Progetto Pastorale Diocesano 2075
Prologo. La stranissima mail
Il 24 giugno di quest’anno ho ricevuto una mail stranissima.
Leggendo il mittente (“Papa di Roma“) e l’oggetto sono stato sul punto di cestinarla come spam: “Progetto Pastorale Diocesano 2075“. 2075. Deve essere il numero di protocollo, ho pensato. Ma “Papa di Roma” sarà uno dei soliti sconclusionati che ha preso la mia email dal sito della Diocesi per inondarla di qualche delirio teologico.
La curiosità ha avuto il sopravvento. Per fortuna! L’ho aperta.
“Caro don Ugo – esordiva in tono familiare – non meravigliarti: sono Papa [nome omesso] e ti scrivo dal 2387 [immaginate la mia smorfia]. Ti sono debitore di una spiegazione, senza però la pretesa di essere esauriente e senza che tu ti senta in obbligo di comprenderla in pieno [ma neanche di crederla, eh!].
Nel 2387 i computer quantistici sono abbastanza diffusi. Non sono più troppo costosi, grandi network come la Chiesa cattolica possono permetterseli. Qui in Vaticano (voi lo chiamavate così, ai vostri tempi), per esempio, ne abbiamo uno da 2048 qubit. Direi senza dubbio un bel giocattolino! È il computer da cui ti sto scrivendo.
La vera novità, però, è stata la teorizzazione, un paio di secoli fa (tu eri già tornato da un bel po’ alla casa del Padre, però non chiedermi quando, non te lo direi), che l’entanglement quantistico non interessasse la sola dimensione spaziale ma implicasse la dimensione spazio-temporale. In realtà l’ipotesi, per così dire, era robusta fin dagli inizi, soltanto che si pensava valesse solo in senso sincronico: spazio diverso nello stesso momento. Invece da una cinquantina d’anni una seconda ipotesi, quella dell’entanglement diacronico (spazio e tempo diversi) ha ricevuto conferme teoriche e soprattutto sperimentali.
Gli studi hanno portato alla realizzazione di alcuni strumenti in grado di far interagire sistemi quantistici diversi, tecnologicamente simili, posti a distanza tra di loro nello spazio e nel tempo, permettendo la creazione di una sorta di «tunnel quantistico». Alcuni esperimenti condotti in laboratorio sfruttando particelle con una stessa origine nel passato e manipolando il loro potenziale quantico, hanno permesso il trasferimento di contenuti in formato elettronico a ritroso, con t compreso tra -120″ e -120′. Grazie agli esiti incoraggianti di questi esperimenti è stato possibile ridisegnare il tessuto spazio-tempo in modo da renderlo un po’ più compatibile con la relatività einsteiniana, superando almeno parzialmente i problemi che si erano venuti a creare con l’apparente conflitto tra principio di realismo locale e principio di non-località [con tutto ciò la domanda se chi stava scrivendo fosse realmente Papa mi pare del tutto legittima].
Ora però riteniamo necessario effettuare un esperimento più complesso: trasferire contenuti umanamente intellegibili a sistemi quantistici diversi non dotati di analoga tecnologia quantistica e distanti tra loro nello spazio-tempo, senza peraltro interferire né col passato né col futuro rispetto ad oggi né col futuro rispetto al passato, quindi oggi – tutte cose che al momento di scrivere questa mail rappresentano il limite e l’incognita più grandi. È stato scelto il passato rispetto ad oggi, per cominciare, in quanto la conferma del successo dell’esperimento sarebbe immediata e potrà essere ottenuta istantaneamente all’avvio dell’esperimento. Il trasferimento di contenuti al futuro rispetto ad oggi sarà oggetto di un altro esperimento, richiedendo protocolli di verifica molto più elaborati.
Per l’esperimento al passato gli studiosi si sono rivolti a me nella presunzione che in ambito ecclesiale, rispetto ad altri ambiti – scientifici, politici, finanche sportivi… -, siano assicurate maggiori garanzie di imparzialità e di correttezza. Mi hanno chiesto di selezionare un soggetto idoneo all’esperimento. E io ho scelto te“.
Mi sono fermato nella lettura. Tra lo stordito e l’incredulo. Se a scrivere fosse stato un mistificatore, dovevo ammettere che era proprio bravino.
