminari minori), il termine “padre” ricorre ben 55 volte, delle quali 51 in riferimento a Dio Padre, 1 volta al padre-genitore del sacerdote, sempre in riferimento al celibato ecclesiastico (n. 29), 1 volta in riferimento al Vescovo come padre e amico del suo presbiterio (n. 41) e 2 volte in riferimento al padre spirituale che ogni seminarista deve seguire e a quello dello staff del seminario (nn. 50, 66).
Lo sfortunato Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri della Congregazione per il Clero (DMVP 1994) parla di paternità una volta sempre in riferimento al celibato ecclesiastico (“Con [il celibato] il presbitero acquista anche quella paternità spirituale, ma reale, che ha dimensione universale e si concretizza, in modo particolare, nei confronti della comunità che gli è affidata“, n. 58); in esso il termine “padre” ricorre 30 volte, 26 in riferimento a Dio Padre, 1 volta in riferimento al Papa, il Santo Padre, con il quale il presbitero è invitato a stringere legami di carità (n. 24), 1 volta in diretto riferimento al presbitero definito, non senza retorica, pontefice, fratello, pastore, padre e maestro tutto in un singolo periodo (n. 30), 1 volta in riferimento al rapporto con il Vescovo, che deve essere considerato un padre (n. 82), 1 volta riferito al padre spirituale (n. 93).
Nel 1997 vide la luce l’Istruzione su alcune questioni circa la collaborazione dei fedeli laici al ministero dei sacerdoti (ICLS), un documento firmato da ben otto dicasteri vaticani (Congregazione per il Clero, Pontificio Consiglio per i Laici, Congregazione per la Dottrina della Fede, Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Congregazione per i Vescovi, Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, Pontificio Consiglio per l’interpretazione dei Testi Legislativi). Nel documento non compaiono mai termini come “paternità” o aggettivi come “paterno”. Le uniche tre volte in cui compare il termine “padre” è esclusivamente in riferimento al Papa (Disposizioni pratiche, art. 1 e Conclusione)
Sempre la Congregazione per il Clero ha pubblicato il documento Il presbitero, maestro della Parola, ministro dei Sacramenti e guida della comunità in vista del terzo millennio cristiano (PMMG, 1999). Completamente assente il termine “paternità”, una sola volta l’aggettivo “paterno” viene utilizzato in riferimento all’amore di Dio (n. 1). Il termine “padre” compare 24 volte, sempre in riferimento a Dio Padre.
Nel 2002 la Congregazione per il Clero pubblica il documento Il presbitero, pastore e guida della comunità parrocchiale (PPG). Il termine “paternità” ricorre una sola volta per indicare la paternità spirituale del presbitero – quasi “pater familias” – che sarebbe messa in crisi nelle parrocchie gestite da più presbiteri (“cura pastorale in solidum“) “poiché è connaturale ai fedeli l’identificazione con il proprio pastore” (n. 19). Delle 10 occasioni in cui è utilizzato il termine “padre“, la prima fa riferimento al Papa (Premessa), e sempre al Papa fa riferimento il n. 4. L’ultima ricorrenza, al n. 29, è in relazione al Vescovo (“padre dei primi e suoi più preziosi collaboratori“, i presbiteri) che deve vigilare su “pericoli come quelli della burocratizzazione, del funzionalismo, del democraticismo, della pianificazione più manageriale che pastorale“. Le restanti 7 riguardano Dio Padre.
Nel documento L’Eucaristia e il Sacerdote: inseparabilmente uniti dall’Amore di Dio (ESAD, Congregazione per il Clero, 2003), dove il termine “paterno” è applicato una sola volta al dono che Dio Padre fece al Figlio risuscitandolo, lo stesso termine “padre” compare 4 volte, 3 in relazione a Dio Padre, una in riferimento al Papa.
Con la nuova edizione del Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri (Congregazione per il Clero, DMVP 2013) si assiste ad alcune variazioni di stile e di linguaggio. Nel testo il termine “paternità” compare 5 volte, di cui 4 nel n. 24 in riferimento alla paternità spirituale universale e 1 al n. 80, nel tema del celibato ecclesiastico. Di “Dio come Padre” si afferma che ogni cristiano sperimenta la sua “provvidenza paterna” (n. 3). “Padre” ricorre nel testo 52 volte: 1 volta in riferimento ad Abramo, padre di tutti i popoli, come figura della paternità sacerdotale (n. 24), 2 volte riferito al Papa (nn. 33, 65), 1 volta riferito al sacerdote stesso (n. 41) e 1 volta ai suoi genitori (n. 80), 1 volta al Vescovo (n. 100), 1 volta al padre spirituale (n. 111), 45 volte a Dio Padre.