Piazza di Porta San Giovanni è uno sterrato
Proprio oggi ho scritto al Sindaco di Roma Capitale, Ignazio Marino, inviandogli questo documento; e ho scritto al Presidente del Primo Municipio di Roma Capitale, Sabrina Alfonsi, inviandole un documento analogo.
Di cosa si tratta?
Si tratta della Piazza antistante la Cattedrale di Roma, nota come Piazza S. Giovanni, arcinota perché ci si tengono tante manifestazioni, a partire dal “concertone” del primo maggio; però la piazza si chiama, più correttamente, Piazza di Porta San Giovanni.
Recentemente si è svolta in quella piazza la Festa della Solidarietà.
La location, straordinaria e unica nel suo genere, ha rivelato non pochi problemi di ordine pratico e addirittura di sicurezza.
Come noto durante la Festa della Solidarietà è stata occupata l’area delimitata dall’aiuola meridionale della piazza (nella foto 1. è quella a destra).
Valutazioni sullo stato delle aiuole
Entrambe le aiuole si presentano totalmente prive di una manutenzione ordinaria. Il manto erboso, laddove presente, appare non coltivato né irrigato, quindi in più punti ingiallito e secco. Persino l’immagine dal satellite (foto 2.) rivela uno stato di degrado sconfortante che fa pensare più ad uno “sterrato” che ad una aiuola di verde pubblico collocata in una piazza importante di una Capitale europea (consideriamo poi che tale immagine, desunta da Google Maps, è accessibile a livello planetario, costituendo una imbarazzante prova di negligenza da parte di chi di dovere).
Per confronto si può prendere il Parterre de Latone a Versailles (foto 3.), che dimostra in che modo due aiuole finiscano per diventare elemento architettonico di valorizzazione di uno spazio aperto.
Lo sterrato delle aiuole si presenta come un terreno compatto e in più punti indurito dal calpestio, quindi ovviamente non coltivabile. Tuttavia la natura del terreno, laddove non ricoperto dalle erbe che crescono spontanee, gli fa assumere una caratteristica polverosa (aiuola meridionale, foto 4.), per cui anche una minima corrente di vento solleva nuvole irrespirabili.
Le piogge, inoltre, hanno creato in diversi punti un dilavamento che per effetto dell’inclinazione del terreno ha aperto profondi solchi di raccolta e scorrimento delle acque (aiuola meridionale, foto 5.).
Le problematiche fin qui riportate si sono rivelate in tutta la loro gravità durante la Festa della Solidarietà. Il giorno 24 giugno due violenti acquazzoni hanno trasformato l’aiuola in fanghiglia; durante le giornate successive diverse famiglie hanno avuto problemi ad accedere con passeggini e carrozzine per i bambini, così come anche con sedie per disabili, a causa degli avvallamenti e solchi presenti sul terreno; la polvere, sollevata dal vento e dal continuo calpestio dei presenti, ha costretto svariate persone del Circolo Anziani di Via La Spezia e alcune famiglie con bambini ad abbandonare la Festa. Infine, il disagio della polvere si è fatto presente anche durante il pasto consumato alla Mensa Solidale.
Ovviamente, e questo sarà comunque oggetto delle valutazioni conclusive, siamo tutti consapevoli che l’area è frequentemente destinata a manifestazioni ed eventi che mal si conciliano con la trasformazione delle aiuole in area vietata al passaggio. Tuttavia proprio tale vocazione della “piazza” non quale orpello estetico ma come luogo di incontro, di confronto e di socializzazione umana dovrebbe consigliare un diverso approccio alla sua architettura.
Valutazioni sull’accessibilità e godibilità della piazza
La Festa della Solidarietà desiderava portare in piazza tutte le categorie di persone. Ho appena fatto notare che bambini e anziani hanno trovato problematica la manutenzione delle aiuole. Ho accennato ai disabili. Non posso qui non osservare a questo punto che l’accessibilità dell’intera area non tiene in nessun conto le esigenze di quanti potrebbero avere difficoltà ad accedervi.
Mancano scivoli e passaggi per carrozzine e portatori di handicap. Entrambe le aiuole sono fortilizi circondati da ben tre muri di cinta (aiuola settentrionale, foto 6.). Lo spazio tra un gradino e l’altro non consente l’agevole passaggio di una carrozzina e il diverso andamento delle inclinazioni lungo il perimetro rende instabile il camminamento.
La manutenzione di alcuni settori, che presentano pericolose e non segnalate compromissioni della pavimentazione (aiuola meridionale, foto 7.), è scadente. Per i non vedenti tali mancanze di attenzione possono trasformarsi in ostacoli insormontabili.
Le panchine, essenziali, banali e scomode, pensate in un’epoca differente con caratteristiche da tardo impero romano, sono facilmente soggette a scollamenti degli attacchi marmorei e a rotture degli spigoli, con possibilità di procurare danni o ferite a chi vi si siede (foto 8.).
