Twitter ha sospeso il mio account

Ultimo aggiornamento: 19 novembre 2020 h. 05:03

Twitter ha sospeso il mio account @QuinziUgo.

Ieri ho ricevuto il messaggio che leggete nello screenshot. Avrei commesso una violazione delle regole di Twitter addirittura con abusi e minacce!

Il tweet incriminato recita così:

@maibergoglio Lei, ovviamente, è un cretino. E sì, lo so che era superfluo dirlo perché lei non fa nulla per nasconderlo, ma sono certo che un cretino come lei ha diritto ad essere riconosciuto come tale. Un cretino, appunto.

Ma cosa può aver portato il buon Ugo a dare del cretino ad un altro utente?

La sequenza precisa dei tweet si può leggere nel seguente screenshot.

Oppure, finché sarà possibile, se preferite nel thread

Come si vede il tweet iniziale era indirizzato al Senatore Simone Pillon. Premetto di non conoscerlo di persona quindi non ho nulla da dire su di lui. Ma disprezzo profondamente quello che scrive, ritengo il suo pensiero povero culturalmente, insufficiente dal punto di vista cristiano-cattolico, indegno di un essere umano, figuriamoci poi di un rappresentante del popolo. Se il mio tweet dovesse averlo infastidito, non potrei nascondere la mia soddisfazione.

Risponde non lui, il senatore leghista, ma un certo @maibergoglio. Già solo così, uno che vorrebbe avvisarci che evita il Papa come la peste, fa ridere. Perché è un miserabile anonimo troll, un nano contro un gigante, e poi perché il Papa è il mio Vescovo, io sto dalla sua parte nel bene e nel male, lealmente come si richiede a qualsiasi prete.

Questo sfortunato account segue un solo utente, è seguito da quattro utenti, nessuno dei miei follower lo segue e nessuno segue i cinque soggetti implicati con lui. Come abbia fatto a risalire alla citazione di Pillon nel mio tweet resta un mistero. O quasi.

Il tizio mi avverte: “Aspetta che ti decapi(ti)no..poi vediamo“. Omettendo la sillaba “ti” nel verbo e legando con i puntini due parole il  tizio riesce a confondere i traduttori automatici e a superare la barriera degli algoritmi di Twitter: è chiaro che sia lui a minacciare, anche se indirettamente, di decapitazione, ma il suo tweet strategicamente non viene filtrato. In tal modo la mia risposta, restando appesa, diventa passibile di sanzione.

Gli ho dato del cretino per questa frase minacciosa. Ho sbagliato? Aspetto che qualcuno me lo dimostri. Anche perché cretino viene dal francese, quando durante la rivoluzione si era a caccia di cristiani li si additava “tu es un chrétien“, sei un cristiano. Gli italiani sentivano, pensavano ad una offesa e hanno italianizzato con cretino. Che è finito per identificare una persona un po’ stupidotta. Non mi pare né un abuso né una minaccia dare del cretino a un cretino.

Twitter però pare dia la possibilità di contestare la sospensione. Ma non in italiano, solo in inglese. Del resto i suoi algoritmi inglesi hanno perfettamente compreso la situazione in italiano, perché sforzarsi? Il mio inglese è stentato, me ne scuso con i madrelingua e con tutti. Il testo della contestazione inviata è il seguente, spero quelli di Twitter lo capiscano, per carità!, non allo stesso modo in cui sono acutamente “arrivati alla conclusione” che il mio account abbia violato le sue regole.

The tweet from @maibergoglio (in Italian it sounds “never bergoglio”, that is, total rejection of Bergoglio, the Pope) to which I replied is a threat aimed at me: “Wait for them to behead you, then let’s see”.
The syllable “ti” of the verb “decapitino” is missing from the original Italian tweet, so Twitter algorithms and translators have a hard time finding the exact meaning of the word.
My answer contains the word “cretino” (in english similar to “idiot”, but much less strong), but it was neither offensive nor threatening, just wanting to highlight the littleness of the person: “You Sir, of course, are a ‘cretino’. And yes, I know it was superfluous to say because You Sir don’t do anything to hide it, but I’m sure a ‘cretino’ like You Sir has a right to be recognized as such. A ‘cretino’, in fact”.
I am surprised at your action, taken against me and not against @maibergoglio, which expresses verbal violence in every tweet.
I urge Twitter to be more cautious in following the reports.
I legally request the immediate restoration of my account.
Ugo Quinzi

Alla fine è proprio Twitter che intendo segnalare ai suoi utenti. L’intera procedura messa in piedi dai suoi esperti espone falle così importanti da lasciare senza fiato.

  1. Gli algoritmi per il riconoscimento di comportamenti in violazione delle regole di Twitter dimostrano di poter essere agevolmente ingannati e addirittura manipolati
  2. La contestazione delle sanzioni possibile nella sola lingua inglese penalizza chiunque non fosse in grado di esprimere correttamente il proprio pensiero in una lingua che non gli appartiene
  3. La sospensione dell’account ha effetto anche durante la contestazione, producendo un sistema ingiusto nel caso si accerti in seguito l’innocenza dell’utente
  4. In caso di contestazione, la sospensione dell’account – inizialmente prevista con un termine preciso – viene indefinitamente prolungata fino al giudizio di Twitter

Nessun medico ci ha ordinato di stare su Twitter, è vero; quindi potremmo farne serenamente a meno. Tuttavia il famoso social se non presta maggiore attenzione alle sue procedure rischia non solo di disattendere la sua mission di “social“, ma andando contro le proprie intenzioni di favorire utenti dai comportamenti abusivi e minacciosi che non riesce correttamente a distinguere. E con ciò di alimentare il clima di odio e di tensione che ne sta minando seriamente la credibilità.