“I criteri che gli scienziati mi hanno dato sono pochi e chiari – continuava la mail –. (1) Il soggetto da selezionare deve essere in grado di comprendere, almeno in grandi linee, il background scientifico e la natura dell’esperimento. (2) I contenuti da trasferire devono essere sconosciuti e imprevedibili al tempo del loro ricevimento. (3) Il soggetto selezionato, una volta ricevuti i contenuti, deve non essere in grado di interferire con il futuro.
Ti chiederai perché ho scelto te“. A questo punto l’autore della mail dice di aver letto alcuni miei scritti, cita alcune cose che mi riguardano (rapporti con i superiori, contenuti di una denuncia presentata tempo fa alla Congregazione della Dottrina della Fede…) e che sono a conoscenza solo di poche altre figure ecclesiali. Questo mi ha convinto che, se pure un po’ fantascientifica, la mail era stata scritta da qualcuno, ben introdotto negli affari ecclesiastici, che mi conosceva.
“Con queste premesse ritengo di aver fatto la cosa giusta pensando a te. Soprattutto in considerazione del quarto ed ultimo criterio di scelta: (4) Il soggetto selezionato deve apparire impresentabile e inaffidabile agli occhi dei suoi contemporanei“. Qui grande colpo alla mia autostima. Sapere da sé di essere considerato impresentabile e inaffidabile è un conto, sentirselo dire da un Papa a distanza di tre secoli e mezzo è un altro.
“Intendimi bene, caro don Ugo, – continua il futuro Pontefice, quasi leggendomi nella mente – non facciamone una questione di orgoglio. La tua storia personale ti mette in grado di scrivere una pagina importante della storia dell’umanità [niente di nuovo, mantra ripetuto da tutti i motivatori]. Gli scienziati, e io pure, vogliono, vogliamo conoscere le potenzialità e i rischi connessi all’entanglement diacronico. Dobbiamo sapere se e in che misura intervenire nel passato sia possibile e apporti benefici al futuro o lo danneggi.
Allegata alla presente troverai la Lettera pastorale ai fedeli di Roma del mio Venerato Predecessore [nome omesso]. Presentava il Progetto Pastorale Diocesano del 2075. Nessuno di voi, nel 2020, poteva sapere chi sarebbe stato eletto Papa nel 2075 e quali iniziative avrebbe preso. Al momento di inviarti questa mail nessuno, nemmeno lui che in questo momento è in seminario aspirando a diventare prete, può sospettare che tu ne saresti venuto a conoscenza.
Ti chiedo di pubblicarla sul tuo blog. Noi qui nel 2387 prevediamo di sapere che lo avrai fatto e quali sono state le conseguenze della pubblicazione nello stesso istante della pubblicazione. Non potrai interagire con noi in nessun altro modo, nemmeno rispondendo a questa mail, perché la tecnologia a tua disposizione non ti consente di passare contenuti all’interno di un «tunnel quantistico». Noterai che la stessa mail è partita da localhost; infatti se tutto è andato come previsto è il tuo stesso computer ad aver generato il documento che stai leggendo.
Se necessario ti invierò nuove istruzioni. In attesa di conoscere gli esiti di questo esperimento, desidero farti giungere il conforto della mia benedizione apostolica mentre ti assicuro il ricordo nella preghiera.
[nome omesso]
Superato il primo impatto, un misto di sgomento e di incredulità, ho aperto l’allegato, in formato pdf, tra l’incuriosito e il divertito. Ben presto mi sono reso conto di trovarmi davanti ad un documento che, se non è uno dei tanti falsi pseudoepigrafici come ne sono circolati in passato, – oggi per il futuro – non esiterei a definire inquietante. Sembra parlare di un’altra Chiesa.
Il mittente della mail si preoccupa che io dal passato non interferisca con il futuro, ma vorrei tranquillizzarlo, non corre questo rischio: quando si ricevono messaggi di questo genere non solo è difficile credere a quel che dicono, ma nella migliore delle ipotesi si è presi per deliranti se si presta loro credito. E sono certo che il Papa di Roma del 2387 abbia voluto presentarmi non la Chiesa del suo tempo, ma una molto più vicina ai nostri giorni, nel timore che le novità di allora sarebbero risultate incomprensibili alla nostra mentalità. Anche il futuro può interferire col passato.
Sfidando però tutte le leggi del buonsenso pubblico ugualmente sia la mail di accompagnamento – che avete appena letto – sia la Lettera pastorale del 2075 che potrete leggere seguendo questo link. Starà a voi scegliere se voltare pagina o chiudere tutto qui.
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