Se io fossi un angelo
La lettura degli auguri di Natale 2020 durerà il tempo di una canzone. Se non parte da sola, avviala tu.
Lo scorso anno feci gli auguri prendendo spunto dall’atto naturale del respiro. Mai avrei potuto immaginare quanto quello spunto si sarebbe inverato nel corso del 2020 con la terribile epidemia del coronavirus.
Un’onda di emozioni ha travolto ogni cosa. Tra il dolore e la paura, soprattutto nella prima parte dell’anno quando tutti sono stati sorpresi dall’avanzare della malattia, molti si sono rivolti agli operatori sanitari stremati dalla fatica con il termine “angeli“.
Nessun dubbio che tra i protagonisti del 2020 si trovino esattamente gli operatori sanitari. Persino Papa Francesco ha voluto ricordarli nel Messaggio per la Pace del 2021:
Un ricordo speciale va ai medici, agli infermieri, ai farmacisti, ai ricercatori, ai volontari, ai cappellani e al personale di ospedali e centri sanitari, che si sono prodigati e continuano a farlo, con grandi fatiche e sacrifici, al punto che alcuni di loro sono morti nel tentativo di essere accanto ai malati, di alleviarne le sofferenze o salvarne la vita. Nel rendere omaggio a queste persone, rinnovo l’appello ai responsabili politici e al settore privato affinché adottino le misure adeguate a garantire l’accesso ai vaccini contro il Covid-19 e alle tecnologie essenziali necessarie per assistere i malati e tutti coloro che sono più poveri e più fragili.
(fonte)
Così, in modo quasi naturale, è stato facile scegliere un pensiero simbolico da donare al personale della Struttura nella quale svolgo la mia attività. Però – lo sapete – sono sempre un po’ insoddisfatto e riluttante a troppe smancerie. Riflettendo con la dovuta attenzione, in fondo ciascuno di noi non ha fatto altro che il suo lavoro (mi includo immodestamente anche io, visto che sono cappellano sanitario). In tempo di crisi, con un surplus di impegno, ma nulla di più del nostro lavoro.
Mi sono ricordato di una canzone di Dalla di qualche anno fa, ogni tanto ne canticchio qualche strofa: “se io fossi un angelo…” e, in tono quasi autobiografico: “… non starei mai nelle processioni, nelle scatole dei presepi…“.
Per farvi gli auguri di questo Natale ho scelto i versi finali:
io so che gli angeli sono milioni di milioni
e non li vedi nei cieli ma tra gli uomini
sono i più poveri e i più soli
quelli presi tra le reti
e se tra gli uomini nascesse ancora Dio
gli ubbidirei amandolo a modo mio
Sono parole che mi fanno apprezzare ancor più il mio lavoro con i malati; e tra loro i più poveri e i più soli, quelli presi tra le reti della malattia mentale. I miei angeli. Sono loro ad annunciarmi ogni giorno (angelo vuoi dire appunto messaggero, annunciatore) che tra gli uomini continua a nascere Dio, un eterno Natale fatto di chi si prende cura gli uni degli altri.
Quest’anno ho capito perché i vari tentativi che ho fatto per sensibilizzare alla questione della salute mentale e ai bisogni spirituali e materiali dei malati mentali siano stati accolti tanto tiepidamente: vi aspettate ancora che gli angeli siano alti, biondi, invisibili e con lo sguardo biblico e vadano nelle processioni o siano richiusi nelle scatole dei presepi. Oppure siano supereroi che vi salvino nel momento della malattia e del bisogno. Li vedete in modo tanto distorto che in fondo in fondo non date più ascolto agli angeli, quelli veri, a coloro che sono portatori di messaggi di umanità e di trascendenza. Come i malati mentali, per esempio.
Anche il piccolo regalino natalizio per gli ospiti della Struttura in cui opero quest’anno sarà un angelo: “made for an Angel – fatto per un Angelo“. Anzi, due. Così, se vogliono, avranno un angioletto da regalare a qualche persona a cui tengono. Quasi con la speranza che, portato come ciondolo al collo, al braccio, al portachiavi, il simbolo dicesse a chi lo osserva: questa persona è il tuo angelo, ti porta un messaggio, ascoltala.
“Thank you for being a key part of our lives – grazie per essere una parte fondamentale della nostra vita“.
Vi auguro Buon Natale. Vi auguro di incontrare un angelo e di riconoscerlo. Vi auguro di ascoltare l’angelo che incontrerete e di cogliere il messaggio di umanità e di trascendenza scritto nella sua persona, nella sua storia. Vi auguro di capire che grazie agli angeli lo stesso incontro con Gesù diventa più facile per tutti.
Buon Natale a tutti!
(PS. “se IO fossi un angelo sulla testa vi piscerei, sui vostri traffici, sui vostri dollari, sulle vostre belle fabbriche di missili“, di cuore)
Bellissimo augurio, Ugo.
Grazie e auguri di cuore anche a te.