Vedremo come andrà a finire. #StayTuned

Aggiornamento 1/11/20 07:33

Mi segnalano che anche il tizio in questione rivolga ad altri soggetti il medesimo complimento riservato da me a lui. Sarà pure questo abuso e minaccia in violazione delle regole di Twitter?


Nel dubbio sarebbe da segnalare, ma il mio account è sempre muto in attesa di risposta alla contestazione (o in alternativa di rinuncia e di rimozione del tweet, cosa che non sono intenzionato a fare). #StayTuned

Aggiornamento 1/11/29 08:22

Ho scritto una nuova contestazione a Twitter nel mio inglese stentato. Se il tizio può dare del cretino a quelli di sinistra senza essere sanzionato, vuol dire che il mio tweet non era né abuso né minaccia.

Dear Twitter, yesterday I sent two objections to your decision to suspend some functions of my account. You will find the attached text. To confirm what I said about the non-seriousness of the italian term “cretino” I intend to point out that the same user @Maibergoglio addressed it to other people in his tweet
https: // twitter.com / Maibergoglio / status / 1322453797160058880
For your benefit I translate:
“#boycottnonelarena (‘Non è l’arena’ is a talk show)…the usual left-wing (‘sx’ is abbreviation of ‘sinistra’) ‘cretini’ (plural of ‘cretino’)”.
Either the user @Maibergoglio is in turn committing abuses and threats or the tweet you contest me is not punishable.

Regards

#StayTuned

Aggiornamento 3/11/2010 10:52

Più di qualcuno ci tiene a farmi sapere di aver segnalato il tweet di @Maibergoglio che ha provocato la mia reazione sanzionata da Twitter.

Con ammirevole solerzia Twitter ha comunicato di aver rilevato un’infrazione ai suoi codici di comportamento.

Siamo tutti molto curiosi si sapere in che modo evolverà la situazione. Intanto il mio account è sempre bloccato in attesa di conoscere l’esito della contestazione. #StayTuned

Aggiornamento 19/11/2010 05:03

Sono trascorsi 20 giorni dal momento in cui Twitter ha bloccato il mio account a seguito di una evidente ondata di segnalazioni sul mio tweet che – è bene ricordarlo – non contiene nulla di cui è accusato (abusi e minacce). Al massimo una parola forte (cretino) rivolta ad un troll (@Maibergoglio) che mi minacciava (lui sì) di morte.

Nonostante l’inoltro di ripetute contestazioni (in inglese) seguendo la procedura di Twitter (dal mio account non avrei potuto interagire permanendo il tweet incriminato, a meno di rimuoverlo e rinunciare alla contestazione del provvedimento) Twitter non si è pronunciato né in pochi giorni (within a few days), né in poche settimane. Fino ad oggi per niente.

Il 17 novembre un caro amico mi segnala la notizia contenuta in questo tweet: il fondatore di Twitter, in audizione al Senato USA, sostiene che nonostante fosse sbagliato aver censurato il NY Post su un tweet relativo a Biden, non potevano riammettere l’account finché il tweet non fosse stato cancellato perché “non avevamo la prassi di annullare le precedenti azioni“.

Mi è stato anche segnalato che proprio il giorno della mia sospensione Twitter annunciava di avere allo studio il cambiamento della sua policy esattamente a causa del lamentato problema causato al NY Post.

Posso solo complimentarmi con Twitter se si è reso conto di una policy fallata e sta aggiornando la sua prassi precedente di non annullare le sue decisioni, a seguito dei problemi causati al NY Post. Il mio caso al confronto è di sicuro meno importante sia per la modestia della mia persona sia per le limitatissime conseguenze. Perciò, evitando ulteriori attese che si rivelerebbero a tempo indeterminato e forse inutili, ho deciso di cancellare il tweet incriminato, di rinunciare alle contestazioni e di sottostare alle procedure (fallate) per essere riammesso sulla piazza di Twitter.

Non senza aver prima ringraziato tutti quelli che mi hanno dimostrato la loro solidarietà, la loro vicinanza e il loro sostegno. Sono rimasto sorpreso e ammutolito nel leggere dal mio account le innumerevoli cose belle che sono state scritte.

Ciò mi spinge a riflettere. La forza di un social, la forza di Twitter, non sono le sue procedure ma le persone vere capaci ancora di riconoscere le cose giuste e di lottare per loro sostenendosi gli uni gli altri, pur senza mai essersi incontrati. Cercherò di rispondere a tutti i messaggi che mi sono giunti in privato (DM), sono decine, abbiate pazienza!

Se questo mio piccolo incidente è servito a far emergere il Twitter bello, ammetto di non esserne dispiaciuto, al contrario, di andarne fiero.

Di andare fiero dei miei follower. Grazie a tutti voi!

#SeeYouSoon


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