C’è da osservare che l’intera piazza è sempre esposta al sole durante la giornata e che per tale ragione risulta impossibile, d’estate, l’utilizzo delle panchine per sosta, relax o semplice osservazione del panorama, manifestandosi così la sostanziale inutilità degli accessori. In alcuni punti, come l’aiuola alberata al margine superiore del settore meridionale, dove si potrebbero godere la frescura e l’ombra, le panchine sono sorprendentemente assenti (foto 9.).
Valutazioni su alcuni pericoli
La scelta di mantenere lo sterrato della piazza senza apportare una manutenzione eccedente la rimozione di cartacce e oggetti più grandi fa sì che si concretizzino alcuni pericoli che – da soli – sarebbero sufficienti a consigliare alla Pubblica Amministrazione di introdurre il divieto di attraversamento delle aiuole (e quindi la conseguente non usabilità per eventi e manifestazioni).
Tra le erbe che crescono spontanee sullo sterrato (ma anche sul medesimo sterrato) è facile rinvenire cocci di vetro, perlopiù di bottiglie rotte (aiuola settentrionale, foto 10.), frammenti taglienti che affiorano dal terreno, ovvero tappi metallici di bottiglia.
In caso di caduta accidentale, per esempio di un bambino, tali oggetti taglienti potrebbero costituire un serio pericolo per la salute, come giustamente mi è stato fatto osservare da una mamma.
Per ovvie ragioni, la pulizia di uno sterrato o comunque di un manto erboso non si può effettuare con modalità “classiche” (ramazza, turbina, innaffiamento, macchina per pulizia) che assicurano l’asportazione di tutti gli oggetti pericolosi o comunque imbrattanti. Il passaggio degli addetti alle pulizie muniti di apposite pinze estensibili per raccogliere uno ad uno tutti i detriti presenti nelle aiuole oltre a richiedere tempi non umani al fine di una bonifica completa, non assicura in ogni caso l’eliminazione dei frammenti più piccoli e meno visibili, rendendo praticamente frustrante e inutile l’opera di pulizia e ingiustificabile il relativo esborso di denaro pubblico.
Ma tra i pericoli che si possono riscontrare sullo sterrato delle due aiuole dobbiamo considerare anche i vari materiali affioranti i quali, non visibili completamente né segnalati adeguatamente, sia di giorno che di notte costituiscono un reale pericolo all’attraversamento degli spazi.
Si può osservare, per esempio, l’affioramento tra le erbacce dello sterrato dell’aiuola settentrionale di un corpo grigiastro che parrebbe lo spigolo di una piastrella simile a quelle della pavimentazione della piazza (foto 11.).
Dallo sterrato dell’aiuola meridionale emerge invece un cavo in apparenza di acciaio a tratti ricoperto da una guaina di plastica deteriorata (foto 12.). Il cavo pare ben conficcato nel terreno e non facilmente estraibile.
Non è difficile prevedere che persone con ridotta vista o mobilità o bambini, solo per fare qualche esempio, davanti a tali pericolosi affioramenti potrebbero risultare vittima di cadute, anche rovinose. La tutela della salute dei soggetti più deboli deve diventare un must per tutti.
Valutazioni finali e proposta
Allo stato attuale pare che Piazza di Porta San Giovanni sia confinata in un limbo urbanistico.
La piazza è ricoperta da diverse aiuole, che però non sono né progettate né curate né mantenute. Tra le ragioni dell’incuria si colloca il fatto della destinazione dell’area a eventi e manifestazioni che mal si concilierebbero con aree verdi non calpestabili.
L’incuria dello sterrato, oltre a inevitabili problemi di ordine pratico, produce però la non fruibilità da parte dei soggetti svantaggiati, così come una serie di pericoli i quali, allo stato attuale, richiederebbero l’assunzione di opportuni provvedimenti per vietarne l’accesso almeno fino alla rimozione dei pericoli stessi.
D’altra parte la vocazione della piazza a centro di socializzazione, incontro, confronto deporrebbe a favore di una valorizzazione del luogo, attraverso scelte politiche e di indirizzo che davvero qualificherebbero un’Amministrazione intelligente.
In questo senso si potrebbe valutare la rifunzionalizzazione urbanistica dell’area in previsione proprio degli eventi che si prevedono per il Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco per il prossimo anno 2016.
L’eliminazione degli sterrati e delle aiuole (e dei problemi ad essi legati) aprirebbe alla possibilità di pavimentare la piazza attingendo all’enorme esperienza artistica presente nella Capitale. Un esempio per tutti: Piazza del Campidoglio (foto 13.).
Sarebbe davvero spettacolare se entro l’inizio del Giubileo la Piazza antistante la Cattedrale riuscisse a vantare una nuova pavimentazione con la quale impreziosire lo spazio urbano.