Siti internet e privacy
Difficilmente un utente internet desideroso di ottenere un servizio sulla rete è disposto a leggere le norme sulla privacy e i termini di servizio che ogni sito pubblica e chiede inevitabilmente di accettare.
Hai fatto click? Ti sei impegnato con un contratto
Ricordiamo sempre che quando si fa click su un pulsante e si accettano le condizioni che vengono dichiarate, implicitamente si sottoscrive un “contratto” nel quale ciascuna delle due parti si impegna a fare o non fare qualcosa e a scambiare o non scambiare “qualcosa” con l’altra parte. Non vale dire: “Non lo sapevo” oppure “Tanto non ho firmato nulla” oppure “Sono minorenne“, nel caso l’utente non rispetti qualche norma contrattuale, oppure abbia comportamenti che possono ledere gli interessi del sito o il proprietario del sito chieda il risarcimento per inadempienza contrattuale. Per la legge il click di accettazione equivale alla sosttoscrizione del contratto.
Vale anche il contrario: se il proprietario di un sito non rispetta qualcuno dei patti con i quali si è impegnato con l’utente finale, quest’ultimo può chiedere che un giudice lo obblighi a farlo o pretendere un risarcimento in denaro.
La forza di un click!
“I servizi che io uso sono tutti gratuiti”
Ricordiamo sempre inoltre che i cosiddetti “servizi” su internet hanno in ogni caso un costo; tranne qualche eccezione gratuita (1) perchè ha rinunciato a priori al proprio guadagno (come questo sito) oppure (2) perchè si finanzia attraverso contributi volontari (come Wikipedia) ovvero (3) per la sua stessa natura (come i siti istituzionali, per esempio quello del Capo dello Stato), i servizi internet devono essere in qualche modo remunerati dagli utenti e quindi sostenersi economicamente grazie al fatto di essere usati. I costi di certi servizi sono talmente onerosi che non si comprende come sia possibile mantenerli gratuitamente. Infatti computer sempre accesi, connessioni internet veloci, decine e centinaia di persone che lavorano per mantenere il servizio attivo costituiscono un importante impegno finanziario. In realtà si può dire che su internet quasi nulla è gratuito.
Ma allora in che modo ci guadagnano?
Molti siti su internet offrono “servizi” sociali: chat, blog, forum, apparentemente senza chiedere nulla in cambio. In realtà quel “qualcosa” che viene scambiato tra il sito e l’utente finale è esattamente “l’utente finale”. Il prezzo che l’utente finale paga (cioè la remunerazione, il guadagno che il sito riceve nell'”offrire” un certo servizio) è costituito dal fatto che i dati personali dell’utente finale vengono raccolti e “venduti” ad altri soggetti.
Cosa accade ai miei dati personali?
Il sito si appropria dell’identità e delle scelte dell’utente finale: ogni dato personale, ogni click, ogni messaggio scambiato con qualcuno, ogni foto, ogni tag, ogni sito internet visitato, la tua localizzazione geografica, ogni scelta e preferenza sono elementi preziosi per disegnare la tua identità. Il sito che hai visitato riceve denaro dagli inserzionisti pubblicitari che vogliono far conoscere i loro prodotti in modo mirato a persone che potrebbero essere sensibili al loro messaggio. Sul tuo computer, ogni volta che navighi, compariranno pubblicità sempre più adatte a te, le quali – senza che tu te ne accorga – orienteranno le tue scelte, presenti e future.
Successivamente il tuo profilo viene letteralmente “venduto” a Società specializzate che si occupano di pianificare le campagne pubblicitarie, nelle quali tu sarai direttamente coinvolto.
La legge italiana tutela i dati personali, perciò il trattamento del tuo profilo deve essere tale da non consentire di associarlo al tuo nome e cognome. Purtroppo la garanzia che questo non accada mai in nessun caso non esiste.
Hai mai letto la normativa di Facebook?
Prendiamo come esempio uno dei maggiori social network del mondo, Facebook. Se non lo sai, Facebook si sta quotando in borsa e il suo valore viene stimato sui 50 miliardi di dollari. Tra tutti quei soldi, dei quali probabilmente non hai visto nemmeno un centesimo, ci sei anche tu, utilizzatore di Facebook.
La normativa sulla privacy dichiarata da Facebook è qui. Invito a leggerla tutta con attenzione. Estraggo solo alcuni elementi per approfondirli insieme. Le frasi evidenziate sono citazioni della normativa ufficiale; i caratteri in grassetto sono commenti dell’autore.
1. Informazioni ricevute da Facebook sugli utenti
- “Le tue informazioni includono quelle richieste per l’iscrizione al sito e qualsiasi altra informazione che decidi di condividere“. Quali sono queste informazioni? “Quando ti iscrivi a Facebook, ti viene richiesto di fornire il nome, l’indirizzo e-mail, la data di nascita e il sesso… Le tue informazioni includono anche le informazioni che condividi intenzionalmente su Facebook, ad esempio quando pubblichi un aggiornamento dello stato, carichi una foto o commenti il post di un amico. Sono incluse anche le informazioni che condividi intenzionalmente quando intraprendi un’azione, ad esempio se aggiungi un amico, se ti piace una Pagina o un sito Web, se tagghi un luogo in uno dei tuoi post, se trovi gli amici usando il nostro strumento per l’importazione dei contatti o se indichi la tua situazione sentimentale“: in altri termini, tutto quello che hai fatto su Facebook.
