Slow blogging

Ringrazio la mia cara collega Elvira Benincasa che ha pazientemente tradotto il Manifesto dello Slow blogging, pubblicato del canadese Todd Sieling. Il testo a volte è contorto (e di complessa traduzione, che in alcuni punti ho rimaneggiato io), ma suggestivo nel suo insieme. Faccio mio lo spirito del Manifesto: non voglio che la macchina, il blog, Google prendano il sopravvento sulle idee e i testi che compariranno nel mio sito.

Manifesto

1

Slow Blogging is a rejection of immediacy. It is an affirmation that not all things worth reading are written quickly, and that many thoughts are best served after being fully baked and worded in an even temperament. Slow blogging è il rifiuto dell’immediatezza. É una conferma del fatto che non tutto ciò che vale la pena leggere è scritto in modo veloce, che molti pensieri sono serviti meglio dopo essere stati ben cotti ed espressi in modo chiaro.

2

Slow Blogging is speaking like it matters, like the pixels that give your words form are precious and rare. It is a willingness to let current events pass without comment. It is deliberate in its pace, breaking its unhurried stride for nothing short of true emergency. And perhaps not even then, for slow is not the speed of most emergencies, and places where beloved, reassuring speed rules the day will serve us best at those times. Slow blogging è parlare nel modo giusto, come i pixel che danno forma alle tue parole sono preziosi e rari. È la volontà di permettere agli eventi attuali di passare senza commento. È intenzionale nel suo passo, che non interrompe la sua andatura non frettolosa per niente che non sia realmente urgente. E forse neppure allora, perché la lentezza non è la velocità della maggior parte delle emergenze e i luoghi dove l’amata, rassicurante velocità regola il giorno che ci servirà al meglio in quei tempi.

3

Slow Blogging is a reversal of the disintegration into the one-liners and cutting turns of phrase that are often the early lives of our best ideas. Its a process in which flashes of thought shine and then fade to take their place in the background as part of something larger. Slow Blogging does not write thoughts onto the ethereal and eternal parchment before they provide an enduring worth in the shape of our ideas over time. Slow blogging è il capovolgimento della disintegrazione delle frasi in giri di un rigo e ritagli, di quelle frasi che spesso sono la base delle nostre migliori idee. È un processo in cui lampi di pensieri brillano per poi sparire sullo sfondo come parti di qualcosa di più grande. Slow blogging non scrive pensieri sull’eterna pergamena celeste prima che loro realizzino per sempre un valore eterno nella forma delle nostre idee.

4

Slow Blogging is a willingness to remain silent amid the daily outrages and ecstasies that fill nothing more than single moments in time, switching between banality, crushing heartbreak and end-of-the-world psychotic glee in the mere space between headlines. The thing you wished you said in the moment last week can be said next month, or next year, and you’ll only look all the smarter. Slow blogging è la volontà di rimanere silenziosi in mezzo agli oltraggi quotidiani e alle estasi che riempiono niente più che momenti nel tempo, muovendosi fra banalità, schiaccianti crepacuori e psicotica allegria da fine del mondo nell’effimero spazio di titoli. La cosa che desideravi dire la settimana scorsa può esser detta il mese prossimo o l’anno prossimo e tu avrai solo un aspetto più smagliante.

5

Slow Blogging is a response to and a rejection of Pagerank. Pagerank, the ugly-beautiful monster that sits behind the many folded curtains of Google, deciding the question of authority and relevance to your searches. Blog early, blog often, and Google will reward you. Condition your creative self to the secret frequency, and find yourself adored by Google; you will appear where everybody looks – in the first few pages of results. Follow your own pace and find your works never found; refuse Pagerank its favours and your work is pulled as if by riptide into the deep waters of undifferentiated results. Its twisted idea of the common good has made Pagerank a terrifying enemy of the commons, setting a pace that forbids the reflection that is necessary to move past the day to day and into legacy. Slow blogging è la risposta a e il rifiuto di Pagerank. Pagerank, il brutto-bel mostro che sta dietro le numerose cortine ripiegate di Google, è colui che dirime la questione dell’autorità e della rilevanza delle tue ricerche. Blogga presto, blogga spesso e Google ti ricompenserà. Piega il tuo io creativo alla frequenza segreta e ti troverai adorato da Google; comparirai là dove tutti guardano – nelle prime pagine dei risultati. Segui il tuo stesso passo e troverai i tuoi lavori, mai trovati prima; rifiuta a Pagerank i suoi favori e il tuo lavoro sarà come gettato da una rupe dentro le acque profonde di risultati indifferenziati. La sua idea contorta del bene comune ha fatto di Pagerank un nemico terrificante della gente comune, stabilendo un passo che impedisce la riflessione, necessaria per muoversi di giorno in giorno e nella legalità.

6

Slow Blogging is the re-establishment of the machine as the agent of human expression, rather than its whip and container. It’s the voluntary halting of the light-speed hamster wheel dictated in rules of highly effective blogging. It is an imposition of asynchronous temporalities, where we do not type faster to keep up with the computer, where the speed of retrieval does not necessitate the same pace of consumption, where good and bad works are created in their own time. Slow blogging è ripristinare la macchina come agente dell’espressione umana, piuttosto che la sua frusta ed il suo contenitore. È il volontario fermarsi della ruota del criceto, che gira alla velocità della luce, dettato in regole di un bloggare altamente efficace. È un’imposizione di temporalità asincrona, dove noi non digitiamo più velocemente per mantenerci al passo col computer, dove la velocità di recupero non necessita dello stesso passo, dove i lavori belli e brutti sono creati coi loro tempi.

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