- La tua data di nascita è molto importante per Facebook: “Conoscendo la tua data di nascita, Facebook può ad esempio mostrarti contenuti e pubblicità adatti alla tua età“. Siccome l’invio di contenuti pubblicitari è citato come esempio, non è escluso che vi siano altri impieghi dei tuoi dati personali.
- “Ogni volta che interagisci con Facebook, riceviamo dei dati su di te. Ciò avviene ad esempio quando visiti il profilo di un’altra persona, invii un messaggio a qualcuno, cerchi un amico o una Pagina, clicchi su un’inserzione o acquisti crediti Facebook… Quando pubblichi elementi come foto o video, Facebook potrebbe ricevere ulteriori dati correlati (o dati multimediali), come ad esempio la data, l’ora e il luogo in cui hai scattato la foto o girato il video“: Facebook riceve dati sull’utente per ogni sua azione.
- Altri dati che l’utente finale mette a disposizione di Facebook sono relativi al suo apparecchio e ad internet: “Riceviamo dei dati dal computer, cellulare o dispositivo mobile che usi per accedere a Facebook. Tali dati possono includere il tuo indirizzo IP, la tua posizione, il tipo di browser che usi o le Pagine che visiti. Potremmo ad esempio entrare a conoscenza della tua posizione GPS per dirti se qualcuno dei tuoi amici è nelle vicinanze“.
- Un innocente videogioco per Facebook si trasforma in una fonte importante di informazioni: “Facebook riceve dati ogni volta che visiti un gioco, un’applicazione o un sito Web che utilizza la Piattaforma Facebook o quando visiti un sito con una funzione di Facebook (ad esempio un plug-in sociale). Questi dati possono includere la data e l’ora in cui hai visitato il sito, l’indirizzo Web o l’URL, le informazioni tecniche sull’indirizzo IP, il browser e il sistema operativo che utilizzi e, se sei connesso a Facebook, il tuo ID utente“.
- Infine la curiosità che ti ha portato a cliccare su una pubblicità riesce a dare informazioni utili per migliorare il bombardamento su di te: “A volte riceviamo dei dati dai nostri partner pubblicitari, clienti e altre parti terze che ci aiutano a pubblicare le inserzioni, comprendere le attività online e migliorare Facebook in modo generale. È possibile, ad esempio, che un inserzionista ci comunichi in che modo hai risposto a un’inserzione su Facebook o su un altro sito per misurare l’efficacia e migliorare la qualità delle pubblicità“.
2. Utilizzo da parte di Facebook delle informazioni ricevute
- “Facebook utilizza le informazioni ricevute in relazione ai servizi e alle funzionalità offerte a te e ad altri utenti come i tuoi amici, gli inserzionisti che acquistano inserzioni sul sito e gli sviluppatori che creano giochi, applicazioni e siti Web da te utilizzati“: in pratica Facebook guadagna fornendo le tue informazioni ad Aziende che vogliono fare pubblicità e che realizzano videogiochi.
- “Facebook può utilizzare le informazioni ricevute su di te come parte dell’impegno costante a preservare la sicurezza di Facebook“: in altri termini Facebook – per le ragioni che vuole – può considerarti un nemico della sua sicurezza, creandoti anche problemi con altri utenti o con l’intero web.
- “Facebook può utilizzare le informazioni ricevute su di te per mettere a tua disposizione funzioni e servizi sulla posizione, ad esempio facendo sapere a te e ai tuoi amici se c’è qualche evento in corso nelle vicinanze“: lo specchietto per le allodole è che tu cedi le tue informazioni per avere tu un vantaggio (conoscere qualcuno o qualcosa nelle tue vicinanze); in realtà l’obiettivo principale è cedere le tue informazioni a chi deve venderti qualcosa.
- “Facebook può utilizzare le informazioni ricevute su di te per misurare o comprendere l’efficacia delle inserzioni visualizzate da te o da altri“: tu rappresenti per Facebook un importante elemento di valutazione della sua pubblicità. Più clicchi più vali.
- “Facebook può utilizzare le informazioni ricevute su di te per fornire suggerimenti a te e agli altri utenti di Facebook, ad esempio: suggerire a un tuo amico di utilizzare lo strumento di importazione dei contatti che ti è servito a trovare degli amici; suggerire a un altro utente di aggiungerti tra gli amici perché tale utente ha importato il tuo stesso indirizzo e-mail; suggerire un tuo amico di taggarti in una foto che ha caricato in cui compari“: per Facebook allargare la tua cerchia di amici significa allargare la platea di possibili obiettivi sensibili allo stesso messaggio pubblicitario.
In un altro post cercheremo di leggere insieme la normativa di Google, che entrerà in vigore dal 1* Marzo 2012.